Il decreto “Cutro” all’attenzione della Corte di Giustizia europea

9 Febbraio 2024 – Roma – Il decreto Cutro finisce all’attenzione dei giudici della Corte di Giustizia europea. È quanto stabilito dalle Sezioni unite civili di Cassazione che chiedono ai giudici della Ue di pronunciarsi, in tema di migranti provenienti da Paesi sicuri, sul segmento del decreto approvato dal Governo a settembre, relativo alla garanzia finanziaria di circa 5mila euro che un richiedente asilo deve versare per evitare di essere trattenuto in un centro alla frontiera, in attesa dell’esito dell’iter della domanda di protezione. La Suprema Corte, accogliendo la richiesta del procuratore generale, sollecitano ai giudici europei un intervento in via d’urgenza. Le Sezioni unite erano chiamate a vagliare 10 ricorsi del ministero dell’Interno sulle ordinanze con cui il tribunale di Catania non ha convalidato, nei mesi scorsi, i trattenimenti di alcuni migranti tunisini a Pozzallo, in applicazione di quanto disposto dal decreto Cutro.
Le Sezioni unite civili chiedono alla Corte Ue se le norme del Parlamento europeo e del Consiglio del 2013 “ostino”, in tema di garanzia finanziaria, «una normativa di diritto interno». In particolare, il quesito riguarda «gli articoli 8 e 9 della direttiva Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, del 2013, recante norme relative all’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale» e se «ostino a una normativa di diritto interno che contempli, quale misura alternativa al trattenimento del richiedente (il quale non abbia consegnato il passaporto o altro documento), la prestazione di una garanzia finanziaria il cui ammontare è stabilito in misura fissa spiega la Cassazione anziché in misura variabile senza consentire alcun adattamento dell’importo alla situazione individuale del richiedente, né la possibilità di costituire la garanzia stessa mediante intervento di terzi, sia pure nell’ambito di forme di solidarietà familiare».