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Mobilità tra territori e Paesi: un convegno ieri a Trento con la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

14 Febbraio 2024 -
Trento - La mobilità tra regioni e tra Paesi è una scelta che sempre più giovani, anche qualificati, vedono come un'opportunità per aprirsi al mondo, realizzarsi, acquisire nuove competenze e fare esperienze lavorative e personali. Ma è un fenomeno che non riguarda solo loro: ci sono anche scelte di vita che coinvolgono altre fasce di popolazione. Il Trentino, inoltre, è un territorio che vede ancora crescere la sua popolazione, nonostante il saldo naturale negativo. Se ne è parlato ieri, presso la sala Belli del palazzo della Provincia, dove sono stati presentati i contenuti del Rapporto Italiani nel Mondo 2023 della Fondazione Migrantes nell'ambito dell'appuntamento "Nuova mobilità dal Trentino all’estero - Rilevanza ed effetti sul territorio".

Giovanni Gardelli, dirigente generale Provincia autonoma di Trento, ha evidenziato in apertura come il tema trattato nell’incontro fosse di grande attualità e importanza anche per il confronto sulle politiche di sviluppo e sull’attrattività del territorio. Delfina Licata - sociologa delle migrazioni e curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes - ha presentato i principali contenuti del RIM che, ha ricordato, è nato nel 2006. Complessità, ha spiegato, è la parola che descrive attualmente il fenomeno della mobilità italiana. Ha fornito alcuni dati: nel 2023 gli italiani iscritti all’Aire erano 5.933.418; presenti soprattutto in Europa (54,7%) e America, ma anche in misura minore in tutti gli altri continenti. In Argentina, Germania, Svizzera, Brasile, Francia, Regno Unito e Stati Uniti ci sono le comunità di italiani più numerose. Le regioni con il maggior numero di partenze sono Sicilia, Lombardia, Campania, Veneto, Lazio e Calabria. Si parte, ha spiegato Licata, anche dalle regioni italiane dove vi sono università prestigiose o dove le persone hanno fatto già un’esperienza di migrazione per motivi di studio o lavoro provenendo da altri territori. Dal 2006 al 2023 la presenza strutturale italiana all’estero è cresciuta del 91%. La comunità italiana all’estero sta ringiovanendo. Negli stessi anni si registra un aumento del 188% degli iscritti all’Aire che hanno tra 18 e 40 anni; sono cresciuti del 78,3% i minori e del 175% i nati all’estero. Si tratta, ha evidenziato Licata, di una comunità che cresce. Nell’ultimo anno le partenze hanno interessato in misura maggiore i giovani dai 18 ai 34 anni di età ma sono in aumento anche gli anziani.

La situazione trentina è stata approfondita da Vincenzo Bertozzi, dirigente dell’Ispat. Fino agli anni ’40, ha spiegato, il Trentino era terra di emigrazione, successivamente il trend si è invertito. Dagli anni ‘90 si sono registrati un saldo naturale e un saldo migratorio positivi. Dal 2015 il saldo naturale è diventato negativo e il saldo migratorio pur positivo si è ridotto. Trentino e Alto Adige, ha spiegato Bertozzi, sono comunque tra i territori che vedono crescere la popolazione. Bertozzi ha fornito alcuni dati. I movimenti con le altre regioni italiane, come iscrizioni e cancellazioni dall’anagrafe, rappresentano il 70% circa del totale. In entrata si tratta prevalentemente di spostamenti di breve raggio. Anche le cancellazioni dall’anagrafe in Trentino riguardano in particolare movimenti verso le regioni limitrofe, ma non solo. I cittadini italiani che hanno lasciato il Trentino per altre regioni sono stati circa 3000 nel 2022. Nello stesso anno sono state circa 1000 le persone che si sono cancellate dall’anagrafe trentina per andare all’estero. Tra i nuovi iscritti in Trentino metà arrivano dalle regioni europee ma una zona di partenza è anche il Sudamerica. Chi si cancella dall’anagrafe trentina si dirige verso regioni europee per il 77%, scegliendo in particolare Regno Unito, Germania, Francia, Svizzera, Spagna. Tra le mete preferite vi sono anche America del sud e del nord. Poco meno del 60% delle persone che si cancellano dalle anagrafi dei comuni trentini per trasferirsi all’estero ha un’età compresa tra i 18 e i 39 anni (meno del 50% nel caso dei trasferimenti verso altre regioni italiane), mentre meno del 20% ha un’età compresa tra i 40 e i 64 anni. Se all’inizio del periodo osservato (2012) circa il 50% delle persone che si cancellavano dalle anagrafi dei comuni trentini per trasferirsi all'estero possedevano un titolo di studio basso, negli anni più recenti questa percentuale si è ridotta considerevolmente arrivando al 30% circa mentre è quasi raddoppiata la quota di cancellati in possesso di un titolo di studio elevato, che arriva a circa il 37% nel 2021.

Sabrina Berlanda, ricercatrice Senior della Fondazione Franco Demarchi, ha presentato l’indagine sulla Mobilità Transnazionale Giovanile in Trentino sul tema “Orizzonti Globali, Radici Locali”. Obiettivo dell’indagine è ampliare la conoscenza e la comprensione del fenomeno della nuova mobilità, esaminandolo mediante l’intreccio tra conoscenza scientifica e l’esperienza vissuta in prima persona da alcuni protagonisti. Per realizzare l’indagine, ha spiegato, si raccolgono le disponibilità a portare la propria testimonianza di persone che per il loro lavoro o la loro storia di vita conoscono il tema delle migrazioni trentine, o di persone che si sono trasferite all’estero (dal 2009 in poi) e che all’epoca della partenza avevano tra i 18-34 anni, o ancora di persone che vivono in Trentino ma sono coinvolte dagli effetti che derivano dalla partenza dei/delle giovani (es. famiglie, amici e altri membri della comunità).  Berlanda è intervenuta inoltre sul tema della mobilità giovanile evidenziando la complessità del fenomeno. Oggi ci si sposta più facilmente da un paese all’altro. La mobilità rappresenta uno snodo cruciale intorno a cui molti giovani riorganizzano la costruzione del lavoro, dei rapporti familiari, del proprio senso d’identità culturale e della cittadinanza. Oggi si assiste, ha aggiunto, ad un progressivo affermarsi dell’ideale di una cittadinanza europea. I giovani che vivono all’estero tendono però a mantenere forti legami con l’ambiente di origine. All’idea della mobilità obbligata, ha aggiunto, si aggiunge ora una visione della mobilità come naturale, per generazioni abituate a viaggiare e con un’identità internazionale e plurilingue. La nuova mobilità è vista dunque come un valore e un’opportunità da incentivare, che se da una parte comporta costi, offre nuove risorse in termini di riorganizzazione e cambiamento, crescita e sviluppo di competenze, esperienze, connessioni e relazioni.

Del tema “Territori e migrazioni tra passato e presente” ha parlato, in collegamento, Edith Pichler,  consultrice e docente di Sociologia delle migrazioni dell’Università di Potsdam. Le mete di oggi, ha spiegato, sono per lo più metropolitane e urbane. Le reti sociali inoltre sono caratterizzate anche dalla dimensione virtuale. Non si parte, ha spiegato, solo da zone dove c’è un malessere economico ma spesso per ragioni legate all’affermazione professionale o per fare esperienze. All’incontro sono intervenuti anche Francesco Bocchetti dell’Associazione Trentini nel Mondo, che ha parlato degli incontri “Generazioni in mobilità” e Mauro Verones dell’Unione delle Famiglie Trentine all’estero che ha illustrato il progetto “Oriunde”.

L’appuntamento è stato moderato da Ileana Olivo, dirigente dell’Umse coesione territoriale valorizzazione capitale sociale trentino all'estero.

Mercoledì delle Ceneri: il Vangelo del Giorno ( Matteo 6,1-6.16-18)

14 Febbraio 2024 - Inizia oggi la Quaresima e la liturgia riporta l'accalorato invito di Dio: "Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti" (2,12). Preoccupato dell'insensibilità del popolo d'Israele, il profeta Gioele aggiunge: "Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male" (Gl 2,13). La Quaresima è il tempo opportuno per ritornare a Dio e ricomprendere il senso stesso della vita. La liturgia ci viene incontro con l'antico e austero segno delle ceneri. Mentre ci viene posto sul capo un piccolo pugno di cenere, il sacerdote ci dice: "Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai". È la verità sulla nostra vita: siamo davvero polvere, deboli e fragili. Facilmente ci innalziamo e dimentichiamo che siamo povera cosa. Chiunque si innalza e si sente forte, presto si scopre debole. La cenere sul capo ci ricorda la nostra debolezza. Noi cristiani siamo chiamati a essere sentinelle di pace, nei luoghi in cui viviamo e lavoriamo. Ci è chiesto di vigilare, affinché le coscienze non cedano alla tentazione dell'egoismo, della menzogna, della violenza e del conflitto. Il digiuno e la preghiera ci rendono sentinelle attente e vigili perché non vinca il sonno della rassegnazione che fa ritenere i conflitti inevitabili; perché non vinca il sonno della acquiescenza al male che continua a opprimere il mondo; perché sia sconfitto in radice il sonno del realismo pigro che fa ripiegare su sé stessi e sui propri interessi. Nel Vangelo di oggi Gesù stesso esorta i discepoli a digiunare e a pregare per spogliarsi di ogni superbia e arroganza e per disporsi a ricevere i doni di Dio. Le nostre forze, da sole, non bastano ad allontanare il male; abbiamo bisogno di invocare l'aiuto del Signore. Egli - come amava dire Bonhoeffer - ci rende non solo buoni, ma anche forti, perché l'amore vinca sull'odio e gli uomini possono ricevere la pace che da soli non sanno darsi. (Mons. Vincenzo Paglia)

Amore e ceneri

14 Febbraio 2024 -
Quest’anno il Mercoledì delle Ceneri capita quando, in altri momenti, avrebbe dovuto esserci la ricorrenza laicissima e zuccherosa di San Valentino. Laicissima, perché San Valentino, tranne forse che a Terni, nella sua versione attuale nasce come espediente commerciale in un periodo equidistante dalle celebrazioni più importanti, e non di meno è apprezzata dalle coppiette di tutto il mondo (si ricorda che in teoria è la festa dei fidanzati, non di chi genericamente “sta insieme”) per la retorica romantica che vi sottende, che si dice risalga addirittura all’amor cortese rinascimentale. In ogni caso, quest’anno non se ne fa nulla: ceneri sul capo al posto di cioccolatini, digiuno al posto di cenette, penitenza e confessione dei peccati al posto di frasi melense e proclami lirici. Tutto questo è molto eloquente, vista la condizione attuale del mondo, nel quale non si rischia, ma è già in atto, l’incipit di una guerra mondiale “a pezzi”, come la definì Papa Francesco qualche tempo fa. Le ceneri che ci si palesano davanti non sono infatti solo quelle benedette della liturgia, ma quelle tremende dell’intera società umana. “Fate l’amore, non fate la guerra”, esortavano i figli dei fiori in un’epoca ormai lontana. Ma l’amore che contraddice e sconfigge la guerra non è quello dei cuoricini e delle serenate, bensì quello che parte da un cuore spezzato dal pentimento. Solo l’uomo che ritorna in se stesso e prende coscienza del proprio male può smettere di imputarlo agli altri; solo chi sperimenta il perdono trova la forza di perdonare; solo chi impara a dominare tramite il digiuno (dalle cose e dalle pretese) gli impulsi urgenti e distruttivi che si porta dentro può fare la pace. E se questo vale per la situazione globale, a maggior ragione vale per le relazioni personali a cui si attribuisce maggior valore per la propria vita. Due fidanzati, ovvero due persone che hanno in animo di costruire insieme qualcosa di bello, è proprio dal Mercoledì delle Ceneri che dovrebbero partire, più che da San Valentino. Perché dovranno capire che l’atteggiamento da avere l’uno verso l’altro, se vorranno imparare ad amarsi, è quello della cura, dove il baricentro si sposta da me verso l’altro, ma per imparare ad avere cura devo mettere a digiuno il mio ego, che vorrebbe sempre mangiarsi l’altro per riempire i propri vuoti, devo coltivare la compassione per le altrui fragilità, e devo chiedere a Dio la forza di trascendere me stesso in un atto di vero e libero amore, realtà misteriosa che dimora in una galassia tanto lontana dal pianeta sentimentalismo, e che ha a che fare più con la natura divina che con i sentimenti umani. Digiuno, elemosina (cioè misericordia), preghiera: le “armi” della penitenza quaresimale si rivelano essere i requisiti fondamentali per imparare ad amare, e per scoprire che, alla fine, riuscire a impararlo davvero, nonostante tutti i nostri sforzi pure necessari, sarà una grazia, cioè un dono di Dio. Come una resurrezione. “In ogni tempo e condizione di vita è indispensabile la grazia di Dio; ne avvertono più che mai il bisogno i fedeli che si preparano a formare una nuova famiglia.” Così recita il rito di benedizione dei fidanzati riportata dal Benedizionale. La Quaresima, che il Mercoledì delle Ceneri inaugura, ci serve per ricordarci questa necessità della grazia, permettendoci di esplorare per quaranta giorni le ferite della nostra natura e le insidie a essa tese dalla tentazione, e questo potrà portarci, se lo vorremo (quante Quaresime abbiamo sprecato finora?) a uno sguardo realista su noi e sugli altri, uno sguardo che può generare in noi sincera compassione, embrione dell’amore. Questo nel piccolo della coppia come nel grande della geopolitica: mi piace sognare una realtà in cui i Capi di Stato sappiano tornare ognuno alla propria interiorità, ed esaminando con l’aiuto di Dio sinceramente se stessi, si rendano conto di quante assurdità si rischia di fare quando le briglie si lasciano alle passioni disordinate, e di quanto sia importante fare penitenza, cioè mettersi in discussione e tendere la mano, così da estinguere tutti i fuochi della guerra e lasciare solo le ceneri di conflitti finiti, da cui l’umanità, come una Fenice, possa rinascere nella pace. (Alessandro Di Medio)

L’Europa viaggia ancora a due velocità: “Ius soli temperato” in 8 Paesi

14 Febbraio 2024 - Milano - Nascere europei da genitori stranieri si può, almeno in quei Paesi Ue che concedono la cittadinanza ai piccoli nati sul territorio europeo con origini non comunitarie. Si tratta dei Paesi che applicano il cosiddetto “Ius soli temperato” che non è un diritto acquisito (come negli Stati Uniti) ma prevede almeno un’altra condizione oltre al fatto di essere nati nel territorio dello Stato. È il caso fino ad oggi di otto Paesi: Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Grecia, Olanda e Irlanda. Gli Stati europei che attualmente non prevedono alcuna forma di “Ius soli” invece sono: Italia, Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia.

Nel Paese più popoloso d’Europa, la Germania, un bambino acquisisce la cittadinanza tedesca alla nascita solo se almeno uno dei due genitori ha un permesso di soggiorno permanente (da almeno tre anni) ed entrambi i genitori risiedono in Germania da almeno otto anni. Ma gli anni si ridurranno a cinque non appena entrerà in vigore la riforma della cittadinanza approvata a gennaio per attirare più lavoratori qualificati nel paese. Secondo la nuova legge, il bambino nato sul suolo tedesco otterrà automaticamente la cittadinanza tedesca, senza dover rinunciare a quella dei genitori. La Germania è infatti uno dei pochi Paesi europei in cui non è ammessa la doppia cittadinanza (eccezion fatta per cittadini svizzeri e comunitaria) portando al grave dilemma di rinunciare (o meno) alla cittadinanza di origine per i numerosi residenti di origine turca e balcanica.

In altri quattro Stati membri dell'Unione Europea: Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Spagna, viene invece applicato il cosiddetto “doppio ius soli”. Questo significa che un bambino nato nel territorio di uno di questi Stati acquisisce la cittadinanza del Paese se almeno uno dei suoi genitori è nato nello stesso territorio, indipendentemente dalla loro nazionalità. Un approccio simile (“doppio Ius soli condizionato”), lo ha intrapreso più recentemente anche la Grecia, dove i bambini nati all’estero e i cui genitori abbiano vissuto in Grecia per cinque anni acquisiscono la cittadinanza al completamento del primo ciclo di studi. Gli stranieri maggiorenni devono invece avere vissuto nel Paese per almeno 7 anni.

Nello specifico, nel secondo Paese più popoloso dell’Ue, la Francia, i nati nella Repubblica da almeno un genitore straniero, a sua volta nato nel Paese, ottengono automaticamente la cittadinanza francese. Inoltre i figli di stranieri, che risiedono da almeno cinque anni nel Paese, possono invece richiedere la cittadinanza quando diventano maggiorenni se hanno risieduto nel Paese per almeno cinque anni dall'età di 11 anni in poi. Si è aperto, però, un dibattito in vista delle prossime elezioni, che potrebbe preludere a un possibile giro di vite sulle regole.

In Belgio invece un bambino diventa cittadino se almeno uno dei genitori è nato nel Paese o vi ha vissuto cinque degli ultimi dieci anni. La cittadinanza si acquisisce dopo il compimento dei 18 anni o dei 12 anni, se i genitori sono residenti da almeno dieci anni nel Paese. Anche in Portogallo vige una forma di “Ius soli temperato”, il riconoscimento della cittadinanza dei figli di stranieri nati all’interno del territorio dello Stato avviene a condizione che i genitori siano residenti nel Paese da almeno due anni. In Irlanda, invece, ai figli di stranieri nati entro i confini del Paese viene riconosciuta la cittadinanza se almeno uno dei due genitori è residente nello Stato da almeno tre anni.

Secondo dati Eurostat del 2023, nell’Ue il tasso di naturalizzazione dei cittadini di origine straniera è comunque molto basso, attestandosi al 5% in 23 Stati membri. Solo in Svezia e nei Paesi Bassi supera il 10%, mentre in sei Paesi dell’Europa centrale e baltica ( Repubblica Ceca, Croazia, Ungheria, Estonia, Lettonia e Lituania) non arriva all’1%. In Italia si attesta appena al di sotto del 3%. Questi dati sono in aperta contraddizione con le ambizioni inclusive della Commissione europea che vorrebbe vedere le minoranze sempre più rappresentate nelle sfere pubbliche. È evidente però che gli ostacoli, che si presentano sin dalla nascita, non aiutano a sviluppare il pieno potenziale della cittadinanza europea. (Susan Dabbous - Avvenire)

Viminale: da inizio anno sbarcate 4.022 migranti sulle nostre coste

13 Febbraio 2024 -
Roma - Sono 4.022 le persone migranti sbarcate sulle coste italiani da inizio anno secondo il dato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.  Di questi 895 sono di nazionalità bengalese (22%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (665, 17%), Siria (566, 14%), Egitto (424, 11%), Pakistan (215, 5%), Eritrea (136, 3%), Sudan (125, 3%), Guinea (109, 3%), Etiopia (86, 2%), Gambia (62, 2%) a cui si aggiungono 739 persone (18%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Ismu: 5 milioni e 775mila gli stranieri in Italia

13 Febbraio 2024 - Milano -  La Fondazione ISMU stima che al 1° gennaio 2023 gli stranieri presenti in Italia siano circa 5 milioni e 775mila, 55mila in meno rispetto alla stessa data del 2022. Il bilancio demografico mostra una significativa crescita della popolazione straniera residente in Italia (+110.000 unità). Diminuisce, invece, la componente irregolare, che si attesta sulle 458mila unità, contro le 506mila dell'anno precedente. Il calo degli irregolari è dovuto principalmente all’avanzamento delle regolarizzazioni attuate nel 2022 a completamento delle procedure di “emersione 2020”. Da segnalare la consistente riduzione dei “regolari non residenti”: il loro numero è sceso da 293mila a 176mila (-117mila). Sono alcuni adati del XXIX Rapporto sulle migrazioni 2023, elaborato dalla  Fondazione ISMU che viene presentato questa mattina a Milano. Per quanto riguarda il lavoro, il 2023 ha segnato il record storico delle assunzioni di personale immigrato - 1.057.620 persone - programmate dalle imprese italiane (fonte Unioncamere – ANPAL). Permangono, però - sottolinea l'stituto di ricerca - numerose criticità, che mostrano la necessità di una nuova governance dei processi migratori e di inclusione. Sul fronte scolastico, il numero degli alunni con background migratorio nelle scuole italiane è tornato a crescere a un ritmo che lascia presumere che, in circa 10 anni, si potrà arrivare al traguardo di un milione di alunni con background migratorio (nell’a.s. 2021/22 il numero si attesta a 872.360 presenze). Si segnala, inoltre, che i nati in Italia rappresentano il 67,5% degli alunni con cittadinanza non italiana. Per quanto riguarda le confessioni religiose, ISMU stima che al 1° luglio 2023 i cristiani nel loro complesso rappresentino la maggioranza assoluta (53,1%) tra gli stranieri residenti in Italia, con una presenza di immigrati cattolici che si attesta al 17,0% (i musulmani rappresentano il 29,7%). Alla presentazione, realizzata in collaborazione con Fondazione Cariplo e moderata dal Segretario Generale di Fondazione ISMU ETS, Nicola Pasini, partecipano: Giovanni Azzone, Presidente Fondazione Cariplo; Gian Carlo Blangiardo, Presidente Fondazione ISMU; Romano Guerinoni, Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi; Livia Elisa Ortensi, Responsabile Settore Statistica Fondazione ISMU. Nel corso del convegno si terranno due tavole rotonde. La prima, dal titolo “Migrazioni: fanno crescere la povertà o creano ricchezza” con gli interventi di Andrea Dellabianca, Membro della Giunta della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Presidente di Formaper; Nicola Saldutti, Caporedattore Economia del Corriere della Sera; Laura Zanfrini, Responsabile Settore Economia, Lavoro e Welfare Fondazione ISMU ETS. A conclusione del convegno, la tavola rotonda dal titolo “Per un'informazione responsabile sulle migrazioni” con gli interventi di: Paola Barretta, Portavoce Associazione Carta di Roma; Eleonora Camilli, Giornalista per Redattore Sociale e La Stampa; Cristina Giudici, Contributor per Il Foglio e consulente di Fondazione Gariwo; Vittorio Longhi, Giornalista e formatore per l'ONU; Alidad Shiri, Editorialista del quotidiano Alto Adige.

Migrantes Benevento: da ieri un corso base di Kiswahili

13 Febbraio 2024 - Benevento - L’Ufficio Migrantes della diocesi di Benevento, diretto da don Eugene Kouassi Boa, ha avviato, da ieri, un corso base di Kiswahili, la lingua ufficiale della Tanzania, dell’Uganda, del Ruanda e del Kenya e di altre 14 nazioni. Il corso, a cura di Lubangura Anastasia Evarist, è iniziato ieri pomeriggio presso la sala del Sole sita in via San Pasquale,11.

Viminale: da inizio anno sbarcate 3.982 persone migranti sulle nostre coste

12 Febbraio 2024 -
Roma - Sono 3.982 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo il dato fornito dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Dei migranti arrivati 755 sono di nazionalità bengalese (19%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (665, 17%), Siria (485, 12%), Egitto (328, 8%), Pakistan (197, 5%), Sudan (122, 3%), Guinea (109, 3%), Etiopia (85, 2%), Gambia (62, 2%), Eritrea (61, 1%) a cui si aggiungono 1.113 persone (28%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. I minori stranieri non accompagnati giunti in Italia via mare sono 372.

Mons. Savino: “a Cutro è morta l’umanità”

12 Febbraio 2024 - Verona - “A Cutro è morta l’umanità”. Ne è convinto mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Cei, intervenuto sabato a Verona al primo tavolo tematico che condurrà all’Arena di pace 2024, in preparazione alla visita di Papa Francesco, a Verona il prossimo 18 maggio. Un approfondimento intenso ed appassionante all’interno del mondo dell’immigrazione, soprattutto in Italia. E proprio perché l’episodio non costituisce un caso isolato – ha evidenziato il presule –, sull’immigrazione ci giochiamo la civiltà e tutti i valori che reggono la nostra democrazie”. “Noto – ha poi proseguito –, che noi credenti siamo divisi e divisivi rispetto all’immigrazione, siamo divisi sui fratelli immigrati. Ma io non capisco come l’accoglienza non possa essere il paradigma di tutti i credenti”. L’affondo poi è stato sull’approccio ideologico-emergenziale con cui troppo spesso viene affrontata la questione. “Per andare contro il male della banalità – ha sottolineato mons. Savino –, la vera soluzione è una soltanto ed è racchiusa in quell’enciclica che ritengo la profezia di questo terzo millennio: si chiama fraternità”. Di qui l’appello: “Cittadini di buona volontà, uniamoci e includiamo legalmente e democraticamente i nostri fratelli e sorelle immigrati perché la fraternità è il grande sogno di Dio. Sogniamo la fraternità possibile e inclusiva perché solo su questo possiamo costruire un mondo bello per i nostri figli”.  

Novità al Cinema dal 14 febbraio

12 Febbraio 2024 -

Roma - Al cinema dal 14° febbraio. Titolo di punta della settimana di san Valentino è il dramma sentimentale “Past Lives”, opera prima della sudcoreana Celine Song, con Greta Lee, Teo Yoo e John Magaro. Presentato con successo al Sundance Film Festival e alla 18a Festa del Cinema di Roma, “Past Lives” è candidato ai 96mi Premi Oscar come miglior film e sceneggiatura originale. È il racconto poetico di un’amicizia nata sui banchi di scuola a Seul e che prova a ritrovarsi nella vita adulta, tra Corea e Stati Uniti; un legame intenso, sul confine dell’amore, che però fatica a fronteggiare distanze. Film convincente e raffinato.

In Concorso all’80a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia “Finalmente l’Alba” di Saverio Costanzo con Lily James, Joe Keery, Willem Dafoe, Alba Rohrwacher e Rebecca Antonaci. Con richiami a Federico Fellini e Luchino Visconti, Costanzo mette in scena il racconto di formazione di una giovane donna che sogna il cinema nella Roma degli anni ’50 e ne rimane “rapita” nel corso di notte, tra incanto e delusioni. Un film che esalta gli anni d’oro della Hollywood sul Tevere, toccando anche la cronaca del tempo, il delitto dell’aspirante attrice Wilma Montesi. Costanzo dimostra ancora una volta di possedere uno sguardo acuto ed elegante.

“Romeo è Giulietta” è la nuova commedia firmata da Giovanni Veronesi, con Pilar Fogliati, Sergio Castellitto, Geppi Cucciari e Domenico Diele. Nella cornice teatrale, va in scena una riflessione contemporanea su amore e legami a partire dal testo del Bardo, con rimandi al cult “Shakespeare in Love” (1998) di John Madden. 

Ancora, targato Sony è “Madame Web” di S.J. Clarkson, incursione nei fumetti Marvel per raccontare l’eroina Cassandra Webb dai poteri di chiaroveggenza. Protagonista Dakota Johnson, affiancata da Tahar Rahim e Sydney Sweeney. Dalla Francia arriva anche “I Tre Moschettieri. Milady” di Martin Bourboulon, secondo capitolo dedicato all’opera di Alexandre Dumas, con Eva Green, Vincent Cassel, Louis Garrel, Romain Duris e Pio Marmaï. 

Focus “Sound of Freedom. Il canto della libertà”. Distribuito da Dominus Production, nelle sale italiane dal 19 febbraio c’è “Sound of Freedom. Il canto della libertà”, titolo che ha conquistato il box office USA nel 2023. Diretto da Alejandro Monteverde (“Bella”, 2006), con Jim Caviezel, Bill Camp, Mira Sorvino ed Eduardo Verástegui, “Sound of Freedom” prende le mosse da una storia vera, quella dell’ex agente federale Tim Ballard e del suo impegno contro le violenze sui minori e la tratta dei bambini dall’America Latina agli Stati Uniti. Monteverde riesce a gestire la bruciante materia narrativa direzionandola su un binario che convince e coinvolge: il racconto è come un serrato poliziesco, un crime-thriller hollywoodiano dal vivo pathos, che allarga poi l’orizzonte espressivo a favore del film di denuncia. “Sound of Freedom” è un film da vedere, da approfondire in chiave civile ed educativa, proprio per mettere in condivisione una problematica che non si può né tacere né marginalizzare. 

Trento: domani la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

12 Febbraio 2024 -
Trento - Martedì 13 febbraio alle 11.00 in sala Belli del palazzo della Provincia a Trento, sarà presentato il Rapporto Italiani nel Mondo 2023 della Fondazione Migrantes  nell'ambito dell'appuntamento "Nuova mobilità dal Trentino all’estero - Rilevanza ed effetti sul territorio" e con l'occasione verrà presentata anche l'avvio della ricerca “Orizzonti Globali, Radici Locali: Un'Indagine sulla Mobilità Transnazionale Giovanile in Trentino”, della Fondazione Franco Demarchi, relativa alle ricadute sul sistema economico e sociale trentino della nuova mobilità. Sarà quindi lanciata una call online per chiedere alla famiglie e alle comunità interessate di avanzare la loro candidatura a partecipare al progetto.
Di seguito il programma della giornata
Saluti e introduzione  Mattia Gottardi - assessore all’urbanistica, energia e trasporti, emigrazione trentina Giovanni Gardelli – dirigente generale Provincia autonoma di Trento Modera  Ileana Olivo - dirigente Umse coesione territoriale valorizzazione capitale sociale trentino all'estero Il Rapporto Italiani nel Mondo. Partire, restare e tornare tra storicità, strutturalità e nuove dinamiche Delfina Licata - curatrice Fondazione Migrantes Territori e migrazioni tra passato e presente Edith Pichler - consultrice - Università di Potsdam Il fenomeno delle nuove mobilità in numeri - il caso trentino Vincenzo Bertozzi - dirigente Ispat Orizzonti Globali, Radici Locali: Un'Indagine sulla Mobilità Transnazionale Giovanile in Trentino Sabrina Berlanda - ricercatrice Fondazione Demarchi Intervengono l’Associazione Trentini nel Mondo e l’Unione delle Famiglie Trentine all’estero

Migrantes Torino: il 15 febbraio la presentazione del Rapporto Immigrazione

12 Febbraio 2024 - Torino - Le linee guida della Carta di Roma e suoi aggiornamenti messi in relazione con l’ultimo Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes, dove molto rilevante risulta essere la presenza femminile e il ruolo che essa ricopre nell’ambito della complessità del fenomeno migratorio: non solo in campo lavorativo, ma anche in quello sociale, artistico e autoriale, il protagonismo delle donne migranti le rende parte attiva del processo di trasformazione sociale. Depositarie di identità, competenze e ruoli differenti, sono capaci di condizionare i mutamenti in atto, agendo in termini di mediazione tra generi, generazioni, contesti di origine e di destinazione. Questo il tema al centro del convegno organizzato a Torino il 15 febbraio 2024 dalle 9.30 alle 12.30 dall'Ordine dei Giornalisti del Piemonte in collaborazione con l’Ufficio Migrantesdi Torino, il Concorso letterario nazionale Lingua Madre e la Rete Giulia. Previsti gli interventi di Emmanuela Banfo, giornalista Rete Giulia; Simone Varisco, curatore del Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes; Daniela Finocchi, giornalista, Concorso Lingua Madre; Marcella Rodino, giornalista, Pastorale Migrantes di Torino; Stefanella Campana, rappresentante CPO Associazione Stampa Subalpina e direttivo Giulia; Valentina Ippolito, Senior Lecturer in Filmmaking, Kingston University London. Nel pomeriggio dello stesso giorno , a partire dall’approfondimento del Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes si svolgerà un incontro con alcuni dei protagonisti delle espressioni artistico-multiculturali della città di Torino. Interverrà Varisco e i referenti di iniziative dedicate alle tante forme artistiche che arricchiscono il mondo culturale della Città di Torino.

La concretezza dell’amore

12 Febbraio 2024 -
Città del Vaticano - In questa domenica, Giornata mondiale del malato, Papa Francesco ricorda che “la prima cosa di cui abbiamo bisogno quando siamo malati è la vicinanza delle persone care, degli operatori sanitari e, nel cuore, la vicinanza di Dio. Siamo tutti chiamati a farci prossimo a chi soffre, a visitare i malati”. Marco nel suo Vangelo ci propone la guarigione del malato di lebbra, una condizione che allontanava la persona dalla comunità – impuro – e impediva la partecipazione al culto e a ogni pratica rituale, come si legge nel Levitico. “Se vuoi, puoi purificarmi”. Per Gesù niente è così grave e terribile da allontanare qualcuno definitivamente da Dio, così lo tocca e dice: “lo voglio, sii purificato”. Nessuno è impuro da lasciare ai margini della società. Gesù mangia con i pubblicani, con i peccatori; non ha paura del “contagio”, niente per lui è impuro, perché lo vince proprio con la sua vicinanza, con il suo stendere la mano. All’Angelus Papa Francesco esprime “a tutte le persone ammalate o più fragili la mia vicinanza e quella di tutta la Chiesa. Non dimentichiamo lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza”. Il momento della sofferenza – ricordava Benedetto XVI – è il tempo in cui “potrebbe sorgere la tentazione di abbandonarsi allo scoraggiamento e alla disperazione”, ma anche il momento in cui “ripensare alla propria vita, riconoscendone errori e fallimenti, sentire la nostalgia dell’abbraccio del Padre”. Ma in questa Giornata Papa Francesco non dimentica le tante persone “alle quali è negato il diritto alle cure, e dunque il diritto alla vita! Penso a quanti vivono in povertà estrema; ma penso anche ai territori di guerra: lì sono violati ogni giorno diritti umani fondamentali! È intollerabile. Preghiamo per la martoriata Ucraina, per la Palestina e Israele, preghiamo per il Myanmar e per tutti i popoli martoriati dalla guerra”. Tornando al Vangelo di Marco, Francesco ricorda che lo stile di Gesù con chi soffre è fatto di gesti concreti e poche parole: “si china, prende per mano, risana. Non indugia in discorsi o interrogatori, tanto meno in pietismi e sentimentalismi. Dimostra piuttosto il pudore delicato di chi ascolta attentamente e agisce con sollecitudine”. Una concretezza “tanto più importante in un mondo, come il nostro, in cui sembra farsi sempre più strada una evanescente virtualità delle relazioni”. L’amore, ricorda il vescovo di Roma, ha bisogno di concretezza, di “presenza, di incontro, ha bisogno di tempo e spazio donati: non può ridursi a belle parole, a immagini su uno schermo, a selfie di un momento o a messaggini frettolosi. Sono strumenti utili, che possono aiutare, ma non bastano all’amore, non possono sostituirsi alla presenza concreta”. Celebrando in San Pietro la canonizzazione di Maria Antonia de San José, la prima santa argentina, il Papa ha evidenziato le tre cause di una grande ingiustizia, le “tre lebbre dell’anima che fanno soffrire un debole, scartandolo come un rifiuto”: la paura del contagio; il pregiudizio, “Dio lo sta punendo per qualche colpa commessa”; la falsa religiosità, a quel tempo si pensava che toccare un lebbroso, un morto rendesse impuri: “ecco una religiosità distorta che alza barriere e affossa la pietà”. Ma non sono solo cose del passato, dice Francesco: “quante persone sofferenti incontriamo sui marciapiedi delle nostre città! E quante paure, pregiudizi e incoerenze, pure tra chi crede e si professa cristiano, continuano a ferirle ulteriormente! Anche nel nostro tempo c’è tanta emarginazione, ci sono barriere da abbattere, ‘lebbre’ da curare”. Nella lebbra, affermava Benedetto XVI, si può intravvedere un simbolo del peccato “che è la vera impurità del cuore, capace di allontanarci da Dio. Non è in effetti la malattia fisica della lebbra, come prevedevano le vecchie norme, a separarci da lui, ma la colpa, il male spirituale e morale”. Per tornare all’Angelus, il Papa invita a mettersi in ascolto delle persone e non accampare scuse e nascondersi dietro parole astratte e inutili; e chiede: “quand’è stata l’ultima volta che sono andato a visitare una persona sola o malata?”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Migrantes Messina: diaconato e mobilità umana: domani quarto incontro di formazione

9 Febbraio 2024 -
Messina - Si svolgerà domani, sabato 10 febbraio 2024, il quarto incontro del percorso formativo sulla pastorale della mobilità umana che l’Ufficio diocesano Migrantes di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela ha preparato per i Diaconi permanenti della diocesi. L'appuntamento è presso l’Istituto “Cristo Re” dei Padri Rogazionisti (viale Principe Umberto, 89), sala multimediale (primo piano), dalle ore 16 alle 18.
"Conoscere le migrazioni: per una valutazione ragionevole e consapevole" sarà il tema al centro della riflessione. Saranno protagonisti dell’incontro i fedeli della Comunità Cattolica Filippina, guidati dal Cappellano p. Ferico Duque, che animeranno la preghiera iniziale e con le loro testimonianze consegneranno un racconto diverso da quell'immaginario, fatto di sospetti e pregiudizi, che troppo spesso viene veicolato anche all'interno delle nostre comunità, spiega il direttore Migrantes, il diacono Santino Tornesi. L’attenzione e la cura verso la pastorale della mobilità umana - aggiunge - "ha aiutato tanti diaconi a uscire dalle sacrestie e sperimentare la bellezza dei confini allargati, dove l’andare incontro significa opportunità per leggere nel volto del migrante la presenza di Dio che ha un progetto sulla sua Chiesa. La costruzione dell’unica famiglia umana chiama ogni cristiano ad essere promotore di una vera e propria 'cultura dell’accoglienza', che sappia apprezzare i valori autenticamente umani degli altri, al di sopra di tutte le difficoltà che comporta la convivenza con chi è diverso da noi.
Siamo certi - conclude Tornesi - che anche questa tappa formativa consegnerà nuovi stimoli per il ministero diaconale, che nella 'Chiesa povera' di Papa Bergoglio deve solo mettere in moto la fantasia pastorale, che non può e non deve mancare in chi ha come modello la figura di Cristo servo, Figlio di Dio venuto al mondo per liberare l’umanità da ogni forma di schiavitù".

Messina: veglia di preghiera contro la tratta animata dal coro Migrantes

9 Febbraio 2024 - Messina - In occasione della X Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta di persone si è svolta ieri sera a Messina una Veglia di preghiera, presieduta dal Vescovo ausiliare mons. Cesare Di Pietro, sul tema "Camminare perla dignità: ascoltare, sognare, agire". La Veglia - promossa dalle religiose dell’USMI, dai religiosi del CISM, dai membri degli Istituti Secolari, dall’Ufficio diocesano Migrantes e dalla Caritas diocesana - è stata animata dal coro Migrantes della diocesi siciliana. "La nostra chiesa oggi vuol farsi interprete del grido di dolore delle sorelle e dei fratelli sofferenti: quanti sogni infranti e negati nella fanciullezza, quanti sogni divenuti incubi tremendi; ogni persona porta con sé un progetto di vita del quale tutti noi dobbiamo farci carico» ha detto mons. Di Pietro nel suo intervento ribadendo «la consapevolezza di ognuno che non può più demandare agli altri la responsabilità di agire". La Giornata si è celebrata in occasione della memoria di Santa Giuseppina Bakhita, la Suora sudanese che da bambina fece la drammatica esperienza di essere vittima della tratta. (R.Iaria)   Il contributo fotografico è stato realizzato da Adriana Manguerra, referente per l'area documentazione della Cappellania Cattolica Filippina di Messina

Viminale: da inizio anno sbarcate 3.428 persone sulle coste italiane

9 Febbraio 2024 -
Roma - Sono finora 3.428 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo il dato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi migranti sbarcati in Italia nel 2024, 728 sono di nazionalità bengalese (21%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (622, 18%), Siria (485, 14%), Egitto (313, 9%), Pakistan (175, 5%), Sudan (122, 4%), Guinea (109, 3%), Etiopia (81, 2%), Gambia (62, 2%), Eritrea (61, 2%) a cui si aggiungono 670 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Il decreto “Cutro” all’attenzione della Corte di Giustizia europea

9 Febbraio 2024 - Roma - Il decreto Cutro finisce all'attenzione dei giudici della Corte di Giustizia europea. È quanto stabilito dalle Sezioni unite civili di Cassazione che chiedono ai giudici della Ue di pronunciarsi, in tema di migranti provenienti da Paesi sicuri, sul segmento del decreto approvato dal Governo a settembre, relativo alla garanzia finanziaria di circa 5mila euro che un richiedente asilo deve versare per evitare di essere trattenuto in un centro alla frontiera, in attesa dell'esito dell'iter della domanda di protezione. La Suprema Corte, accogliendo la richiesta del procuratore generale, sollecitano ai giudici europei un intervento in via d'urgenza. Le Sezioni unite erano chiamate a vagliare 10 ricorsi del ministero dell'Interno sulle ordinanze con cui il tribunale di Catania non ha convalidato, nei mesi scorsi, i trattenimenti di alcuni migranti tunisini a Pozzallo, in applicazione di quanto disposto dal decreto Cutro. Le Sezioni unite civili chiedono alla Corte Ue se le norme del Parlamento europeo e del Consiglio del 2013 "ostino", in tema di garanzia finanziaria, «una normativa di diritto interno». In particolare, il quesito riguarda «gli articoli 8 e 9 della direttiva Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, del 2013, recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale» e se «ostino a una normativa di diritto interno che contempli, quale misura alternativa al trattenimento del richiedente (il quale non abbia consegnato il passaporto o altro documento), la prestazione di una garanzia finanziaria il cui ammontare è stabilito in misura fissa spiega la Cassazione anziché in misura variabile senza consentire alcun adattamento dell'importo alla situazione individuale del richiedente, né la possibilità di costituire la garanzia stessa mediante intervento di terzi, sia pure nell'ambito di forme di solidarietà familiare».  

Nuovo naufragio al largo della Tunisia

9 Febbraio 2024 - Milano - Ennesima tragedia del mare: almeno 40 persone hanno perso la vita o risultano disperse nell'ultimo naufragio avvenuto ieri davanti alle coste della Tunisia. Tredici corpi di migranti sono stati recuperati dalla Guardia costiera tunisina nelle acque davanti Chebba, a sud di Monastir. Sono invece 27 i dispersi, due soltanto le persone che si sono salvate e che sono state soccorse durante l'operazione. L'imbarcazione trasportava in tutto 42 migranti sudanesi. Il naufragio é avvenuto a 9 miglia di Chebba. Intanto l'autorità giudiziaria tunisina ha aperto un'indagine sulla tragedia che ha portato al ritrovamento finora di 13 corpi di migranti sudanesi. Lo ha dichiarato il portavoce dei Tribunali di Monastir e Mahdia, Fa-rid Ben Jha, precisando che a bordo dell'imbarcazione, probabilmente in ferro - secondo il racconto di due sopravvissuti - c'erano 42 migranti sudanesi. Secondo Ben Jha, i migranti erano in possesso di una carta di asilo dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). Secondo la stessa fonte proseguono le operazioni di ricerca per salvare i dispersi o recuperare altri corpi. « I sudanesi hanno la carta d'asilo dell'Unhcr, un riconoscimento che poteva proteggerli dal rischio deportazione e carcerazione - fa sapere Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) - ma sappiamo che in Tunisia non esiste una legge sull'asilo. Probabilmente le vittime del naufragio erano in Tunisia da anni oppure ci erano arrivati attraverso la rotta migratoria evitando la Libia». «Fino a ieri erano 126 i migranti morti in tutto il Mediterraneo quest'anno, 33 in più dello stesso periodo dell'anno scorso» conclude Di Giacomo. Proseguono comunque i viaggi della speranza verso l'Europa. Dopo una tregua di appena 24 ore (dovuta perlopiù dal maltempo) sono ripresi gli sbarchi a Lampedusa. Una lancia di 12 metri, salpata da Sabrath, in Libia con 105 migranti a bordo, è stata intercettati dai militari della Guardia di finanza. Il gruppo - composto da persone originarie di Marocco, Siria, Egitto, Eritrea, Bangladesh, Pakistan, Ghana e Sudan - ha riferito d'esser partito la scorsa notte e d'aver pagato 5mila dollari a testa o 3mila euro, a seconda della nazionalità. Il barcone è stato sequestrato. Sono state invece intercettate dalla Guardia costiera tunisina e trasferite nel Paese maghrebino le 105 persone che si trovavano a bordo di una barca in pericolo e di cui non si avevano più notizie da oltre 24 ore. A confermare il trasferimento in Tunisia é la stessa Alarm Phone che aveva lanciato l'allarme del barcone due giorni fa. Eppoi ci sono le navi delle Organizzazioni umanitarie che soccorrono i migranti in mare. In questo momento due: la Ocean Viking di Sos Mediterranee e la Geo Barents di medici senza frontiere. La prima si sta dirigendo verso Brindisi, e non più ad Ortona (Chieti), con a bordo 261 migranti soccorsi in diverse operazioni in acque internazionali al largo della Libia. Tra le persone recuperate ci sono 16 donne (4 incinte) e 67 minori non accompagnati. L'arrivo a Brindisi è previsto stamattina alle 9 circa, compatibilmente con le condizioni del mare. È invece previsto domani mattina intorno alle 7 lo sbarco a Ravenna della nave Geo Barents di Medici senza Frontiere con 134 migranti a bordo. Si tratta di 87 uomini, 13 donne, 34 minori di cui 15 non accompagnati provenienti da Siria, Pakistan, Bangladesh, Marocco, Palestina, Egitto, Etiopia ed Eritrea. Fra loro, 70 resteranno in Emilia-Romagna mentre 64 saranno trasferiti con pullman in Lazio. Per l'ottava volta Ravenna si prepara così ad accogliere la nave Ong , ma non senza un rincaro di polemiche. « Il Comune di Ravenna, in stretto raccordo con la Prefettura e con lo straordinario supporto di tutta la comunità, come sempre farà la propria parte con umanità e senso di responsabilità. Ci colpisce invece, l'atteggiamento del governo che continua a scegliere approdi del centro nord allungando ulteriormente il calvario di donne, uomini, bambini e minori già allo stremo delle forze - commenta il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale - Una scelta disumana, dichiaratamente finalizzata a tenere le navi umanitarie lontane dalle zone Sar impedendogli di salvare vite umane». E sempre dall'Emilia Romagna si accende la protesta delle associazioni contro i Cpr, i centri per i rimpatri che il governo Meloni intende realizzazre in ogni Regione d'Italia, alla luce anche di quanto accaduto pochi giorni fa con il suicidio di un giovane nel centro di Ponte Galeria. "No ai Cpr in Emilia-Romagna" chiedono, davanti alla Prefettura di Bologna dove si sono radunate per un sit-in di protesta, tante realtà tra cui sindacati, associazioni, centri sociali e l'Ong Mediterranea. «Quello di Ousmane Sylla era un suicidio annunciato, il quattordicesimo avvenuto in un Cpr negli ultimi cinque anni - denuncia Damiano Borin di Ya Basta -. Sul territorio nazionale tre strutture su 10 sono attualmente sotto indagine per violazione dei diritti umani. Abbiamo mandato una lettera al prefetto chiedendo un incontro». La mobilitazione contro i Cpr si è svolta in tutta la regione e in diverse città d'Italia. I manifestanti chiedono la chiusura dei Cpr e l'abbandono del progetto del governo di aprirne altri, come quello previsto a Ferrara. (Daniela Fassini - Avvenire)

A Ferentino domani la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

8 Febbraio 2024 - Frosinone - Sarà presentato, domani pomeriggio a Ferentino, l'edizione 2023 del “Rapporto Italiani nel Mondo" della Fondazione Migrantes  seguito da un dibattito sul “Turismo Delle Radici”, il progetto promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il convegno, moderato da Gianni Lattanzio, dopo i saluti istituzionali (Piergianni Fiorletta e Elena Cestra, rispettivamente sondaco e assessore al turismo del comune di Ferentino), si aprirà con la presentazione dello studio della Fondazione Migrantes con gli interventi del direttore generale mons. Pierpaolo Felicolo, della curatrice del Rapporto, Delfina Licata, del vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, mons. Ambrogio Spreafico e di Fabio Porta, membro della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati. Seguirà poi un confronto sul Turismo delle radici con gli interventi di Luca Genovese, coordinatore regionale Italea Lazio; di Sonia Fiorini, presidente Comunità e Radici del Lazio e Tiziana Ilari dell'Associazione Ara Antica. Le conclusioni saranno affidate al sindaco di Ferentino Piergianni Fiorletta. (R.I.)

Vangelo Migrante: Voglio essere purificato (MC 1,40-45)

8 Febbraio 2024 -

Nella liturgia odierna la Scrittura ci ricorda le meraviglie di Dio nella nostra vita. I “mirabilia Dei” sono una presa di coscienza di chi riconosce Gesù come kyrios, e come maestro della vita. Non è un semplice guaritore ma il Figlio di Dio, il Verbo che si fa carne e a quanti lo accolgono dà il potere di diventare figli di Dio (prologo). Impariamo a riconoscere i nostri mali e il peccato come fa il salmista nella liturgia: ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa, ho detto confesserò le mie iniquità e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. La grandezza e l’Onnipotenza della Misericordia di Dio non consiste in un mero pentimento né in un battersi il petto per convenienza, ma in un sano realismo della nostra vita. Gesù ama la consapevolezza di chi ammette di aver sbagliato e si affida a lui. Il pentimento è necessario per il perdono dei peccati ma non basta per essere risanati dal male. Continuiamo infatti a peccare e a chiuderci nel vortice di sbagli e omissioni senza un coinvolgimento del cuore. La lebbra che dobbiamo temere non consiste in piaghe fisiche o in inguardabili croste stampate sul corpo, ma nella mancanza di verità su noi stessi. La peggiore lebbra è la difficoltà di dire: ho sbagliato, mi sono comportato male, ti chiedo scusa. Non serve pentirsi nel timore di aver a che fare con un Padre castigatore, quando il cuore è lontano da Lui … solo sentendoci veramente perdonati riusciremo ad amarlo e nell’amore saremo capaci di riconoscere le nostre debolezze. L’amore ottiene la vera misericordia: “le sono perdonati i peccati perché ha molto amato”. L’amore e la vicinanza della nostra anima a Cristo ottiene una vera purificazione. Possiamo capire che Gesù non è un distributore autorizzato di grazie e di guarigioni. Chissà quanti lebbrosi non sono stati guariti, ma risanati sono solo coloro che si lasciano amare e perdonare e seppur nel dolore non esitano a iniziare un cammino con Lui. “Voglio essere purificato”, non è solo il grido disperato di chi non ce la fa più a soffrire e a sentirsi alienato dal mondo, ma il grido profondo di chi anela sentirsi amato. I lebbrosi sono considerati uomini da allontanare perché considerati “peccatori” per il male che hanno compiuto e poi perché sono contagiosi. Il contagio del male è la paura più diffusa. La vera lebbra di cui dobbiamo aver paura è presente nel mondo e a volte anche nelle nostre chiese. Spesso corriamo il rischio di sentirci sicuri all’interno della nostra “routine” spirituale, la santa messa, i sacramenti, l’elemosina, tutto ciò che ci fa sentire a posto con la coscienza ma le nostre azioni non sono coerenti, se non contraddicono, la nostra professione di fede. Ci ritroviamo di fronte a una ortodossia che non corrisponde a una ortoprassi. In tutta la liturgia di oggi siamo invitati a essere sinceri e coerenti e soprattutto ad affidarci a Lui. Cristo sa cosa abbiamo dentro e perché gridiamo a lui. Occorre andare a lui non con atteggiamento di sfida ma con la stessa umiltà del centurione: “non sono degno che tu entri sotto il mio tetto ma di soltanto una parola ed io sarò salvato”. Che bello essere destinatari di quella Parola che ci salva. Essere imitatori di Cristo ci porta alla vera testimonianza di fede che abbatte divisioni, muri e precomprensioni e ci apre all’incontro con i nostri fratelli. Chi la pensa come Cristo si apre alla misericordia e alla compassione. Gesù mosso dalla compassione tocca il lebbroso e lo purifica. Che bello sentirsi toccati dal dito della Sua grazia, sperimentiamo lo stesso sentimento del malato che in un letto di ospedale tenta di stringere la mano di qualcuno per sentirsi sollevato. Oggi giornata mondiale del malato sentiamoci solidali con tutte le sofferenze umane e spirituali e accompagniamole con solidarietà e compassione. Nella purificazione del lebbroso siamo tutti coinvolti e tutti attendiamo che Gesù ci guardi, ci ascolti, ci tocchi e ci risani. Il Mondo ha bisogno di gioia, la gioia piena che non verrà mai tolta. Una gioia che passa attraverso la relazione e il dialogo. Non si guarisce restando chiusi nel mondo virtuale di messaggi effimeri o di emoticons più o meno accattivanti, si è risanati se si ha il coraggio di uscire dall’anonimato e dal mondo invisibile per farci conoscere cosi come si è. Del resto siamo amati cosi come siamo e se questo è vero siamo stati già purificati. (Andrea Fulco)