Migrantes Capua: con la forza della fede e la vicinanza del Papa

25 Maggio 2020 – Capua – Quella di Capua non è una grande diocesi, ma ha un territorio, che dalla collina al mare, attraversa realtà diversissime per densità di abitanti, situazione socio economica, concentrazione di immigrati e criminalità. L’emergenza sanitaria da Covid 19 ha enfatizzato pregresse situazioni di precarietà economica, di sfiducia nelle istituzioni, di solitudine sociale, di immigrazione irregolare ed emarginata, soprattutto in certe aree del nostro territorio, come Castel Volturno, dove la presenza dei migranti è più marcata e problematica facendo la differenza sul modo di esserci e di servire. Non v’è dubbio, infatti, che la cultura della categorizzazione dell’“altro”, come capro espiatorio delle disuguaglianze, si è manifestata in tutta la sua drammaticità anche e soprattutto in tempo di pandemia. Per questo motivo, accanto agli aiuti di natura assistenziale, attuati in collaborazione con Caritas ed altre associazioni laiche, il nostro impegno si è particolarmente concentrato nell’opera di accompagnamento spirituale, orientamento e informazione. Lo si è fatto nella consapevolezza, che pur nelle circostanze più disperate, si può sempre far leva sul patrimonio spirituale delle persone, specialmente delle persone migranti, che se adeguatamente sostenuto e vivificato, è la risorsa principale per superare ogni sfida.

In tutto questo la testimonianza del Papa è stata una fonte di ispirazione fondamentale. Un riferimento spirituale che presto si è trasformato anche in una inaspettata e prodigiosa vicinanza materiale. Non appena, infatti, il Comitato composto da varie espressioni del mondo ecclesiale e associativo, ha lanciato l’appello alla solidarietà con la raccolta di fondi per “Castel Volturno Solidale”, il suo grido è arrivato immediatamente al cuore del Cardinal Krajewski, che a nome di Papa Francesco, ha inviato un contributo di 20.000 euro.

Forti di questo aiuto così significativo e fiduciosi in quel “rapporto privilegiato” che ci ha reso sempre credibili, abbiamo collaborato in modo determinante ad una serie di iniziative tese a far sentire la costante vicinanza della Chiesa perché nessuno si sentisse “solo nella tempesta” (richiedenti asilo, lavoratori della terra, senza fissa dimora, rom, domiciliati). Nella prima ora dell’emergenza l’obiettivo principale è stato quello di dare le giuste informazioni perchè i messaggi che arrivavano dalle istituzioni potessero essere ben compresi dalla popolazione immigrata, evitando il rischio di creare solo panico o confusione. Per far questo è stato immediatamente attivato un call-center, in inglese e francese, aperto tutti i giorni e pubblicizzato attraverso uno speakeraggio effettuato a giorni alterni nelle lingue parlate nel territorio. La presenza del furgoncino con gli altoparlanti per l’informazione sanitaria e l’indicazione dei servizi posti in essere, ha tranquillizzato molto le persone e predisposte all’aiuto; come una scialuppa di salvataggio in mezzo ad un mare di inquietudine, i volontari hanno attraversato avanti e indietro le infinite vie e viuzze dei quartieri abitati dagli immigrati e dalle famiglie più povere.

Oltre a ciò abbiamo iniziato a trasmettere attraverso i nostri canali Facebook, la S.Messa in inglese celebrata dai padri comboniani nella chiesa Santa Maria dell’Aiuto all’interno del Centro Fernandes, struttura di accoglienza e servizi per immigrati gestita dalla Migrantes. In essa, i fedeli cattolici erano invitati a vivere in comunione con tutti i credenti delle altre confessioni religiose perché la Fede potesse essere uno strumento per superare la crisi attuale, ma soprattutto per costruire una cultura di convivenza e di pace universale. A tale scopo abbiamo promosso, insieme alle parrocchie ed ai missionari, un incontro di preghiera comune con i pastori delle numerose chiese pentecostali africane e l’Imam per unire le forze di ogni specifico patrimonio umano e spirituale. Questo molto prima della bella iniziative del Papa realizzatasi a livello mondiale il 14 maggio. Essere in sintonia con il Papa ha reso ogni nostro sforzo più leggero gratificante.

La sfida non è ancora finita, ma possiamo dire con certezza e speranza che il Signore non ci abbandona e sulla Sua parola continueremo fiduciosi a gettare le nostre povere reti.

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