“Morire di Speranza”: domani veglia di preghiera con mons. Russo

17 Giugno 2020 –

Roma – In occasione della Giornata mondiale del rifugiato del prossimo 20 giugno, domani sera, 18 giugno, presso la Basilica di Santa Maria in Trastevere la veglia di preghiera  “Morire di Speranza”, organizzata da diverse associazioni e movimenti impegnate nell’accoglienza e nell’integrazione delle persone fuggite da guerre o da situazioni insostenibili nei loro Paesi (Associazione Centro Astalli, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Comunità di Sant’Egidio, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Scalabrini Migration International Network, ACLI, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ACSE.). Durante la veglia  verranno ricordate le 40.900 persone morte, dal 1990 a oggi, nel mare Mediterraneo o nelle altre rotte, via terra, dell’immigrazione verso l’Europa. Un conteggio drammatico – si legge in una nota –  che si è ulteriormente aggravato nei primi mesi del 2020, quando, nonostante la situazione di emergenza causata dal Covid-19 sono state 528 – per metà donne e bambini – le persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere il nostro continente, soprattutto dalla Libia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale. Si tratta di un bilancio troppo pesante, per essere considerato, come troppo spesso accade, come una statistica accanto alle altre. È invece “una tragedia dell’umanità di cui occorre fare memoria pensando soprattutto alle migliaia di persone che si trovano in questo momento nei centri di detenzione in Libia – per i quali è più che mai urgente aprire i canali dei corridoi e dell’evacuazione umanitaria – o nei campi profughi di Lesbo, dove alle condizioni disumane si è aggiunto il pericolo della pandemia”.

Durante la veglia di Santa Maria in Trastevere, che sarà presieduta, da mons. Stefano Russo, segretario generale della CEI, verranno ricordati alcuni nomi di chi è scomparso e accese candele in loro memoria. Parteciperanno numerosi immigrati di diversa origine e saranno presenti anche familiari e amici di chi ha perso la vita in mare.

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