Don Buonaiuto: petizione per una Giornata del migrante ignoto

11 Luglio 2019 – Roma – “Vi ricordate di Aylan Kurdi, il bambino di tre anni con maglietta rossa e pantaloncini blu riverso sulla spiaggia in Turchia? La sua foto ha fatto il giro del mondo, ma non ci ha insegnato niente. Vi ricordate il ragazzino di 14 anni che viaggiava verso l’Italia con la pagella cucita nella giacca, per dimostrare che era degno di stare nel nostro Paese? E’ morto nel Mediterraneo, senza che nessuno lo potesse piangere. Anche lui non ci ha insegnato nulla. Solo nei primi 4 mesi del 2019 nel Mediterraneo sono morte 422 persone, più di tre al giorno. In media si tratta della percentuale di morti più elevata sul totale delle partenze dal 2014. Dal 2014 a oggi non abbiamo ancora imparato nulla. E soprattutto queste sono soltanto le vittime accertate. Di tutte le altre non possiamo neppure stabilire un ordine di grandezza. Sappiamo soltanto che per un migrante al quale possiamo per lo meno dare sepoltura, ce ne sono almeno dieci di cui nessuno rivendicherà il corpo. Dispersi senza neanche una tomba su cui deporre un fiore”. Così inizia una lettera aperta scritta da don Aldo Buonaiuto, fondatore del quotidiano online In Terris e sacerdote dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che chiede l’istituzione di una giornata del migrante ignoto. “In questi anni – scrive il sacerdote – abbiamo imparato a parlare il linguaggio dell’immigrazione. Flussi, accoglienza, integrazione sono diventate parole del lessico condiviso. C’è solo un protagonista rimasto colpevolmente ai margini di queste dinamiche epocali pur essendone l’epicentro: il migrante ignoto”: un numero “incalcolabile di persone – spiega – svanisce nei viaggi della speranza. Sono gli invisibili di cui si perdono le tracce in viaggi rocamboleschi o nei luoghi di approdo che però divengono terra di nessuno, riserva di caccia della tratta di esseri umani e delle più inconfessabili pieghe oscure delle nostre società avanzate”.
Per don Bonaiuto i migranti finiscono nelle cronache di tv e giornali “solo quando vengono caricati a bordo di imbarcazioni di soccorso. Di tutti gli altri disperati, degli ‘sbarchi’ fantasma, delle vittime dei trafficanti di carne umana nessuno sa nulla, nessuno si preoccupa, nessuno apre per loro l’agenda delle priorità nazionali e comunitarie”.
Il sacerdote, attraverso le pagine del suo giornale on line si rivolge all’Onu, all’Europa, alla Santa Sede e al Governo italiano, “che da anni cooperano sul fronte dell’accoglienza, affinché venga istituita una Giornata del migrante ignoto. Il Mar Mediterraneo – scrive – è diventato un Olocausto odierno” e ricorda che per istituire la Giornata della Memoria ci sono voluti 60 anni: “ non aspettiamo altrettanto per quello che stiamo vivendo oggi”, “un’emergenza divenuta ormai contingenza quotidiana: nessuno può fingere di non sapere che suo fratello svanisce nelle fauci della disperazione”. (R.Iaria)

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