Primo Piano

Bologna: venerdì la veglia “Morire di Speranza”

26 Giugno 2023 - Bologna - Venerdì 23 giugno ai Santi Bartolomeo e Gaetano il Vicario generale di Bologna, mons. Giovanni Silvagni, ha presieduto la Veglia «Morire di speranza» proposta dalla Comunità di Sant'Egidio, Caritas diocesana, Ufficio diocesano Migrantes, Centro Astalli, Comunità Papa Giovanni XXIII, DoMani Cooperativa sociale, Acli Bologna. «Siamo qui per vedere - ha detto mons. Silvagni - per guardare intensamente senza voltarci dall'altra parte. Chiediamo a Dio che segua la compassione».

Migrantes: a Salerno l’incontro dei coordinatori nazionali

26 Giugno 2023 - Roma – Si svolgerà a Salerno, domani, l’incontro dei coordinatori etnici nazionali Migrantes guidato dal direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. La Giornata prevede, in mattinata, una visita ad un centro di Accoglienza per migranti a Battipaglia per conoscere la realtà delle strutture di accoglienza, degli aspetti gestionali, dei percorsi di inserimento e degli aspetti procedurali e di accompagnamento all’ottenimento del permesso di soggiorno.  Passando attraverso la zona litoranea della Piana del Sele si potranno osservare le campagne e gli aggregati abitativi che vedono una forte presenza di migranti di diverse generazioni, nazionalità, fedi e stato sociale di inserimento. Nel pomeriggio celebrazione eucaristica nella cripta del Duomo di Salerno e l’incontro con l’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, mons. Andrea Bellandi seguito dall’incontro con le comunità etniche presenti in diocesi e con l’equipe Migrantes, guidata dal direttore regionale Antonio Bonifacio ed alcuni rappresentanti della Consulta dei Popoli. (R.Iaria)

Non abbiate paura

26 Giugno 2023 -
Cittò del Vaticano - Nel Vangelo di Matteo troviamo due inviti che Gesù rivolge ai suoi discepoli: non temete gli uomini e temete Dio. Due inviti ritmati per ben tre volte dalle parole “non abbiate paura”, e da una immagine: la Genna. Le scritture ricordano che chi teme Dio non ha paura e il timor di Dio, ricordava Papa Benedetto XVI, è “il principio della vera sapienza”. La paura è compagna della nostra esistenza fin dall’infanzia; anche oggi la paura ha tanti volti, forse qualcuno nuovo, dalla violenza, la guerra – e in questi ultimi giorni le lancette della storia sono tornate indietro, mentre gli uomini della compagnia Wagner avanzavano verso Mosca, ricordandoci il golpe del 2001 con Gorbaciov sequestrato, e altre simili vicende accadute negli anni – la solitudine, una delle grandi malattie del nostro tempo, il chiudersi nel proprio io e non relazionarsi con gli altri, “tagliare i ponti”. Non abbiate paura, le parole di Gesù che abbiamo letto in Matteo ieri, perché chi teme Dio ha la sicurezza di un bambino in braccio alla madre, affermava Benedetto XVI: “chi teme Dio è tranquillo anche in mezzo alle tempeste, perché Dio, come Gesù ci ha rivelato, è Padre pieno di misericordia e di bontà. Chi lo ama non ha paura”. E in Geremia leggiamo: se il Signore “è al mio fianco… i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere”. Papa Francesco, all’Angelus, ricorda le parole di Gesù ai discepoli, quel non avere paura delle persecuzioni – “l’annuncio del Regno di Dio è un messaggio di pace e di giustizia, fondato sulla carità fraterna e sul perdono, eppure riscontra opposizioni, violenze, persecuzioni” – e questo “non perché nel mondo andrà tutto bene”, ma perché per il Signore “siamo preziosi e nulla di ciò che è buono andrà perduto”. C’è una poesia brasiliana che racconta un uomo, giunto alla fine dei suoi giorni, che ripercorre la sua vita con accanto il Signore; sono passi, quattro orme sulla spiaggia. A un certo punto rimangono solo due impronte: lì è quando io mi sono trovato in grande difficoltà, quelli sono stati i giorni più tristi, duri, disperati della mia vita, e tu mi hai lasciato da solo. Dov’eri tu, in quei giorni in cui più avevo bisogno di te? Il Signore risponde: quelli sono i giorni in cui io ti ho preso in braccio. Ecco il senso profondo di quel non abbiate paura. Piuttosto, dice Francesco all’Angelus, dobbiamo temere la valle della Geenna “luogo che gli abitanti di Gerusalemme conoscevano bene: era la grande discarica dei rifiuti della città”. Una immagine per dirci di non buttare via la propria vita: “non bisogna tanto temere di subire incomprensioni e critiche, di perdere prestigio e vantaggi economici per restare fedeli al Vangelo, ma di sprecare l’esistenza a inseguire cose di poco conto, che non riempiono di senso la vita”. Anche oggi si può essere discriminati se non si segue la moda, modelli e realtà di secondo piano: “seguire le cose anziché le persone, le prestazioni anziché le relazioni”. Ovvero, genitori che non possono vivere solo per il lavoro togliendo tempo ai figli; sacerdoti e suore che non hanno tempo per la preghiera impegnati nei loro servizi; giovani dai mille impegni, telefonini e social, che per “realizzare dei sogni grandi” hanno bisogno di incontrare le persone e non perdere “tempo in cose che passano e non lasciano il segno”. Dobbiamo avere il coraggio di qualche rinuncia, dice il vescovo di Roma, “di fronte agli idoli dell’efficienza e del consumismo”, per non “perdersi nelle cose, che poi vengono buttate via, come si faceva allora nella Geenna. E nelle Geenne di oggi, invece, spesso finiscono le persone: pensiamo agli ultimi, spesso trattati come materiale di scarto e oggetti indesiderati”. Per non buttare via la nostra vita dobbiamo “andare controcorrente”, “liberarsi dai condizionamenti del pensare comune”. Nelle parole che seguono la preghiera mariana, il Papa ha ricordato Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa 40 anni fa: “desidero approfittare di questa circostanza per esprimere, ancora una volta, la mia vicinanza ai familiari, soprattutto alla mamma, e assicurare la mia preghiera. Estendo il mio ricordo a tutte le famiglie che portano il dolore di una persona cara scomparsa”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Roma: nasce la medicina delle fragilità con il contributo della Fondazione Migrantes

26 Giugno 2023 - Roma - Sarà presentata a Roma, queata mattina, l'accordo per una Medicina delle Fragilità a Tor Bella Monaca, grazie a un accordo tra Policlinico di Tor Vergata, Municipio Roma VI Le Torri, Fondazione Migrantes e Istituto di Medicina Solidale. Alla presentazione saranno presenti il card. Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza; mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes; i vescovi ausiliari di Roma  mons. Dario Gervasi e mons. Riccardo Lamba; Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio; Nicola Franco, Presidente del Municipio Roma VI Le Torri; Giuseppe Quintavalle, direttore generale del policlinico Tor Vergata; Nathan Levialdi Ghiron, Rettore dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata; Giuseppe Sartiano, presidente Medicina Solidale e Lucia Ercoli, responsabile Unit Medicina delle Fragilità Sociale del PTV e responsabile sanitario Medicina Solidale. Questo servizio offrirà interventi socio sanitari di prossimità rivolti a tutte le persone vulnerabili. L’Istituto di Medicina Solidale metterà a servizio dell'ambulatorio l'esperienza maturata in questi 20 anni di servizio per le persone sole e la rete di supporto dei suoi ambulatori di strada. (R.Iaria)

“Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro”: martedì una puntata dedicata alla Gmg di Lisbona

23 Giugno 2023 - Milano - Tempo d’estate, vigilia della Giornata Mondiale della Gioventù in Portogallo, consigli per la lettura. Sarà una sorta di college la prossima rubrica de «Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro». In onda martedì 27 giugno - su Radio Mater, dalle 18.50 alle 19.30 - la puntata avrà il tono leggero della bella stagione, non abdicando però agli usuali contenuti.Ci si chiederà, ad esempio: i 60 mila giovani connazionali che parteciperanno alla GMG, troveranno tracce italiane in Portogallo? Certo che sì. Circa 9 mila expat e luoghi e santi importanti. Come la Chiesa di Nostra Signora di Loreto a Lisbona, detta “degli Italiani”; o la figura di S. Antonio di Padova, nato in realtà nella capitale lusitana. A proposito di giovani. Il secondo blocco della trasmissione ospiterà l’intervista a Silvia Valentini, giovane geologa che lavora in Canada.

Settimana Sociale dei Cattolici in Italia: online il Documento preparatorio

23 Giugno 2023 -

Roma - È da oggi disponibile online, sul sito www.settimanesociali.it, il Documento preparatorio della 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024. Partecipazione e pace, lavoro e diritti, migrazioni, ecologia integrale, economia che metta al centro l’uomo e la natura sono i temi “Al cuore della democrazia” che faranno da filo rosso al tradizionale appuntamento promosso dalla CEI.

Pensata come un processo più che come un evento, la Settimana Sociale entra nel vivo con la pubblicazione del Documento preparatorio che aiuterà a riflettere e a individuare idee da realizzare per “partecipare tra storia e futuro”. “Il futuro del Paese – sottolinea il Documento – richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere. È una sfida che riguarda tutti i cittadini: tutte le voci di una comunità devono trovare parola, ascolto e sostegno, per elaborare pensiero e avviare percorsi di partecipazione, per trasformare il presente e liberare più bellezza nel futuro”. In vista di una Settimana Sociale che vuole essere “un crocevia di persone e progetti diversi, un luogo per condividere il presente e immaginare insieme il futuro, ricercando sempre nuove vie per costruire il bene comune”, diocesi e territori, aggregazioni laicali e famiglie religiose, cittadini e fedeli sono chiamati a confrontarsi sul tema della democrazia, a partire da alcune domande presenti nel Documento. Così da dare un contributo significativo al Cammino sinodale – di cui la Settimana Sociale è parte integrante – e allo sviluppo del Paese. In quest’ottica, la scelta della sede non è casuale: Trieste è città di confine, proiettata verso l’Europa e aperta verso Est, con una presenza storica di tante Confessioni cristiane e religioni diverse; una terra segnata da divisioni politiche che ne hanno attraversato la storia, con luoghi che ricordano dove porta la negazione della democrazia, dalla Risiera di San Saba alle Foibe. “Vogliamo capire – spiega il Documento – qualcosa di più di questi confini che uniscono e dividono, di questa Europa e del suo sogno di pace tante volte tradito, del mondo che vi arriva a piedi – piedi feriti dal cammino e provati dalla fatica – dopo aver percorso le strade della guerra e della disperazione”. L’importanza dell’apertura alla multiculturalità e al pluralismo così come del dialogo sono richiamati in modo plastico dal logo, che raffigura dei baloon che si intrecciano: l’intersezione delle forme e dei colori crea una croce, simbolo delle radici e dei valori che sono alla base dell’appuntamento. La comunità – fattore chiave del cambiamento proposto – è invece rappresentata dall’immagine scelta per la 50ª edizione che, riecheggiando le grafiche degli anni ‘60, in particolare dell’optical art, utilizza elementi geometrici semplici per generare, grazie alla loro ripetizione, un grande cuore fatto di persone.  

Ucraina, nunzio apostolico: “Serve pace pratica e giusta nell’interesse di tutti”

23 Giugno 2023 - Roma - “È necessario perseguire una pace pratica, rispetto a un principio teorico, che garantisca la fine delle aggressioni e il recupero della legalità. È tutto da costruire e inventare, ci vuole tanta creatività”. Lo afferma il nunzio apostolico in Ucraina, mons. Visvaldas Kulbokas, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000 sottolineando che “il recupero della legalità internazionale fa parte del concetto di ‘pace giusta’”. “La pace giusta – ribadisce il nunzio - è quella che può funzionare al meglio per tutti. Ci avviciniamo al concetto della Dottrina sociale della Chiesa: il bene comune. Ciò che è meglio per noi tutti”. “Papa Francesco fin da subito – prosegue mons. Kulbokas - ha compiuto dei passi. Ho apprezzato moltissimo il card. Zuppi. Ad oggi non si può ancora pretendere di risolvere le questioni direttamente coinvolte nella guerra ma ci si deve concentrare maggiormente sugli aspetti umanitari. Spesso mancano medicine e acqua. È una sofferenza che riguarda decine di migliaia di persone. Già risolvere le difficoltà di una vita umana significa compiere un piccolo passo verso la pace, perché la pace si costruisce insieme”. “Come nunziatura – aggiunge mons. Kulbokas a Tv2000 - abbiamo cercato di aiutare a concordare un corridoio umanitario tra Kiev e Vorzel. In particolare abbiamo lavorato affinché un orfanotrofio venisse evacuato da Vorzel verso Kiev. Si trattava di bambini di un’età compresa tra 5 mesi e 5 anni. Erano bambini orfani che avevano passato 2-3 giorni senza luce, senza riscaldamento, al freddo e anche senza cibo. Questo è stato il primo momento in cui ho pianto nel vedere i loro volti”. “Nell’attività diplomatica e umanitaria si è cercato di costruire qualche contatto che funzioni perché i contatti tra Ucraina e Russia – conclude mons. Kulbokas a Tv2000 - ci sono ma non sono sufficienti. C’è bisogno che funzionino e si arrivi a una decisione politica. Oltre all’attività diplomatica dobbiamo certamente continuare anche con la preghiera”.

Migrantes e Nuovi tragitti: a Latina la conclusione del progetto “Quanti percorsi!”

23 Giugno 2023 -

Latina - Il prossimo 30 giugno “Nuovi Tragitti” ha organizzato la rappresentazione che riguarda la conclusione del progetto contenitore denominato "Quanti Percorsi", finanziato dalla fondazione Migrantes che sarà presente con il Direttore generale, mons. Pierpaolo Felicolo. Il progetto è stato una fucina di diverse azioni realizzate da Nuovi Tragitti e rivolte a giovani di ogni nazionalità e famiglie di stranieri di prima generazione, all'interno del quale si colloca la prima esperienza di laboratorio teatrale, lanciata lo scorso anno, destinata a giovani dai 18 ai 30 anni di età a tematica sociale e che sarà in quell'occasione anche replicata. Un progetto complesso che racchiude interventi in favore di giovani e famiglie e realizzato da educatori, pedagogisti, docenti volontari e mediatori culturali.

Tra le molteplici azioni tirocini formativi, tutoraggio educativo per giovani adulti, avvio all’autonomia, assistenza educativa per nuclei familiari, inserimento lavorativo, formazione continua. Inoltre un laboratorio teatrale a tema sociale ed un progetto pilota sul sostegno linguistico ed educativo per studenti iscritti nel sistema scolastico italiano e con scarsa conoscenza della lingua. Quest’ultimo ha visto protagonista l’istituto comprensivo “Giovanni Cena” di Latina, guidato dalla Dirigente Scolastica Annarita Mattarolo ed è stato supervisionato da educatori e pedagogisti di “Nuovi Tragitti”.

“Tutti in classe, questo il nome dell’azione specifica, ha affrontato il tema dell’integrazione scolastica ed il sostegno allo studio”, spiega il presidente dei Nuovi Tragitti Ivan Andrea Fausti: “una criticità per i tanti ragazzi che frequentano un ciclo di istruzione nel nostro Paese e non conoscono la lingua italiana. Seppur la legge, giustamente, preveda l’inclusione degli allievi nello stesso contesto scolastico dei coetanei, ciò rappresenta spesso un problema relativo alla didattica che si misura con il gap linguistico e all’integrazione nel gruppo classe. Anche il recente arrivo di ragazzi provenienti dall’Ucraina, ad esempio, ha reso ancora più urgente la problematica già rilevata e presente sul nostro territorio”.

Per questi motivi “Nuovi Tragitti” ha elaborato tre interventi attivi in contemporanea. Il primo ha riguardato la mediazione linguistica da parte di un mediatore culturale presente in aula per alcune ore la settimana. Ciò al fine di favorire il rapporto docente-alunno, la didattica nel contesto e agevolare le relazioni tra pari. Il secondo, il sostegno allo studio che si è svolto in orario pomeridiano negli stessi locali della scuola ed è stato portato avanti da alcuni docenti volontari di “Nuovi Tragitti” con la collaborazione dei mediatori culturali, sotto la supervisione di un educatore socio-pedagogico. Il terzo, la mediazione linguistica tra famiglie e docenti.

 

Card. Zuppi: “Non si può morire di speranza!”

23 Giugno 2023 - Roma – “Non si può morire di speranza! Chi muore di speranza ci chiede di cercare in fretta perché non accada lo stesso ad altri, per trovare risposte possibili, degne di tanta nostra storia, consapevoli del futuro, della grandezza del nostro continente e della nostra patria”. Lo ha detto questa sera il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, presiedendo, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, la veglia ecumenica di preghiera “Morire di speranza” in memoria di quanti perdono la vita nei viaggi verso l’Europa promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, Centro Astalli, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Federazione Chiese evangeliche in Italia, Simn-Scalabrini Migration International Network, Acli, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Acse. Centinaia di persone hanno affollato la basilica e lo spazio antistante che hanno voluto fare memoria delle vittime dei viaggi della speranza. Nomi, e le storie sono stati ricordati nella preghiera. “Dimenticare è un doppio tradimento della vita, che chiede, sempre, per tutti, di essere difesa e ricordata”, ha detto il porporato: è “atroce essere ‘dimenticati’ da vivi, che significa non essere visitati, attesi, rivestiti di importanza. Dimenticare toglie valore a quel libro che siamo ognuno di noi, sempre unico e degno per tutti. I cristiani si affidano a un Padre che conta perfino i capelli del nostro capo, che conosce il nome di uno sconosciuto che sta alla porta del ricco e lo solleva dalla sua miseria rivestendolo con il suo bene. Anzi: ci fa capire che così uno sconosciuto diventa il prossimo di cui abbiamo bisogno”. La celebrazione di oggi è di “salvati che non possono dimenticare i sommersi. Noi siamo salvati. Non dimentichiamo e non smettiamo di ringraziare che siamo sopravvissuti. Alcuni tra noi lo sono fisicamente perché erano esattamente nelle stesse condizioni di chi non ce l’ha fatta e qualcuno porta con sé lo stesso dolore perché qualche amico, qualche fratello, qualche mamma non sono mai arrivati. Che dolore. In realtà tutti siamo salvati dalla tempesta del mare, dalle onde della guerra, che quando si alza travolge ogni persona e tutti inghiotte nei suoi flutti di morte. Salvati vogliamo salvare, perché nessuno sia sommerso, per restituire la grazia e perché capiamo come la sicurezza, la pace, il benessere non è perduto se accogliamo, ma si perde quando lo teniamo per noi, non facciamo agli altri quello che altri hanno fatto a noi”. Per il card. Zuppi “non dobbiamo mai accettare che sia messa in discussione in nessuna occasione l’umanissima e responsabile legge del mare, regola di umanità per cui chiunque stia in pericolo sia salvato e custodito. E’ in pericolo. Si salva”. Il presidente della Cei ha ricordato Osama, di 25 anni, e Shawq Muhammad, di 22 anni, siriani, annegati insieme a Moshin, Abdul e Sami, pakistani, la notte tra il 13 e il 14 giugno scorso  davanti a Kalamata, in Grecia, a causa del capovolgimento del barcone dopo un viaggio di 5 giorni iniziato a Tobruk, in Libia. E ancora i 700 passeggeri, di cui molte donne e bambini, provenienti soprattutto da Siria, Egitto e Pakistan: “si sono salvati solo in 108”. L’Europa, “figlia di chi è sopravvissuto alla guerra e che non smette di sentire quelle voci lontane di umili nomi e di quanti ci hanno consegnato questa libertà e questa giustizia, deve garantire i diritti che detiene, garantendo flussi che siano corridoi umanitari e corridoi di lavoro, corridoi universitari, ricongiungimenti familiari che garantiscono futuro e stabilità, l’adozione di persone che cercano solo qualcuno che dia fiducia e opportunità. E darla ce le fa trovare!”. Alla veglia ha partecipoato manche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo e tanti rappresentati di associazioni, comunità religiose e persone di buona volontà che non vogliono dimenticare, ma insieme costruire un mondo umano ed accogliente per tutti. (Raffaele Iaria)  

Mons. Felicolo: costruire progetti di vita dignitosi per i Msna

  22 Giugno 2023 -

Roma - “La riflessione sui minori stranieri non accompagnati è un tema di grande attualità e rilevanza sociale, che richiede una comprensione approfondita delle cause, delle dinamiche e delle conseguenze di questo fenomeno migratorio. Si tratta, infatti, di bambini e adolescenti che lasciano i loro paesi di origine senza la presenza o il sostegno di un adulto e che si trova in una situazione di vulnerabilità e marginalità nel paese di arrivo”. Lo ha detto questa mattina mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, intervenendo al convegno, promosso a Roma da Save the Children sul tema "Proteggere e sostenere i percorsi di crescita: quale accoglienza per i minori stranieri non accompagnati?" e durante il quale istituzioni, organizzazioni internazionali e società civile si sono confrontati sul sistema di protezione e di accoglienza dei minori non accompagnati in Italia, sulle strategie di tutela e di inclusione sociale per garantire a bambini, bambine e adolescenti il diritto di crescere al sicuro. Alla fine del 2022 sono circa 23.000 i minori stranieri non accompagnati in accoglienza in Italia: “minori che affrontano numerosi rischi e sfide lungo il loro percorso migratorio, tra cui la violenza, lo sfruttamento, la tratta la mancanza di protezione legale e sociale, le difficoltà di integrazione e di accesso ai servizi educativi e sanitari”. Per garantire il rispetto dei loro diritti fondamentali e il loro benessere psicofisico- ha detto monsignor Felicolo - è necessario “un intervento coordinato e multidisciplinare da parte delle istituzioni, delle organizzazioni umanitaria della società civile, che preveda l'accoglienza, l'assistenza, la tutela, l'inclusione e la partecipazione dei minori stranieri non accompagnati”. In particolare il ruolo dell'educatore professionale e dei tutori volontari sono “fondamentali per accompagnare questi minori nel loro processo di crescita personale e sociale, sostenendo  le loro potenzialità, valorizzando le loro diversità culturali e facilitando il loro inserimento nel contesto di riferimento”. Molti dei minori stranieri non accompagnati sono “esposti a rischi di sfruttamento, abuso, marginalizzazione e discriminazione”. La Fondazione Migrantes, ogni anno, nel Rapporto sul Diritto d'asilo inserisci un approfondimento sulla situazione di questi minori. Dal 2018, come Migrantes, “abbiamo iniziato a costruire, grazie ai fondi della Conferenza Episcopale Italiana attraverso la campagna “Liberi di partire liberi di restare”, e insieme ad Intersos un progetto unico per ora di costruzione di un canale legale di ingresso per studio dedicato ai minori stranieri non accompagnati dal titolo “Pagella in tasca”,  dai campi del Niger all'Italia e nello specifico in Piemonte con la collaborazione del Comune di Torino. Per il direttore della Fondazione Migrantes “solo una rete di sostegno efficace e coordinata può garantire il rispetto dei loro diritti fondamentali e la possibilità di costruire un progetto di vita dignitoso e autonomo”. Per questo “occorre – ha concluso i mons. Felicolo - favorire il diritto allo studio di minori stranieri non accompagnati consentendo l'iscrizione e l'inserimento a scuola in qualsiasi momento dell'anno”, offrire un'accoglienza adeguata e valutare la possibilità di un ricongiungimento familiare nel paese di origine o in un paese sicuro. (Raffaele Iaria)

Lampedusa: iniziative a 10 anni dal viaggio di papa Francesco

22 Giugno 2023 - Agrigento - La diocesi di Agrigento insieme alla Fondazione Migrantes e all’ Apostolato del Mare della Conferenza Episcopale italiana promuovono dal 7 al 9 luglio la Giornata del mare a dieci anni dal Primo Viaggio Apostolico di Papa Francesco a Lampedusa. Il programma prevede per venerdì 7 luglio, alle 21, nella chiesa di San Gerlando l’iniziativa "Musiche e parole dal mare": concerto di viola del maestro Ulrich von Wrochen, già prima viola della Scala di Milano, e a seguire "Chi di noi ha pianto?" a cura dell'attore Michele La Ginestra. Sabato, alle 9.30, percorso commemorativo dal sagrato della chiesa parrocchiale alla Porta d'Europa. Dopo i saluti del sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, ci sarà una riflessione di don Bruno Bignami, direttore dell'ufficio nazionale Cei dell'Apostolato del Mare. Davanti alla Porta d'Europa, una riflessione del card. Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento e attuale amministratore apostolico della diocesi di Piana degli Albanesi. Alle 21, tavola rotonda con testimonianze sul sagrato della chiesa San Gerlando. Il giornalista di Avvenire Nello Scavo dialoga con mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della fondazione Migrantes, don Stefano Nastasi, già parroco di Lampedusa, Enzo Riso, pescatore, Fardusa Osman Ahmed, rifugiata dalla Somalia e Moussa Modibo Camara, rifugiato del Mali. Domenica, 9 luglio, alle 11, la santa messa in diretta su Rai1 dalla chiesa di San Gerlando presieduta dal card. Francesco Montenegro.

Migrantes Foligno: domani la Giornata del Rifugiato

22 Giugno 2023 - Foligno - Si svolgerà domani, venerdì 23 giugno,  a Foligno la Giornata del Rifugiato che a livello mondiale si è celebrata ieri. L'iniziativa, con inizio alle 18, è promossa da alcuni Uffici pastorali dell'area servizio integrale per la persona, come Caritas diocesana e Migrantes, e con la collaborazione della Fondazione Arca del Mediterraneo. Porteranno la propria testimonianza don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro a Pistoia, noto per la sua attività di accoglienza dei migranti, e mons. Luigi Filippucci, delegato regionale Migrantes della Conferenza episcopale umbra.

Migrantes Sicilia: tavola rotonda a 10 anni dal viaggio di papa Francesco a Lampedusa

21 Giugno 2023 - Palermo - Venerdì 23 giugno, nel salone parrocchiale della Chiesa Santa Oliva V.M. di palermo si terrà la Tavola rotonda dal titolo “Dov’è tuo fratello? (Gen 4,9). Sfide delle migrazioni e annuncio del Vangelo, nel decennale della Visita Apostolica di Papa Francesco a Lampedusa”. Organizzato dall’Ufficio Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana, l'evento si svolge a dieci anni dalla visita del Pontefice nell’Isola più grande delle Pelagie, il suo primo viaggio da Papa fuori dal Vaticano. Un evento "indimenticabile che svelò - spiega una nota - al mondo che idea di Chiesa aveva Francesco e quale sarebbe stato lo stile del suo pontificato". Il Papa aveva "sentito in cuore che doveva andare nell’Isola, simbolo di dolore e di speranza per tanti, toccato dalle notizie ricorrenti di migranti morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, tanto ricorrenti da passare quasi inosservate". "Una spina nel cuore" per il Papa. Da Lampedusa, Francesco parlò di “globalizzazione dell’indifferenza”, della nostra incapacità di versare lacrime su donne, uomini e bambini vittime del mare e del nostro egoismo. Il viaggio nell'Isola voleva risvegliare le coscienze perché ciò che più volte era accaduto non si ripetesse più: sappiamo che così non è stato. Quel giorno la sua preghiera fu per chiedere al Signore “perdono per l’indifferenza verso tanti fratelli e sorelle”, “perdono per chi si è accomodato e si è chiuso nel proprio benessere che porta all’anestesia del cuore”, “perdono per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi”, e perché la comunità internazionale avesse “il coraggio di accogliere quelli che cercano una vita migliore”. Per Santino Tornesi, direttore dell'Ufficio Migrantes regionale, "la Tavola rotonda vuole essere un momento di riflessione per riprendere il peso di quelle parole e scoprire quanto siano terribilmente attuali". All’incontro interverranno: mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e vescovo delegato Migrane della Conferenza Episcopale Siciliana, don Stefano Nastazi, rettore del Seminario arcivescovile di Agrigento e parroco di Lampedusa dal novembre del 2007 all’ottobre del 2013, Alessandra Sciurba, docente di Filosofia del diritto all’Università di Palermo e già presidente dell’Associazione di promozione sociale “Mediterranea Saving Humans”, sr. Paola Giolo delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida, in servizio a Lampedusa dal 2019. A moderare l’incontro sarà Luigi Perollo, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali e responsabile dell'Ufficio stampa della diocesi di Palermo.

Cisl: “Strage di Pylos in Grecia ha indignato tutti”

21 Giugno 2023 - Roma - La giornata mondiale del rifugiato si è celebrata "nel segno del lutto e dell’indignazione per il drammatico naufragio di Pylos, in Grecia, dove quache giorno fa centinaia di migranti sono morti in mare e in circostanze ancora tutte da chiarire. Ancora una strage nel Mar Mediterraneo che evidenzia quanto l’azione politica dell’Unione Europea, allo stato attuale, non sia in grado di affrontare l’emergenza degli sbarchi, come ha riconosciuto la stessa Commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson”. E’ quanto sottolinea la Cisl in una nota. “Il rapporto annuale dell’Unhcr evidenzia che nel 2022 sono 110 milioni le persone costrette alla fuga dai propri Paesi. Le ragioni sono riconducibili prevalentemente alle guerre in atto, quella in Ucraina ne è un esempio sotto ai nostri occhi, oltre agli effetti nefasti delle carestie e dei cambiamenti climatici. In questo contesto, nel rispetto dei principi fondanti dell’Unione, deve essere comunque garantito il diritto di tutti i rifugiati ad essere protetti, che passa anche dal dovere di organizzare un efficace sistema coordinato di salvataggio in mare per evitare che accadano altre simili tragedie. E’ innegabile che la gestione delle migrazioni richieda risposte complesse in ambito europeo, internazionale e delle singole nazioni, ad esempio attraverso politiche di sostegno e sviluppo economico verso i Paesi di provenienza. Ma per evitare altre morti in mare, consapevoli del carattere strutturale del fenomeno migratorio, è fondamentale che si mettano in atto, tra le altre azioni, politiche efficaci che favoriscano vie legali d’ingresso per tagliare i ponti alle bande criminali che sfruttano la disperazione di rifugiati e migranti”.  

Save the Children: domani comvegno sui minori non accompagnati

21 Giugno 2023 - Roma - A fine aprile 2023, i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia erano 20.681, di cui 4 mila bambine e bambini fino ai 14 anni. Solo quest’anno, fino a metà giugno, sono stati 6 mila i minori senza genitori e figure adulte di riferimento arrivati in Italia dopo aver attraversato il Mediterraneo: sebbene negli ultimi anni l’incidenza dei minori stranieri non accompagnati sugli arrivi via mare sia diminuita (15,8% nel 2021, 11,5% nel 2022, 11,1% nel 2023), in termini assoluti bambini e adolescenti arrivati nel corso dell’anno sono più del doppio di quanti erano arrivati nello stesso periodo lo scorso anno (erano 2.505 il 13 giugno del 2022). Sono i dati forniti da Save the Children, che dà anche il via ad una campagna di sensibilizzazione sui social per far conoscere al pubblico la situazione in cui vivono i minori stranieri non accompagnati, stretti tra spinta alla realizzazione dei propri sogni e difficoltà quotidiane. Save the Children promuove anche il convegno dal titolo “Proteggere e sostenere i percorsi di crescita: quale accoglienza per i minori stranieri non accompagnati?”, che si svolgerà domani, giovedì 22 giugno a Roma. All’evento interverranno, tra gli altri: Rosanna Rabuano, vice capo Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno; Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci Immigrazione e Politiche per l’Integrazione; Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per Italia, Santa Sede e San Marino; Nicola dell’Arciprete, coordinatore in Italia per l’Ufficio Regionale Unicef Europa e Asia centrale; mons. Pierpaolo Felicolo, direttore Fondazione Migrantes; Syed Hasnain, presidente Unire.

Nella Giornata mondiale del rifugiato le storie di chi ha avuto la possibilità di ricominciare a vivere

21 Giugno 2023 - Roma - I lunghi capelli neri volteggiano nell'aria, accompagnando il suo allenamento. Mahdia, occhi color onice e sguardo determinato, inizia a praticare taekwondo all'età di 12 anni. Ma in Afghanistan, dove è nata, le arti marziali sono considerate uno sport unicamente maschile. Lei però persevera e, di nascosto, aiutata dalla madre e dalle sorelle, continua ad allenarsi fino a vincere i campionati regionali. Ad agosto 2021, nel Paese i talebani tornano al potere e privano le donne di molti diritti. Mahdia e le sue sorelle fuggono da Kabul e, grazie all'Unhcr (Alto Commissariato Onu per i rifugiati), arrivano in Italia. Oggi Mahdia fa parte del Programma olimpico per rifugiati, e sogna di partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024. «Spero che un giorno tutte le donne nel mondo - dice - possano avere i loro diritti fondamentali e la libertà». E la parola "libertà" le strappa un sorriso. Lo stesso sorriso che attraversa il volto di Divine, una vita da rifugiata sin dall'età di 5 anni. Nata nella Repubblica Democratica del Congo, è cresciuta in un campo profughi in Zambia. «Lì ho visto persone ammalarsi e morire di Ebola», racconta. Un'esperienza che la segna per sempre. Decide, allora, di studiare medicina, ma l'Università non ha posto per i rifugiati come lei: «Quando ho provato a iscrivermi, ho compreso la cruda realtà: io non ero come gli altri». Fortunatamente, grazie ai programmi Dafi e Unicore promossi dall'Unhcr e che offrono a studenti rifugiati o rimpatriati meritevoli la possibilità di conseguire un diploma di laurea nel loro Paese d'asilo o d'origine, Divine corona il suo sogno: diventa una dottoressa. «Chi mi guarda - afferma con semplicità mista a coraggio - deve pensare che non esistono limiti». E poi c'è Ayman che racconta la sua storia in una lingua mista tra arabo, francese e italiano. Una lingua che riannoda i fili di una vita nata e vissuta in Siria fino all'esplosione del conflitto interno, nel 2011. Una vita divenuta fuga in Libia, dove però le difficoltà sono aumentate, insieme all'insicurezza e alla violenza. Una vita approdata, infine, in Italia, grazie ai corridori umanitari dell'Unhcr. Insieme ad Ayman ci sono anche la moglie Mouna e il figlio Omar, affetto da leucemia. E quando sei malato, l'esistenza da rifugiato è irta di ostacoli, tra medicine introvabili e molto costose. Poi l'arrivo a Milano e l'inizio di una vita più serena. Soprattutto per Omar che, per la prima volta, ha messo piede in una scuola. E quando ha visto tutti gli altri bambini pronti ad accoglierlo, è scoppiato a piangere. Oggi, invece, Omar ride, ride mentre insegna a suo padre a contare in italiano, ride perché si sente al sicuro, ride perché ha finalmente una speranza di futuro. Non a caso, la Giornata mondiale del rifugiato (celebrata ieri, ndr) - istituita dall'Onu il 4 dicembre 2000 per il cinquantennale della Convenzione di Ginevra che, nel 1951, ha definito lo status di rifugiato - quest'anno ha per tema "La speranza lontano da casa". «Più di 100 milioni di persone che vivono in Paesi sconvolti da conflitti, persecuzioni, fame e caos climatico sono state costrette a fuggire dalle loro case», afferma il segretario generale dell'Onu, António Guterres, in un messaggio. Tra loro, ci sono oltre 8 milioni di persone fuggite dall'Ucraina dal febbraio 2022. Senza dimenticare i rifugiati che cercano una vita migliore solcando il mare a bordo di barconi e andando incontro a un destino tragico: secondo l'Unicef, solo lungo la rotta del Mediterraneo centrale dal 2014 ad oggi hanno perso la vita oltre 21.000 persone. «Questi non sono numeri su una pagina - sottolinea Guterres -. Si tratta di donne, bambini e uomini che intraprendono viaggi difficili, spesso affrontando violenze, sfruttamento, discriminazioni e abusi». Di qui, l'appello a «proteggere e sostenere i rifugiati», affinché possano «ricostruire le loro vite in modo dignitoso». Il che include «un'istruzione di qualità, un lavoro dignitoso, l'assistenza sanitaria, l'alloggio e la protezione sociale». Ma soprattutto, conclude Guterres, «abbiamo bisogno di una volontà politica molto più forte di fare la pace, in modo che i rifugiati possano tornare in sicurezza alle loro case», mettendo a frutto «la speranza che portano nel cuore». (Isabella Piro - Osservatore Romano).  

Mons. Savino: basta approcci ideologici sul tema migratorio

20 Giugno 2023 - Roma - "Il tempo che viviamo, sebbene complesso, esige da ciascuno di noi un supplemento di coraggio, vedo in giro poco coraggio e una malattia generata da una sorta di narcisismo patologico in cui ognuno pensa a sé ma sappiamo che fine ha fatto Narciso". Lo ha detto mons. Francesco Savino, vice presidente della Conferenza episcopale italiana e delegato Migrante della Conferenza Episcopale Calabra  intervenendo, questa mattina,  alla celebrazione della Giornata mondiale del Rifugiato, promossa dall'Unhcr all'auditorium Antonianum.ì di Roma. "Dobbiamo - ha aggiunto - svegliare le istituzioni, svegliarci noi chiesa di più per una cultura della corresponsabilità, questo fenomeno delle migrazioni non può essere considerato sempre con un approccio ideologico e di slogan, non viviamo più l'epoca dell'emergenza, il problema è strutturale".

Vescovi irlandesi: “accoglienza per prevenire il razzismo”

20 Giugno 2023 -
Roma - “Lasciare la gente a dormire in tenda o per strada è una crudeltà davanti ai nostri occhi, non è un’opzione in un Paese che è uno dei più ricchi del mondo. Possiamo fare molto meglio”. Lo si legge nel messaggio che i vescovi irlandesi hanno scritto in occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra oggi e che serve a ricordare “la nostra responsabilità di prenderci cura di coloro che si recano in Irlanda in cerca di sicurezza, riparo e dignità”. Centomila sarebbero i rifugiati giunti nel Paese dal 24 febbraio 2022; “negli ultimi tempi questo problema è diventato molto delicato e richiede riflessione, consultazione, pianificazione e duro lavoro”. I vescovi ringraziano le comunità parrocchiali e religiose per i grandi sforzi di accoglienza messi in campo e rilevano il fatto che il governo abbia annunciato di essere ora in grado di offrire alloggio a tutti i richiedenti protezione internazionale. Tuttavia, affermano, “abbiamo la responsabilità di chiedere conto a chi detiene l’autorità”, affinché sia “preparato a sostenere i nuovi arrivati in termini di assistenza sanitaria e medica, nonché di alloggio e istruzione”, in collaborazione e in dialogo con le comunità locali. Per tutti la sfida è evitare “che visioni e azioni estremiste possano emergere provocando paura e razzismo, e minando la nostra cultura dell’accoglienza”. Per altro, ricordano i vescovi, come popolo “sappiamo bene cosa vuol dire dover lasciare la propria patria e cercare un riparo e una vita migliore”.

Lampedusa: porta d’Europa illuminata di blu

20 Giugno 2023 - Lampedusa - La Porta d'Europa di Lampedusa, nel decennale del naufragio del 3 ottobre 2013, è stata illuminata di blu. A farlo, per sensibilizzare nei confronti dei rifugiati, ma anche di chi nel Mediterraneo ha perso la vita, è stato il Comitato 3 ottobre in collaborazione con il Comune di Lampedusa e Linosa. "Sono 110 milioni le persone costrette alla fuga (dato Unchr). Numeri in costante aumento, ma sono storie e ogni storia è una vita. In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, come Comitato 3 ottobre, vogliamo porre l'attenzione su quelle persone, che non rientrano nella conta dei 110 milioni. Ossia di coloro che fuggite dai propri Paesi di origine non sono mai arrivati, uomini, donne e bambini che hanno perso la vita nel Mediterraneo o lungo le tante rotte che portano in Europa - ha detto Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre, - . Sono meritorie le tante iniziative proposte nel corso degli anni, ultima l'istituzione di una giornata di 'lutto universale' per le vittime dell'immigrazione. Però, per poter parlare di lutto è necessario non solo avere un corpo, ma che quel corpo abbia un'identità".

Papa Francesco: accogliere i tanti rifugiati senza scuse e indugi

20 Giugno 2023 - Città del Vaticano -  "Pensando a Cristo presente in tanti disperati che fuggono da conflitti e cambiamenti climatici, occorre far fronte al problema dell'accoglienza, senza scuse e indugi. Affrontiamolo insieme, perché le conseguenze si ripercuotono su tutti. #WithRefugees". Lo dice il Papa in un tweet per la Giornata mondiale del rifugiato che si celebra oggi.