Papa Francesco: un pensiero e una preghiera per coloro che soffrono a causa del coronavirus e a causa della violenza in Siria

8 Marzo 2020 – Città del Vaticano – Papa Francesco ha iniziato il momento di preghiera dell’Angelus salutando coloro che in piazza si sono ritrovati – in rappresentanza di associazioni e movimenti – con uno striscione: “per i dimenticati di Idlib”. E al termine un nuovo pensiero alle Associazioni e i gruppi che “si impegnano in solidarietà con il popolo siriano e specialmente con gli abitanti del nord-ovest della Siria, costretti a fuggire dai recenti sviluppi della guerra”. Il papa ha, quindi, rinnovato la sua “apprensione” e il  suo dolore per questa “situazione disumana di queste persone inermi, tra cui tanti bambini, che stanno rischiando la vita. Non si deve distogliere lo sguardo di fronte a questa crisi umanitaria, ma darle priorità rispetto ad ogni altro interesse”. Il papa ha chiesto, quindi, di pregare per questi “fratelli e sorelle” che stanno soffrendo.

“Avvertiamo il bisogno civile e umano di ringraziare Papa Francesco, l’unica autorità mondiale che ha ricordato il dramma dei civili di Idlib, nel nord ovest della Siria”, avevano scritto alcune associazioni (prima firmataria l’Associazione Giornalisti amici di padre Dall’Oglio e tra le firmatarie anche la Fondazione Migrantes, la Caritas Italiana, il Centro Astalli e la Comunità di Sant’Egidio): “siamo sconvolti dalle rare immagini di quei bambini assiderati, a volte da soli, a volte con i loro genitori o parenti. Da una parte sono costretti a fuggire dalla Siria verso la Turchia – si legge nella nota – da bombardamenti a tappeto che violano le regole più elementari del diritto umanitario internazionale e dall’altra sono impediti a trovare salvezza da un muro invalicabile e a oggi non valicato”. Per le associazioni firmatari della nota non si tratta di “un’emergenza improvvisa” ma di una situazione che dura da alcuni mesi: “si calcola che ormai siano almeno un milione gli esseri umani in fuga ammassati al confine turco, alcune stime parlano di un milione e cinquecentomila, in gran parte bambini. Se non si trovasse una soluzione, urgente, le operazioni militari raddoppieranno gli sfollati, per i quali non ci sono che piccole tendopoli. Per tutti costoro ci sono soltanto due sottili corridoi umanitari aperti all’ONU per portargli qualche genere di prima necessità: questo è inammissibile”.

Il Papa si è detto “vicino con la preghiera alle persone che soffrono per l’attuale epidemia di
coronavirus e a tutti coloro che se ne prendono cura” e si è unito “ai miei fratelli Vescovi – ha aggiunto – nell’incoraggiare i fedeli a vivere questo momento difficile con la forza della fede, la certezza della speranza e il fervore della carità . Il tempo di Quaresima ci aiuti a dare un senso
evangelico anche a questo momento di prova e di dolore”.

Papa Francesco ha recitato l’Angelus dalla biblioteca privata del Palazzo Apostolico: “ingabbiato in biblioteca – ha detto ma è per prevenzione”. E al termine ha voluto affacciarsi dalla finestra per benedire i fedeli che nonostante tutto, erano presenti in piazza mantenendo le distanze così come prevedono le normative vigenti oggi in Italia a causa dell’epidemia di coronavirus. “Adesso mi affaccerò per vedervi un po’ in tempo reale”, ha detto papa Francesco rivolgendosi ai fedeli al termine dell’Angelus. Poco dopo la finestra su Piazza San Pietro si è aperta e il Pontefice ha salutato i fedeli presenti e ha dato loro una benedizione. (Raffaele Iaria)

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