Primo Piano
Sconosciuti puri in cerca di dignità
Cei: oggi celebrazione per la pace oggi nella basilica di san Francesco
Venezuelani in Italia: a Napoli l’arrivo dell’immagine della Madonna Chinita
Napoli - Per la prima volta sabato prossimo, a Napoli, presso la chiesa di San Gennaro al Vomero, l'arrivo dell'immagine della Vergine Chinita. L’evento è nato per iniziativa di don Massimo Ghezzi e don Rosario Accardo in sinergia con la Comunità Venezuelana presente in città. La cerimonia di Intronizzazione dell’Immagine della Madonna di Chiquinquirá, chiamata La Chinita e venerata a Maracalbo , capoluogo dello Stato di Zulia, in Venezuela, si terrà alle ore 19 con la partecipazione dell'arcivescovo, mons. Mimmo Battaglia, che presiederà la Concelebrazione Eucaristica.
Si racconta che, attorno al 1749, una donna di umile estrazione sociale andò fino al lago di Maracaibo e vi trovò una tavola di legno. Pensò che questa tavola le sarebbe potuta servire per tappare un vaso che aveva a casa, quindi la portò con sé. Stava cucinando, quando improvvisamente sentì un colpo, come se qualcuno avesse bussato alla porta. Appena andò in cucina, vide una luce intensa scaturire dalla tavola di legno e le apparve la Madonna di Chiquinquirá. La donna esclamò: “Miracolo, miracolo!” (è per questo che la strada vicino al lago si chiama calle Milagro, ovvero via del miracolo). Il sindaco, quindi, mandò degli uomini a prendere la tavola di legno e la fece portare fino alla chiesa principale. Una volta girato l’angolo, la tavola divenne così pesante che gli uomini non furono più in grado di spostarla. Per questo motivo furono costretti a tornare sui propri passi con la tavola miracolosa che intanto aveva ripreso il suo peso normale. Si gridò al miracolo e la processione potè arrivare fin dentro la chiesa dedicata a San Giovanni di Dio, lì tra i poveri della città. Da allora la gente di Zulia si sente protetta dalla “Chinita“, la Vergine di Chiquinquirá, venerata appunto nell’omonimo Santuario divenuto in breve tempo uno dei santuari mariani più visitati del Venezuela, insieme a quello di Coromoto. Il Santuario venne elevato nel 1920 al rango di basilica dal papa Benedetto XV. Ventidue anni dopo, il 18 novembre del 1942 si procedette alla solenne incoronazione dell’Immagine e, da allora, in tale giorno c’è la festa della Chinita di Maracaibo. Novembre, quindi, ha uno speciale significato poiché nel corso del mese si portano a termine le diverse celebrazioni in onore della Chinita. La più spettacolare delle manifestazioni è chiamata “Alba Zampognaro”, nella quale il popolo di Maracaibo si riunisce all’alba del giorno di festa nella piazza della Basilica, per innalzare alla Chinita i canti tradizionali detti le “Mattine” ed il “Compleanno Felice”, accompagnati dal caratteristico suono della cornamusa che, proprio in quei giorni, viene usata con speciale allegria in tutta la regione di Zulia. La Madonna di Chiquinquirá è patrona della Colombia, dello Estado Zulia in Venezuela e della città di Caraz che si trova nella diocesi peruviana di Huaraz. (R.I.)
Cei: dichiarazione per la pace dei vescovi italiani da Assisi
Assisi - Al termine della sessione mattutina del 15 novembre, i Vescovi italiani, riuniti in Assemblea Generale Straordinaria ad Assisi, hanno approvato una Dichiarazione per la pace. Di seguito il testo.
Come Vescovi, riuniti in Assemblea Generale ad Assisi, esprimiamo la nostra preoccupazione per l’escalation di violenza e odio di questi giorni, che sta assumendo proporzioni sempre più tragiche. Sentiamo impellente il compito di denunciare le logiche della contrapposizione e dell’individualismo, e di favorire la collaborazione e la riconciliazione. Sogniamo un mondo che sia davvero casa di tutti, dove il riconoscimento della dignità umana cammini di pari passo con il dovere di amare gli altri come fratelli e sorelle. Guardiamo con particolare dolore alla situazione in Medio Oriente e rinnoviamo l’appello al “cessate-il-fuoco”, facendo nostre le parole di Papa Francesco: «Le armi si fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta, fratelli, basta! A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini» (Angelus, 12 novembre 2023). Insieme al Medio Oriente, il nostro pensiero va anche all’Ucraina, al Sud Sudan e ai tanti altri luoghi segnati da conflitti spesso dimenticati. Non possiamo rassegnarci al silenzio: sentiamo forte l’imperativo a comunicare il Vangelo dell’unità e della riconciliazione in un mondo sprofondato nelle tenebre ma desideroso di luce. Da Assisi, la Città della Pace, con l’intercessione di San Francesco, eleviamo la preghiera a Cristo nostra pace (Ef 2,14), che ha la forza per abbattere il muro di inimicizia. Egli sostenga l’impegno di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, nella consapevolezza che la costruzione della pace è responsabilità di tutti. Non vogliamo che la cultura dell’odio e del pregiudizio continui a seminare divisione, distruzione e morte. Questa è una sfida da affrontare insieme, non più procrastinabile. Nel cantiere della pace c’è posto per tutti: «C’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia» (Fratelli tutti, 225).Diocesi Assisi: il Museo della Memoria in diverse scuole e parrocchie nello Stato di New York

Milano: domenica confronto tra l’arcivescovo e il regista del film “Io Capitano”
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Card. Zuppi: incoraggiare strategie di accoglienza che rispettino la persona umana
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Consiglio d’Europa su sbarchi e rifugiati: “mancanza di certezze giuridiche, a rischio tutela diritti umani”
