Viminale: misure di prevenzione Covid-19 nel sistema di accoglienza migranti

2 Aprile 2020 – Roma – Una circolare del capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione. Michele Di Bari, richiama l’attenzione dei prefetti sulle disposizioni adottate per la prevenzione della diffusione del virus COVID-19, nell’ambito del sistema di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e dei centri di permanenza per il rimpatrio, anche alla luce dei quesiti ricevuti.

Per evitare rischi di contagio tra i migranti accolti e tra gli operatori delle strutture di accoglienza, deve essere “assicurato il rigoroso rispetto delle misure di contenimento previste a livello nazionale, compreso l’obbligo per gli ospiti di rimanere all’interno delle strutture”.

 

All’arrivo in Italia, i migranti dovranno essere “sottoposti prioritariamente al previsto screening da parte delle competenti autorità sanitarie” per accertare che non presentino patologie infettive o sintomi riconducibili al coronavirus Covid-19. Successivamente vanno “applicate le misure di sorveglianza sanitaria e di isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni”, al termine del quale “sempre che non siano emersi casi di positività al virus, i migranti potranno, ove ritenuto necessario, essere trasferiti in altra struttura di accoglienza, previo rilascio di idonea certificazione sanitaria”.
È di “fondamentale importanza” che “a cura degli enti gestori, con l’ausilio dei mediatori culturali, venga impartita ampia ed aggiornata informativa sui rischi della diffusione del virus, sulle prescrizioni anche igienico-sanitarie da adottare, sul distanziamento all’interno dei centri, sulle vigenti rigorose limitazioni degli spostamenti e, nei casi in cui siano in atto le più stringenti misure previste per i casi di isolamento fiduciario o di quarantena, sull’esigenza del loro assoluto rispetto”.
Inoltre, al fine di “impedire gli spostamenti sul territorio em sino al termine delle misure connesse all’emergenza in atto, dovrà essere garantita e monitorata la prosecuzione dell’accoglienza anche a favore di coloro che non hanno più titolo a permanere nei centri”.
Nella circolare si evidenzia che i prefetti sono chiamati a “monitorare il rispetto delle prescrizioni imposte” e “intercettare eventuali difficoltà operative” valutando “l’opportunità di assumere ulteriori iniziative finalizzate alla prevenzione e al contrasto della diffusione del virus nell’ambito del sistema di accoglienza, d’intesa con le altre istituzioni operative sul territorio, in particolare sanitarie”.

R.Iaria

Temi: