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John: una storia di accoglienza raccontata da Papa Francesco

7 Febbraio 2022 - Città del Vaticano - Una storia bela che “non uscirà sul giornale”. È la storia di John, un ragazzo ghanese, 25 anni, migrante, che per arrivare in Italia “ha sofferto tutto quello che soffrono tanti migranti, e alla fine si è sistemato nel Monferrato, ha incominciato a lavorare, a fare il suo futuro, in un’azienda vinicola. E poi si è ammalato di un cancro terribile, è in fin di vita”. Lo ha ricordato ieri Papa Francesco al termine dell’Angelus in piazza San Pietro aggiungendo che “quando gli hanno detto la verità, cosa avrebbe voluto fare, John ha risposto: ‘Tornare a casa per abbracciare mio papà prima di morire’. Morendo, ha pensato al papà”, ha commentato il Papa. E in quel paese del Monferrato “hanno fatto subito una raccolta e, imbottito di morfina, lo hanno messo sull’aereo, lui e un compagno, e lo hanno inviato perché potesse morire tra le braccia del suo papà. John trovato lavoro a Vignale Monferrato (Alessandria): qui l’intera comunità si è mobilitata organizzando il viaggio in aereo in Africa, per lui e un accompagnatore. E' stato raccolto il denaro necessario per i voli e per le medicine. Arrivato in Ghana, John ha mandato un messaggio vocale al sindaco di Vignale, Tina Corona: "Sto bene. Un po' meglio sì. Siamo arrivati. Grazie, grazie tanto. Salutami tutta Vignale, la famiglia, la casa e tutto. Ok? Ciao ciao, Mario". Il giovane ghanese, ricoverato nell'hospice 'Monsignor Zaccheo' di Casale Monferrato, si è aggravato in brevissimo tempo dopo la diagnosi di carcinoma al fegato. Le terapie non sono riuscite a fermare il tumore. John, credente, di fede cattolica, a chi l'assisteva, medici, infermieri, operatori socio-sanitari, psicologi, impegnati ad alleviargli le sofferenze, ha confidato di voler tornare a casa per riabbracciare la famiglia, il padre e i fratelli. "Tutti uniti per un ragazzo e una storia che non possono non rimanerti nel cuore. E quando oggi - fanno sapere dall'hospice - ci siamo riconosciuti nelle parole di Papa Francesco non potevamo che essere orgogliosi e lusingati del lavoro fatto". "Non lo abbiamo mai abbandonato - rimarca, commossa, la sindaca - Sono orgogliosa della mia comunità, della mia gente, del lavoro di squadra. Anche se ritengo che il bene che fai agli altri debba arricchire ognuno singolarmente, portandoselo dentro. Anche per questo non abbiamo voluto raccontare quanto stavamo e stiamo facendo. Se, però, l'esempio di Vignale può servire ad altri, ben venga la visibilità. Se si copiano le cose belle, va bene".