Cittadinanza: la Conferenza episcopale siciliana chiede di rilanciare dibattito pubblico sulle seconde generazioni

23 Giugno 2025 – “Come Caritas e Migrantes di Sicilia, sentiamo la responsabilità di riportare al centro del dibattito pubblico il tema delle cosiddette seconde generazioni, non con finalità politiche, ma attraverso un impegno educativo e culturale, in linea con la missione della Chiesa di promuovere l’inclusione e la dignità di ogni persona”.

Con una lettera co-firmata dai vescovi delegati della regione Sicilia per le migrazioni, mons. Corrado Lorefice, e per la carità, mons. Giovanni Accolla, la Conferenza episcopale siciliana torna a riflettere sul “recente esito del referendum sulla cittadinanza”. Una questione, quella della cittadinanza che “non è solo un dato giuridico”, ma “è una condizione di riconoscimento, appartenenza e partecipazione” che tocca da vicino “decine di migliaia di giovani che, pur nati o cresciuti in Italia, pur condividendo lingua, cultura e quotidianità con i loro coetanei italiani, rimangono ‘stranieri’ nei documenti”.

Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Istruzione e del Merito, nell’anno scolastico 2022/2023 gli alunni con retroterra migratorio in Sicilia erano 28.738. Di questi, 15.047 – pari al 52,5% – sono nati in Italia. I due presuli intendono “rilanciare il dibattito pubblico su queste tematiche, partendo proprio dalle scuole e dalle classi, che riteniamo veri e propri laboratori di inclusione” e, in questo senso, ritengono importante “aprire un confronto serio e articolato sullo ius scholae, come possibile via per riconoscere la cittadinanza a chi ha compiuto un percorso scolastico stabile nel nostro Paese”.

“La novità del nostro tempo – concludono – è che sono proprio le seconde generazioni a chiedere con voce propria il riconoscimento della cittadinanza e non più solo le associazioni del terzo settore. È una spinta dal basso che non può più essere ignorata”.

👉 Il testo integrale della lettera.

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