17 Ottobre 2025 - Rom, sinti e camminanti stanno per vivere il loro Giubileo a Roma, proponiamo un articolo di "Migranti Press" su un'esperienza sostenuta dalla Fondazione Migrantes, il "Coro Millecolori" di Scampia (NA).
Il “Coro Millecolori” nasce nel 2019 a Napoli, nel quartiere di Scampia, presso il “Centro Millecolori” delle Suore della Provvidenza. L’idea del progetto, sostenuto dalla Fondazione
Migrantes, è quella di offrire a tutti i bambini e le bambine provenienti da una delle aree più marginali di Napoli – il rione “Lotto P” di Scampia, più il campo rom di Cupa Perillo – un’occasione per scoprire e valorizzare i propri talenti, avviare possibili percorsi di professionalizzazione nell’ambito dell’arte e della bellezza e, soprattutto, effettuare concreti passi di integrazione tra persone di etnie e culture diverse che difficilmente trovano vie di convivenza.
Il Coro intende presentare la musica come via per “umanizzarsi”, conoscere sé stessi e gli altri, crescere nell’armonia e nell’amicizia. La proposta rientra nella “pastorale dei rom” ed è offerta concretamente dalla Rettoria Santa Maria della Speranza, gestita dai Padri Gesuiti, in collaborazione con le Suore della Provvidenza.
I primi passi
Al momento della nascita, grazie alla paziente opera di suor Edoarda Pirò, allora direttrice del Centro, e della prima direttrice corale, Chiara Calastri, il coro riuniva una ventina di bambini, di età compresa tra i 7 e i 10 anni, e ha iniziato cantando un repertorio di brani etnici di tutto il mondo. Il repertorio poi è andato gradualmente evolvendo, passando al gospel afro-americano, fino a brani originali in lingua napoletana, scritti e arrangiati dall’attuale direttore artistico, Ciccio Merolla, insieme alla direttrice corale, Filomena De Rosa. In poco tempo i bimbi del “Coro Millecolori” sono passati dalle piccole performance nel territorio di Napoli a concerti fuori regione, con tappe a Firenze, Milano e, di recente, a Torino dove, dal 26 al 28 settembre 2025, hanno partecipato a “Babelebàb -Secondo Festival Nazionale dei Cori Interculturali”. Inoltre, il Coro ha nel tempo registrato i propri brani e sta completando il lancio della prima raccolta, in uscita a fine 2025. È interessante rileggere la genesi, i valori “fondanti”, la storia e lo sviluppo dell’esperienza del coro, attraverso le parole di Chiara Calastri, nel suo report ancora inedito, Voices of Scampia – Coro Millecolori; An Ethnographic Report on Choral Creative Practices in a Neapolitan Marginaliseed Neighbourhood. Scrive Calastri che «il Coro Millecolori mira a rendere l’educazione musicale accessibile a tutti i bambini» e chiarisce che «il progetto concepisce la musica non solo come un’arte, ma anche come ciò che può plasmare il contesto in cui nasce, grazie all’interazione con le principali istituzioni politiche e le strutture di sviluppo socio-economico che operano per la rigenerazione del potenziale del quartiere». La filosofia educativa che ha sostenuto sin da principio tutta l’attività corale era costituita da tre assi:- Suonare: incontrare l’arte (ear training, analisi dei brani, trascrizione, tecnica).
- Esprimersi: incontrare il proprio sé (improvvisare, comporre, arrangiare, interpretare).
- Condividere: incontrare l’altro / gli altri (musica d’insieme, esecuzione, performance, registrazione).
L’evoluzione del coro: un discernimento costante
Inizialmente i bimbi del Coro cantavano brani di diverse tradizioni del mondo, in diverse lingue (inclusi hindi ed ebraico). L’esperienza è stata molto bella, ma c’era un ostacolo fondamentale alla piena rappresentazione dei brani: la difficoltà di comprensione e pronuncia delle lingue, al di là della mera riproduzione del “suono” dell’originale. Pertanto nel 2020 il Coro è passato a un repertorio gospel. Pur trattandosi sempre di canti in lingua straniera, il gospel era ed è un genere musicale che possiamo definire “il canto degli oppressi”: porta in sé una sensibilità nella quale implicitamente i ragazzi si ritrovavano, riuscendo in questo caso a esprimere con grande naturalezza il significato delle canzoni, cioè la sofferenza dell’uomo che domanda a Dio il senso della vita a fronte di una situazione di povertà, schiavitù e spesso anche di maltrattamento. Nei primi due oltre alle lezioni corali vi erano lezioni di percussioni, chitarra e anche pianoforte. L’idea era che il coro potesse auto-accompagnarsi con il supporto iniziale di maestri di musica. In questa cornice di evoluzione del Coro, è arrivato come di rettore artistico Ciccio Merolla, musicista afro-napoletano, già percussionista di Pino Daniele. Con il suo arrivo, unitamente alla presenza di Filomena De Rosa, che nel frattempo aveva sostituito Chiara Calastri, è stato possibile a scrivere per il coro dei testi inediti nell’unica lingua che accomunava i giovani nati a Scampia: la lingua napoletana. I primi brani del nuovo corso del Coro Millecolori sono stati arrangiati e suonati “in casa”, con l’aiuto di musicisti professionisti locali, proponendo ai bimbi di performare cantando coralmente sulla musica suonata live. Nel momento in cui sono arrivati i primi concerti, il risultato è stato entusiasmante. Tuttavia l’esecuzione dal vivo con una band richiedeva lo spostamento di un organico troppo grande e troppo complesso. Inoltre, superata l’emozione del momento in cui performava, a un ascolto “a freddo” delle registrazioni dei concerti il risultato appariva meno soddisfacente: molti errori, scarsa intonazione, troppa confusione. Pertanto si è deciso di interrompere la performance live e si è iniziato a comporre i nuovi brani avvalendoci di basi musicali pre-registrate, utilizzando le basi stesse come playback su cui le voci dei bambini potevano cantare dal vivo con grande facilità, con maggiore intonazione e armonia, e senza muovere numerosi musicisti e pesanti strumenti musicali.L’afro-beat e il rap napoletano
Ciò ha permesso anche di sviluppare in modo più articolato il genere musicale performato dai bambini, con l’introduzione di diversi brani su basi “afro-beat” e con la presenza di parti in “rap napoletano”, il che ha favorito l’attività solistica di alcuni talenti notevoli presenti nel coro. Il risultato è stato sorprendente, come pure è stata eccellente la pedagogia sottesa a questa nuova formula: imparare divertendosi, divertirsi imparando, sperimentare l’ascolto della propria voce prima su una base completa con anche le voci registrate, e successivamente sulla base solo strumentale. Inoltre, lungo l’arco di tre anni i bambini, che ora sono dei giovani, del Coro Millecolori hanno fatto ripetutamente l’esperienza dello studio di registrazione, hanno imparato a farsi coraggio per vincere la naturale timidezza e ritrosia al salire sul palco, apprendendo come gestire l’emozione trasformandola in “energia di performance”, fino a introdurre alcuni movimenti del corpo in accompagnamento al canto e alcuni momenti “recitati” di presentazione dei brani, traducendoli dal napoletano all’italiano. Oggi, dopo sei anni di percorso costante, i giovani coristi sanno offrire uno spettacolo completo, interessante dal punto di vista dei contenuti e della musica, arricchente e piacevole per chi vi partecipa, segno di una eccellente testimonianza che chi vive in contesti di povertà può dire al mondo in musica il proprio desiderio di riscatto e di riuscita sociale, celebrando la bontà dell’animo umano e la gioia nella collaborazione, unite all’amicizia e all’amore per la musica. (Eraldo Cacchione sj, in "Migranti Press" 9 2025)Un brano - "RISCATTO"
( rit ) c serv n’occasione p c riscatta’ nuij nu vulimm nient sol n’opportunita’ nu vulimm or nu vulimm argient simm cuscient e chell ca a music po da mill pensier nda cap ma pigliat a capat quand o cantant a fatt a serenat (solista) sacc chell caggia fa quand sent na bas piglij a penn ca sta la e c scriv nata strof ca si pur nu foss cos nu m stanc a cancella’ e accumenc natavot e accumenc natavot a la stut o telefn p st’incantesim rep t cresim a zer centesim sient ca staser e parol so chiu bell lagg scritt p te sott a luc e chesta stell song chest e cos bell ca sta music m ra song chest e cos bell ca sta music t ra