11 Aprile 2020 –
Cagliari – Medico italo-palestinese, conosciuto in tutta la Sardegna per la sua attività nella Barbagia e le sue doti umane e professionali, Nabeel Kahir aveva recentemente assunto l’incarico di medico di base a Tonara (Nuoro) e per essere stato una storica guardia medica di Aritzo. Noto per il suo impegno a sostegno del popolo palestinese, ricopriva da alcuni anni l’incarico di vice-presidente della Comunità Palestinese in Europa.
È morto all’età di sessantatré anni, dopo aver contratto come tanti operatori sanitari il covid-19. Si tratta del primo medico deceduto in Sardegna a causa del Coronavirus.
Nabeel Kahir non era solo uno stimato medico. Laureatosi in medicina a Cagliari più di quaranta anni fa, è stato per decenni una delle anime dei movimenti in Sardegna per la comunità palestinese di cui era fra i promotori e animatori.
Il medico palestinese, durante tutta la sua permanenza in Italia, Paese di cui era diventato cittadino e dove aveva costruito vita e carriera, non si è mai dimenticato del suo popolo e dei suoi problemi. Nelle manifestazioni di piazza, per sensibilizzare i sardi sulla questione palestinese, è sempre stato in prima linea, alle tante manifestazioni per la pace in Medio Oriente, per il diritto del popolo palestinese a vivere in un proprio Stato.
Attivo in incontri e convegni locali e internazionali, è ricordato per la sua missione organizzata nel 2004 in Palestina frutto di un accordo di cooperazione tra le città di Monserrato (Cagliari) e di Quabatia con il dono di un ambulanza attrezzata all’amministrazione locale.
Sui social network sono tantissimi i messaggi di condoglianze nei suoi confronti da parte di colleghi medici, compagni di lotta, intellettuali, politici e associazioni che ne hanno apprezzato l’operato professionale, l’impegno politico e le qualità umane.
L’ennesimo tragico lutto che colpisce la terra sarda per effetto del Coronavirus. Decine i messaggi da parte dei suoi pazienti di Tonara e dei comuni limitrofi che si erano affezionati a lui. Non restano che lumini nelle case e preghiere musulmane per l’ultimo saluto al medico sardo. Se ne è andato il dottor Kahir in prossimità della Pasqua, festa di resurrezione e di pace. La comunità riserva un commovente abbraccio alla sua figura e continuerà a battersi per la causa palestinese anche in suo nome, con quell’impegno civile e democratico di cui il medico è stato per tanti anni un magnifico esempio.
Il direttore dell’ufficio della Migrantes di Cagliari, Padre Stefano Messina, lo ricorda come un uomo di grande spessore culturale e di sensibilità umanitaria e per le confidenze di due grandi dolori che portava da sempre con sé: il desiderio di aiutare il popolo palestinese e il triste ricordo per aver perduto nel 2014 prematuramente la figlia ventisettenne, Jasmine, ritrovata morta a causa di una intossicazione da monossido causata da una stufa difettosa in Giordania, dove si era recata mossa dal desiderio di aiutare in un campo profughi. (Fabio Cruccu, collaboratore ufficio Migrantes Cagliari)


