25 Novembre 2024 – Dopo alcune iniziative preparatorie, prende il via martedì 26 novembre a Modena, il ricco programma di eventi del Festival della Migrazione 2024 che si chiuderà sempre a Modena il 30 novembre, facendo tappa tra Bologna, Ferrara, Carpi e altre località emiliane, “sconfinando” anche a Rovigo.
Tra gli eventi principali, il pomeriggio del 26 a Bologna dalle ore 16:00 il convegno “Migrazione e cittadinanza: sfide e opportunità per rigenerare l’Italia” con gli interventi di S. Em. il card. Matteo Zuppi, presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, e Stefano Bonaccini, europarlamentare, moderati da Agnese Pini, direttrice Il Resto del Carlino. Introdurrà i lavori il saluto di mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes.
La sera stessa a Sassuolo, dalle ore 20.45, è invece in programma la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2024 della Fondazione Migrantes con il saluto di mons. Felicolo, l’introduzione della curatrice del Rapporto, Delfina Licata (Fondazione Migrantes), e gli interventi tra gli altri di Marisa Fois (Fondazione Migrantes) che presenterà un focus sul tema “Cittadinanza e Africa”.
Il giorno 27 a Modena dalle ore 9:00 l’apertura istituzionale sul tema del Festival, “Europa-Africa andata e ritorno: le storie e i cammini che rigenerano l’Italia” con le relazioni, tra gli altri, di Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, S.E. mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes e arcivescovo della diocesi Ferrara-Comacchio.
Mons. Perego, nel corso della stessa giornata, chiuderà anche i lavori a Ferrara su “Memorie Migranti. Perché e come fare memoria della migrazione”, e quelli del 28 pomeriggio a Rovigo, imperniati su “Scuola: laboratorio di convivenza e nuova cittadinanza”.
Il Festival, promosso dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana e dall’Associazione Porta Aperta di Modena, in collaborazione col Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità di UNIMORE, nasce dal bisogno di uno studio approfondito e non ideologico del fenomeno delle migrazioni, che richiede una riflessione lontana dai luoghi comuni.
L’obiettivo del Festival è quello di rappresentare la diversità, le sfumature e l’esperienza soggettiva all’interno della migrazione, partendo dal comune denominatore dell’appartenenza all’umanità. L’intenzione dei promotori è sfidare la retorica che riduce i migranti a categorie semplicistiche: nemici attivi o vittime passive.