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Rifugiati: nel 2019 reinsediati 63.696 persone su 1,4 Mln

5 Febbraio 2020 - Roma - Degli 1,4 milioni di rifugiati che si stima necessitino di essere reinsediati con urgenza a livello mondiale, solo 63.696 sono stati reinsediati l'anno scorso tramite l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). Come fa sapere l'Alto commissariato in una nota, è stato così soddisfatto solo il 4,5 per cento delle esigenze di reinsediamento a livello mondiale nel 2019, per questi si fa appello ai governi affinchè mettano a disposizione ulteriori posti. Come si legge ancora nel comunicato, sebbene lo scorso anno il numero di rifugiati reinsediati sia cresciuto moderatamente del 14 per cento rispetto all'anno precedente - nel corso del quale le persone reinsediate erano state 55.680 - continua a esservi un divario enorme tra le esigenze di reinsediamento e i posti messi a disposizione dai governi in tutto il mondo. Il numero più elevato di partenze facilitate dall'Unhcr nell'ambito del programma di reinsediamento l'anno scorso ha avuto per destinazione gli Stati Uniti, seguiti da Canada, Regno Unito, Svezia e Germania. Dei più di 63mila rifugiati reinsediati l'anno scorso, la maggior parte era originaria di Siria, Repubblica Democratica del Congo, e Myanmar. Nonostante l'obiettivo di 60mila partenze verso 29 Stati differenti fissato dalla Strategia per il reinsediamento sia stato raggiunto, sulla base delle previsioni attuali l'Unhcr esprime preoccupazione in merito al fatto che, quest'anno, sarà reinsediato un numero inferiore di rifugiati.

Unchr: al via a Ginevra il primo Forum globale sui rifugiati per nuovi approcci e soluzioni

17 Dicembre 2019 -  Ginevra – E’ iniziato ieri a Ginevra il primo Forum globale sui rifugiati un evento mondiale di tre giorni per trasformare il modo in cui la comunità internazionale risponde alle situazioni che vedono coinvolti i rifugiati. Il Forum riunisce, tra gli altri, rifugiati, capi di Stato e di governo, leader delle Nazioni Unite, istituzioni internazionali, organizzazioni per lo sviluppo, leader dell’imprenditoria e rappresentanti della società civile, presso il Palazzo delle Nazioni, sede degli Uffici delle Nazioni Unite a Ginevra. Il Forum, presentato da Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, e Svizzera, è convocato congiuntamente da Costa Rica, Etiopia, Germania, Pakistan e Turchia. Tra gli obiettivi “sviluppare nuovi approcci e assumere impegni a lungo termine a favore dei rifugiati e delle comunità che li accolgono”. Sono oltre 70 milioni le persone in fuga da guerre, conflitti e persecuzioni in tutto il mondo. Di queste, oltre 25 milioni sono rifugiati, quindi non possono fare ritorno nei propri Paesi. “Veniamo da un decennio segnato da esodi che ha visto aumentare drammaticamente il numero di rifugiati”, ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi: “Questa settimana, in occasione del primo Forum globale sui rifugiati, dobbiamo orientare gli sforzi per il prossimo decennio per sostenere i rifugiati e i Paesi e le comunità che li accolgono. Il Forum è un’opportunità per testimoniare il nostro impegno collettivo per implementare il Global compact sui rifugiati e sostenere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”. Tra le dichiarazioni di impegni che saranno presentate al Forum sono inclusi temi che riguardano l’assistenza finanziaria, tecnica e materiale; le modifiche alle normative e alle politiche per consentire una maggiore inclusione dei rifugiati nelle società; reinsediamenti e ritorni in condizioni sicure e dignitose. Presenti al Forum anche 100 imprese e fondazioni pronte a sottoscrivere impegni negli ambiti occupazionale, finanziario e di altre forme di assistenza.

Unhcr: in Italia 732 apolidi e 15mila invisibili senza scuola né medico

13 Novembre 2019 - Roma - In Italia sono 732 gli apolidi riconosciuti ma la stima delle presenze reali, proprio per la difficoltà di individuarli, oscilla tra le 3.000 e le 15 mila persone, provenienti per lo più dalla ex Jugoslavia e arrivate nel nostro Paese quando erano molto giovani oppure nate qui. Ma soprattutto ci vuole tantissimo tempo per ottenere questo status in Italia: è il caso di Dari, 28 anni, che l’ha avuto dopo ben 13 anni di attesa. È quanto emerge dal nuovo report dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur). Si tratta di una condizione, denuncia l’Acnur, che viola i diritti umani e riguarda almeno 3,9 milioni di apolidi noti nel mondo, ma si stima che il numero reale sia molto più elevato, attorno ai 10 milioni, anche perché le statistiche sull’apolidia sono disponibili solo per un terzo degli Stati a livello globale. Sono persone che non hanno accesso ai diritti fondamentali: non possono andare a scuola, essere visitati da un medico, avere un lavoro, aprire un conto in banca, comprare una casa e nemmeno sposarsi. Questo perché l’apolide non viene considerato cittadino da nessuno Stato e, di conseguenza, non viene riconosciuto il diritto fondamentale alla nazionalità, né assicurato il godimento dei diritti ad essa correlati contribuendo così a rendere invisibili individui e intere comunità e a emarginarli dal resto della società. “Le persone apolidi non chiedono altro che gli stessi diritti di cui godono tutti i cittadini” commenta Roland Schilling, Rappresentante Regionale Unhcr per il Sud Europa che raccomanda all’Italia che le procedure di riconoscimento dello status di apolidia “siano più accessibili, efficaci e rapide” e che le persone apolidi possano essere riconosciute cittadini italiani alla nascita visto che “di fatto la legge italiana già prevede questo diritto” ma nella prassi ciò non accade.  

Grandi: “ora basta parlare di porti chiusi ma rispondiamo alle crisi umanitarie e alle ansie degli europei”

16 Settembre 2019 - Madrid – “La relativa facilità con cui si è permesso l’ultimo sbarco dei migranti in Italia mi fa ben sperare: forse ora il dibattito pubblico finirà di essere distratto dai dettagli e potrà concentrarsi sui veri problemi”. Lo ha detto ieri sera Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, non citando direttamente i migranti sbarcati dalla nave Ocean Viking a Lampedusa. Grandi è intervenuto a Madrid all’assemblea inaugurale del convegno interreligioso “Pace senza Confini” organizzato dalla diocesi della capitale spagnola e dalla Comunità di Sant’Egidio. Ai leader religiosi e politici, l’Alto Commissario Unhcr ha chiesto di ricordare i 71 milioni di sfollati, “i quali – ha affermato – sono un test, un barometro per le nostre società”. Per questo, secondo Grandi “occorre concentrare l’attenzione sulla cooperazione necessaria per la soluzione dei problemi globali che spingono le persone a migrare, rispondere alle ansie degli europei, mantenere la tenuta dei nostri valori con iniziative di solidarietà concrete, come i corridoi umanitari”.