Faim: il 28 giugno Convegno su “Europa: tutelare le nuove migrazioni, quali responsabilità”

30 Maggio 2019 – Roma – “Europa: tutelare le nuove migrazioni, quasi responsabilità”: questo il tema di un convegno promosso dal Faim – Forum Associazioni Italiane nel Mondo – che si svolgera a Roma, presso il Centro Congressi Frentani il prossimo 28 giugno.
“Alla presa d’atto della significativa ripresa dell’emigrazione italiana che sta avvenendo a livello anche istituzionale non corrispondono iniziative volte a rendere meno gravosi i percorsi emigratori degli italiani che emigrano né a ridurre i motivi economici e sociali che sono alla base della nuova spinta emigratoria. Allo stesso tempo le mutazioni intervenute nel quadro economico e politico-sociale nei paesi di arrivo rendono in quei paesi più difficile la difesa dei diritti sociali e civili dei nuovi migranti. Si va affermando, nei diversi paesi, a partire dalla Brexit, ma non solo, un ambiente ostile volto a disincentivare l’immigrazione dei lavoratori comunitari”, si legge in una nota della Faim che presenta il Convegno. Per la Faim i nuovi processi emigratori intraeuropei determinano “una concentrazione di popolazione nei luoghi dove si concentra ricchezza, forte attività produttiva e potere politico e un progressivo decremento di popolazione, parallelo alla crescita di povertà, nelle aree periferiche europee. In Italia si accentua lo storico dualismo Nord-Sud Italia che indebolisce l’intero paese, nord compreso. Analoghi fenomeni caratterizzano altre aree del nostro continente. La principale contraddizione che attraversa l’Europa è – si legge in una nota – quella di un peggiorato rapporto fra centro e periferie. Accanto ai paesi mediterranei, i paesi dell’Est hanno perso e perdono quote ancora più consistenti di popolazione a vantaggio delle aree centrali. Contemporaneamente ha luogo il fenomeno delle migrazioni degli anziani verso altri paesi, attratti da incentivi fiscali e dal più basso costo della vita”. Rispetto a tali scenari “ci si è occupatati troppo di presunte invasioni di immigrati dall’estero, mentre non ci si è occupatati – in Italia come in Europa – di realizzare politiche di sviluppo e di riequilibrio tra aree periferiche e centrali”. E per quanto riguarda la composizione della nuova emigrazione si può confermare che si tratta di una emigrazione sempre “più spinta dalla necessità e sempre meno di una libera mobilità basata su libere scelte individuali, motivate da curiosità o ricerca di stili di vita alternativi. Secondo i dati disponibili i laureati costituiscono poco più di un quarto del totale degli emigranti; la principale componente “in fuga” continua a essere quella delle braccia; di ciò è necessario prendere atto. Ed è altrettanto necessario dotarsi a livello nazionale ed europeo di politiche che riguardino tutti gli emigrati, a prescindere dai loro diversi livelli di scolarizzazione e qualificazione ed ovunque essi si trovino”.

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