25 Novembre 2019 – Tokyo – “Stendere le braccia dell’amicizia e di accogliere quelli che vengono, spesso dopo grandi sofferenze, a cercare rifugio nel vostro Paese”. È l’invito con cui si è concluso il discorso rivolto dal Papa ai giovani dalla cattedrale di Tokyo. “Con noi qui c’è un piccolo gruppo di rifugiati”, ha fatto notare il Papa: “La vostra accoglienza testimonierà che per molti possono essere estranei, ma per voi si possono considerare fratelli e sorelle”.
“Un maestro saggio una volta disse che la chiave per crescere nella saggezza non sta tanto nel trovare le risposte giuste, ma nello scoprire le domande giuste”, ha sottolineato il Papa: “Spero che possiate farvi delle ottime domande, mettervi in discussione e aiutare gli altri a porsi domande buone e provocatorie sul significato della vita e su come possiamo costruire un futuro migliore per coloro che verranno dopo noi”.
“Non confondete e non stordite i vostri sogni, date loro spazio e osate guardare a grandi orizzonti, guardare ciò che vi attende se avrete il coraggio di costruirli insieme” ha quindi aggiunto sottolineando che il Giappone “ha bisogno di voi, il mondo ha bisogno di voi, svegli e generosi, gioiosi ed entusiasti, capace di costruire una casa per tutti. Prego perché cresciate in saggezza spirituale e scopriate in questa vita la strada verso la vera felicità”.


