8 Gennaio 2020 – Città del Vaticano – “Chiediamo oggi al Signore di aiutarci a vivere ogni prova sostenuti dall’energia della fede; e ad essere sensibili ai tanti naufraghi della storia che approdano esausti sulle nostre coste, perché anche noi sappiamo accoglierli con quell’amore fraterno che viene dall’incontro con Gesù. È questo che salva dal gelo dell’indifferenza e della disumanità”.
Così Papa Francesco questa mattina al termine della catechesi sugli Atti degli Apostoli durante l’Udienza Generale nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Il pontefice ha incentrato la sua meditazione sul tema: “Non ci sarà alcuna perdita di vite umane in mezzo a voi” – At 27,22. L’Apostolo Paolo – ha detto il Papa – “ci insegna a vivere le prove stringendoci a Cristo, per maturare la convinzione che Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti e la certezza che chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo”. Nel commentare il brano degli Atti degli Apostoli che racconta il naufragio dell’Apostolo sull’isola di Malta il papa sottolinea che “quando la morte sembra ormai prossima e la disperazione pervade tutti, Paolo interviene. Egli è l’uomo della fede e sa che anche quel ‘pericolo di morte’ non può separarlo dall’amore di Cristo e dall’incarico che ha ricevuto”. Anche l’arrivo a Malta è difficile e Paolo “viene morso da una vipera ma non subisce alcun danno e viene scambiato addirittura per una divinità. In realtà, quel beneficio viene dal Signore Risorto che lo assiste”. Il racconto degli Atti degli Apostoli mostra così che “il disegno che guida Paolo verso Roma mette in salvo non solo l’Apostolo, ma anche i suoi compagni di viaggio, e il naufragio, da situazione di disgrazia, si muta in opportunità provvidenziale per l’annunzio del Vangelo”.


