Primo Piano

L’equità di Dio

25 Settembre 2023 -

Città del Vaticano - “Migrare dovrebbe essere una scelta libera e mai l’unica possibile”. Nelle parole che pronuncia dopo la preghiera mariana dell’Angelus, Papa Francesco ricorda la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, sul tema “Liberi di scegliere se migrare o restare”, ma anche la sua partecipazione ai Rencontres Méditerranéennes svoltisi a Marsiglia. Proprio nella città francese, “crocevia di popoli e culture”, che si affaccia sul Mediterraneo, il Papa è tornato a dire che siamo chiamati a “creare comunità pronte e aperte ad accogliere, promuovere, accompagnare e integrare quanti bussano alle nostre porte”. È un messaggio chiaro che Francesco ripete dal suo primo viaggio a Lampedusa, 8 luglio 2013, quando parlò di “globalizzazione dell’indifferenza”, di un mare diventato cimitero liquido. A Marsiglia il “mare nostrum” è diventato “mare mortuum”, e il Mediterraneo – “il misterioso lago di Tiberiade” lo chiamava Giorgio La Pira – “da culla della civiltà” a “tomba della dignità”. Così all’Angelus afferma che “il diritto di migrare oggi per molti è diventato un obbligo, mentre dovrebbe esistere il diritto a non emigrare per rimanere nella propria terra”. Va garantita a ogni uomo e donna la possibilità “di vivere una vita degna nella società in cui si trova. Purtroppo, miseria, guerre e crisi climatica costringono tante persone a fuggire”. Angelus nel quale il Papa commenta il Vangelo di Matteo, la parabola del padrone della vigna che chiama in tempi diversi persone a lavorare sul suo terreno, ma a tutti da un uguale compenso, anche se sono arrivati in un secondo momento. Un’ingiustizia? Sembrerebbe, dice il Papa, “ma la parabola non va letta attraverso criteri salariali; piuttosto, ci vuole mostrare i criteri di Dio, che non fa il calcolo dei nostri meriti, ma ci ama come figli”. Scelta che litiga con la logica del mondo, ma ecco che ci aiuta Isaia, la prima lettura: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie”. Nel Regno di Dio non ci sono disoccupati, tutti sono chiamati a fare la loro parte, ricordava Francesco qualche anno fa commentando questo passo del Vangelo di Matteo. E questa domenica sottolinea che nella parabola “i lavoratori non sono soltanto gli uomini, ma soprattutto Dio che esce sempre senza stancarsi” perché “non aspetta i nostri sforzi, non ci fa un esame per valutare i nostri meriti prima di cercarci, non si arrende se tardiamo a rispondergli; al contrario, Lui stesso ha preso l’iniziativa e in Gesù è “uscito” verso di noi, per manifestarci il suo amore”. La parabola ci dice inoltre che nella vigna possiamo entrare tutti, anche in momenti diversi, e Dio “largo di cuore, ripaga tutti con la stessa moneta, che è il suo amore”. Nessuna ingiustizia perché quella di Dio “è una giustizia superiore”. Ma è inevitabile, per noi, prendere le parti di coloro che hanno lavorato di più ricevendo lo stesso compenso, e che chiedono al padrone di dare meno soldi a chi è venuto dopo di loro. Come non pensare alla parabola del figlio prodigo, o, meglio, del padre misericordioso: il fratello maggiore è indignato non tanto da ciò che lui ha ricevuto, ma da quanto ha dato al fratello minore, tornato a casa dopo aver dilapidato tutto il denaro avuto. La giustizia di Dio, afferma il vescovo di Roma, “non misura l’amore sulla bilancia dei nostri rendimenti, delle nostre prestazioni o dei nostri fallimenti: Dio ci ama e basta, ci ama perché siamo figli, e lo fa con un amore incondizionato un amore gratuito”. La grazia di Dio supera la giustizia mentre noi “a volte rischiamo di avere una relazione ‘mercantile’ con Dio, puntando più sulla nostra bravura che sulla sua generosità e la sua grazia”. Anche come chiesa, aggiunge Francesco, “invece che uscire a ogni ora del giorno e allargare le braccia a tutti, possiamo sentirci i primi della classe, giudicando gli altri lontani, senza pensare che Dio ama anche loro con lo stesso amore che ha per noi”. E ancora, nelle nostre relazioni, dice il Papa, “la giustizia che pratichiamo a volte non riesce a uscire dalla gabbia del calcolo e ci limitiamo a dare secondo quanto riceviamo, senza osare qualcosa in più, senza scommettere sull’efficacia del bene fatto gratuitamente e dell’amore offerto con larghezza di cuore.(Fabio Zavattaro - Sir)

Migrantes Trani-Barletta-Bisceglie: la Gmmr in diocesi

24 Settembre 2023 - Barletta - La vicinanza della Chiesa al mondo delle migrazioni è stata espressa, nel 1952 nell’Esposizione della dottrina cristiana sulle migrazioni “Exsul Familia” di Pio XII e da allora, attraverso la paterna attenzione dei vari pontefici, la Chiesa ha sempre avuto coscienza e conoscenza di quanto e come il mondo delle migrazioni migratorio mutasse l’atteggiamento del cristiano nei confronti della mobilità umana. Questa breve riflessione prende spunto dal messaggio che papa Francesco ha inviato alla Chiesa universale nella Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che riprende lo slogan della campagna “Liberi di partire, liberi di restare” della Cei, che ha impegnato oltre 30 milioni delle risorse dell’otto per mille tra il 2017 e il 2022. «Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo”» (Mt 2,13). La fuga della Santa Famiglia in Egitto non è frutto di una scelta libera, come del resto non lo furono molte delle migrazioni che hanno segnato la storia del popolo d’Israele. Migrare dovrebbe essere sempre una scelta libera, ma di fatto in moltissimi casi, anche oggi, non lo è. Conflitti, disastri naturali, o più semplicemente l’impossibilità di vivere una vita degna e prospera nella propria terra di origine costringono milioni di persone a partire. Se dovessimo stilare l’elenco di coloro che, nelle varie parti di questo nostro mondo sempre più ferito dalla nostra incuria e poca visione del futuro, spingono alla fuga intere generazioni dei popoli loro affidati, certamente molti di noi sapremmo quali nomi scrivere. Ma, all’elenco dei vari “Erode” del nostro tempo, dovremmo anche stilare quello degli “ignavi”, di coloro che, per superficialità o per colpevole indifferenza, trasformano il presente in fredde equazioni, in diagrammi sterili che mortificano l’essere umano riducendolo a dei parametri algebrici. Uno scatto fotografico emblematico di questa deriva numerica è stato effettuato nelle ore drammatiche del naufragio del caiucco siriano sulle spiagge di Cutro: in primo piano vi è una ragazzina deturpata da cicatrici sul volto e nel cuore per quanto sta vivendo in quel momento, in secondo piano si vede un “impiegato” che, con carta e penna, quantifica numericamente ciò che rimane di quella porzione di umanità sopravvissuta alla strage di migranti. «Presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistato nella terra di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e con lui tutti i suoi discendenti» (Gen 46,6). È a causa di una grave carestia che Giacobbe con tutta la sua famiglia fu costretto a rifugiarsi in Egitto, dove suo figlio Giuseppe aveva assicurato loro la sopravvivenza. Persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee. I migranti scappano per povertà, per paura, per disperazione. Al fine di eliminare queste cause e porre così termine alle migrazioni forzate è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Un impegno che comincia col chiederci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare. Dobbiamo prodigarci per fermare la corsa agli armamenti, il colonialismo economico, la razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa comune. Ma, come ci insegna il profeta Geremia, devo gridare, devo proclamare: «Violenza! Oppressione!» (Ger 20,8)”, anche noi  non possiamo tacere dinanzi alle ingerenze puramente economiche ed egoistiche di Paesi che, pur di continuare a depredare risorse utili per lo sviluppo autoctono, si mascherano come paladini ed esportatori di democrazia e giustizia. «Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno» (At 2,44-45). La celebrazione del giubileo per il popolo d’Israele rappresentava un atto di giustizia collettivo: tutti potevano «tornare nella situazione originaria, con la cancellazione di ogni debito, la restituzione della terra, e la possibilità di godere di nuovo della libertà propria dei membri del popolo di Dio». Mentre ci avviciniamo al Giubileo del 2025, è bene ricordare questo aspetto delle celebrazioni giubilari. È necessario uno sforzo congiunto dei singoli Paesi e della Comunità internazionale per assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra. Si tratta di un diritto non ancora codificato, ma di fondamentale importanza, la cui garanzia è da comprendersi come corresponsabilità di tutti gli Stati nei confronti di un bene comune che va oltre i confini nazionali. Quel 1.600.000 circa di umanità che dall’Africa sono presenti in Italia, proviene dalla cintura subsahariana, da Paesi che hanno risorse minerarie incredibili ma che sono gestite come cosa propria da coloro che ne detengono il potere politico (molto spesso camuffato da integralismo religioso). «Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,35-36). Queste parole suonano come monito costante a riconoscere nel migrante non solo un fratello o una sorella in difficoltà, ma Cristo stesso che bussa alla nostra porta. Perciò, mentre lavoriamo perché ogni migrazione possa essere frutto di una scelta libera, siamo chiamati ad avere il massimo rispetto della dignità di ogni migrante; e ciò significa accompagnare e governare nel miglior modo possibile i flussi, costruendo ponti e non muri, ampliando i canali per una migrazione sicura e regolare. Ovunque decidiamo di costruire il nostro futuro, nel Paese dove siamo nati o altrove, l’importante è che lì ci sia sempre una comunità pronta ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare tutti, senza distinzione e senza lasciare fuori nessuno. La campagna “Liberi di partire, liberi di restare” della Cei, (ci ricorda mons. Perego, presidente della Cemi e Migrantes), ha impegnato oltre 30 milioni delle risorse dell’otto per mille tra il 2017 e il 2022 è stato un segno della Chiesa italiana per far crescere la consapevolezza delle storie dei migranti, sperimentare un percorso di accoglienza, tutela, promozione e integrazione dei migranti che arrivano tra noi, non dimenticando il diritto di ogni persona a vivere nella propria terra. È stata una campagna di denuncia dei morti, delle violenze, della tratta su persone indifese che una storia nuova di accompagnamento dei migranti può scongiurare. I cambiamenti climatici, le carestie, la povertà assoluta sono ostacoli a volte invalicabili, insormontabili per poter costruire un futuro degno di questo nome per coloro che vivono la precarietà del non sapere oggi quale domani li attende. Non vi è muro che tenga dinanzi alla forza irrefrenabile del desiderio umano di poter accedere a quel pezzo di pane, a quel bicchiere d’acqua, a quell’accoglienza che deve promanare dal nostro vivere ad imitazione di Cristo. Solo così impareremo anche noi a scrivere non più elenchi di vittime disperate ma, come il redattore del Primo Libro delle Cronache, genealogie vive, nomi di donne e uomini con un futuro non più solo da sognare ma da costruire, finalmente liberi di scegliere se restare o emigrare. (Riccardo Garbetta - Direttore diocesano Ufficio Migrantes)

Salerno: oggi la Festa dei Popoli

24 Settembre 2023 - Salerno - Come un piccolo ciottolo di pietra lanciato in mezzo a un lago genera movimenti – regolari e concentrici – che continuano a viaggiare fino a toccare e interpellare le sponde, così il battito dei nostri cuori, che pulsano all'unisono, raggiunge le sponde dei nostri pensieri e delle nostre emozioni, con quella vitalità che esorta ad affrontare i tempi che viviamo e a non smarrire la nostra umanità. Il battito del cuore, localizzato nel nostro petto, è conditio sine qua non per la nostra sopravvivenza nel mondo. Esso si sincronizza col nostro respiro che deve alimentarsi aprendosi all'esterno, in una dimensione altrettanto necessaria per abbracciare quello stesso mondo, per sentirsi parte di qualcosa di più grande, che tenta di armonizzarsi, alla ricerca di una condivisione globale. Così gli organizzatori immaginano che sarà viva la Piazza della Concordia di Salerno: tutto può e deve arrivare lì, nel mezzo della Festa dei Popoli, che è anche espressione del volto bello del mondo. Ci ritroveremo lì, nel punto di incontro tra diverse culture e tradizioni, tra diverse generazioni, tra donne e uomini di ogni fede e provenienza, che potranno incontrarsi in uno spazio vivace, fatto di volti, storie, colori, valori condivisi, dove sintonizzarsi con lo stesso battito, per testimoniare la bellezza dell’essere uniti nella diversità. Promossa dall’ Arcidiocesi di Salerno – Campagna – Acerno, operativa attraverso i suoi Uffici Diocesani – Migrantes, Missionario e Caritas - dalla Consulta dei Popoli di Salerno, dai Missionari Saveriani e patrocinata del Comune di Salerno, la XIV edizione della Festa dei Popoli di Salerno avrà luogo, in Piazza della Concordia, oggi a partire dalla ore 16. L’evento si svolge in concomitanza con la 109a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato e vuole essere l’occasione per confrontarsi, formarsi, sensibilizzare ciascuno di noi, i cittadini, le comunità e i gruppi di appartenenza su un tema importante “Liberi di scegliere se migrare o restare”. A tal proposito, Papa Francesco scrive “…mentre lavoriamo perché ogni migrazione possa essere frutto di una scelta libera, siamo chiamati ad avere il massimo rispetto della dignità di ogni migrante; e ciò significa accompagnare e governare nel miglior modo possibile i flussi, costruendo ponti e non muri, ampliando i canali per una migrazione sicura e regolare. Ovunque decidiamo di costruire il nostro futuro, nel Paese dove siamo nati o altrove, l’importante è che lì ci sia sempre una comunità pronta ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare tutti, senza distinzione e senza lasciare fuori nessuno. … Solo camminando insieme potremo andare lontano e raggiungere la meta comune del nostro viaggio”. La Festa dei Popoli Salerno continua a focalizzare la sua azione sulla riscoperta della diversità come valore aggiunto per l'uomo, una disuguaglianza che arricchisce e non svilisce il valore dell'altro, e continua a dar voce all’appello per lo sforzo congiunto dei singoli paesi e della comunità internazionale al fine di assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra. L’Ufficio Diocesano Migrantes, che coordina la Consulta dei Popoli di Salerno, costituita dai 18 referenti delle comunità migranti che abitano il territorio salernitano (Brasile, Cameroun, Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Filippine, Georgia, India, Indonesia, Marocco, Nigeria, Perù, Polonia, Romania, Ucraina, Thailandia, Tunisia, Venezuela), attraverso il suo Direttore Antonio Bonifacio sottolinea come “… questo evento vuole offrire al mondo globalizzato che ci guarda l’immagine attraente di una comunità di popoli, di una convivialità di culture, in cui ci stringersi la mano con simpatia, comunicare in una lingua che permette di comprendersi senza cancellare necessariamente la propria, sentirsi parte di una cultura che accoglie rimanendo fieri della propria e vedendola riconosciuta con altrettanto rispetto. Inoltre, lo stile di fraternità della Consulta dei Popoli di Salerno ci rende partecipe della sofferenza di chi, in questo tempo, vive nei propri paesi di origine il dramma della guerra e dei disastri naturali, per cui il pensiero è rivolto alle comunità amiche che vivono in stato di angoscia e verso le quali siamo portavoce della nostra solidarietà e amicizia”. L’invito ad essere presente è esteso a tutta la comunità cittadina, per vivere un pomeriggio di spettacolo; sul palco si alterneranno tutte le comunità migranti aderenti, daremo voce a racconti di accoglienza, alla voglia di protagonismo di tanti giovani, a momenti di coinvolgimento del pubblico non solo spettatore dei diversi linguaggi artistici, alle sfide affrontate con successo e a quelle che attendono di essere vissute con coraggio e con lo stesso battito. (Antonio Bonifacio)

Papa Francesco: migrare dovrebbe essere una scelta libera

24 Settembre 2023 - Città del Vaticano - Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, sul tema «Liberi di scegliere se migrare o restare», per ricordare che "migrare dovrebbe essere una scelta libera e, mai l’unica possibile". Lo ha detto papa Francesco dopo la preghiera mariana dell'Angelus. Il diritto di migrare, infatti, oggi per molti è diventato "un obbligo, mentre - ha detto - dovrebbe esistere il diritto a non emigrare per rimanere nella propria terra. È necessario che ad ogni uomo e ogni donna venga garantita la possibilità di vivere una vita degna, nella società in cui si trova. Purtroppo, miseria, guerre e crisi climatica costringono tante persone a fuggire. Perciò - ha aggiunto papa Francesco -  siamo tutti chiamati a creare comunità pronte e aperte ad accogliere, promuovere, accompagnare e integrare quanti bussano alle nostre porte". Il papa ha detto che questa tema è stato al centro dei Rencontres Méditerranéennes, conclusosi oggi a Marsiglia  alla cui sessione conclusiva "ho partecipato ieri, recandomi in quella città, crocevia di popoli e culture". E poi un ringraziamento ai vescovi della Conferenza Episcopale Italiana che "fanno di tutto per aiutare i nostri fratelli e sorelle migranti", come ha detto questa mattina il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi durante una celebrazione eucaristica. (R.Iaria)

Migrantes Firenze: Gmmr, una mostra su cattolicesimo e comunità etniche

24 Settembre 2023 - Firenze -  «Cattolicesimo, patrimonio migrante: libertà di partire, restare, trasformarsi»: è in dialogo con le parole del messaggio del Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che, con questo titolo, l'Ufficio Migrantes della diocesi di Firenze e l'associazione Confluenze hanno organizzato una mostra per ripercorrere le tappe delle migrazioni che hanno reso Firenze una città cristiana, trasformandola. Allestita nel chiostro della chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, dove il padre assunzionista Juan Manuel Nunez, vicedirettore dell'Ufficio Migrantes, segue la comunità latino-americana di Firenze, sarà visitabile a ingresso libero dal 26 settembre all'8 ottobre negli orari di apertura del chiostro, dalle 7 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19. Pannelli, immagini e istallazioni video permetteranno ai visitatori di mettersi in viaggio nella storia, partendo dagli anni delle antiche migrazioni dalla Grecia e dalla Siria, che hanno portato il Cristianesimo dalla Palestina a Firenze. Il viaggio passerà poi dal Medioevo e, attraverso i secoli, arriverà ai giorni nostri, dove «sarà possibile conoscere le comunità migranti cristiane che la città ospita, come quella filippina, quella cinese e quella nigeriana - racconta a "ToscanaOggi" padre Juan Manuel Nunez -. Si scoprirà così come le presenze migranti nel territorio abbiano contribuito ad animare una Firenze che, attraverso l'incontro, il dialogo e l'inclusione, ha saputo costruire la pace». «Il materiale esposto è stato raccolto nell'ambito del progetto di ricerca "Esperienze religiose fiorentine - Il nostro patrimonio culturale vivente", promosso dall'Associazione in partenariato con la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant'Anna» fa sapere l'Associazione Confluenze. «Lanciato nel 2020, il progetto mira a realizzare il primo studio sistematico delle comunità religiose (circa 130) presenti nel territorio fiorentino, della loro presenza nel territorio, delle loro specificità locali e dei loro dialoghi e produzioni culturali, con l'obiettivo di costruire strumenti divulgativi inclusivi e accessibili, capaci di far conoscere ai fiorentini in modo rappresentativo le esperienze religiose dei loro concittadini» spiegano. «Rivolgo a tutti l'invito a visitare questa mostra - dice ancora padre Juan Manuel -, frutto di un grande lavoro di giovani che si interessano alla storia di Firenze e alle sue trasformazioni». «Visitarla ci aiuterà a comprendere meglio le migrazioni di oggi e il nostro tempo, in cui si parla di un'invasione, che però non c'è, e a riflettere sulla situazione che abbiamo oggi a Lampedusa» conclude.

Gmmr: mons. Cevolotto, raccogliere i cammini intrapresi, quelli interrotti drammaticamente e quelli approdati che attendono di essere completati in una vita dignitosa

24 Settembre 2023 - Piacenza - “Liberi di scegliere se migrare o restare”: è il tema della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra oggi. Su iniziativa della Fondazione Migrantes della Cei ha scelto l'Emilia Romagna per le celebrazioni nazionali e Piacenza per la celebrazione eucaristica odierna "in onore di Artemide Zatti e Giovanni Battista Scalabrini che un anno fa papa Francesco ha dichiarato santi", ha detto, introducendo la celebrazione il vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto presiedendo, nel Duomo della città. Due testimoni della cura per i migranti: il salesiano Sant’Artemide Zatti, figlio di migranti - ha detto il presule - "matura in quel contesto di precarietà e sofferenza la dedizione ai più fragili e poveri "; il vescovo San Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, e padre dei migranti che "accompagna tanti uomini e donne che cercavano una vita migliore e più dignitosa nelle Americhe". Per mons. Cevolotto  "anche nei fenomeni più drammatici fiorisce la santità. Vogliamo in questa celebrazione raccogliere i tantissimi cammini intrapresi, quelli interrotti drammaticamente in terra o in mare, quelli approdati che attendono di essere completati in una vita dignitosa. Invochiamo la benedizione del Signore sulle mani che, tese, stanno afferrando e stringendo le speranze di altre mani che attendono fraternità. E chiediamo perdono per tutte le nostre colpevoli cecità, sordità, indifferenze". Hanno concelebrato con mons. Cevolotto il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, il direttore Migrantes di Piacenza-Bobbio, p. Mario Toffari e diversi sacerdoti. (R.Iaria)

Papa Francesco: Gmmr, lasciamoci toccare dalla storia di tanti nostri fratelli e sorelle in difficoltà,

24 Settembre 2023 - Città del Vaticano - "Lasciamoci toccare dalla storia di tanti nostri fratelli e sorelle in difficoltà, che hanno il diritto sia di emigrare sia di non emigrare, e non chiudiamoci nell'indifferenza". Lo scrive in un twitter papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra oggi. "Sono sotto gli occhi di tutti - sottolinea il Papa le difficoltà nell'accogliere, proteggere, promuovere e integrare persone non attese, però il criterio principale non può essere il mantenimento del proprio benessere, bensì la salvaguardia della dignità umana". (R.Iaria)

Papa Francesco: non mandiamo indietro i migranti come ping pong

24 Settembre 2023 - Roma -  "Ci sono stati casi molto brutti dove i migranti come un ping pong, sono andati indietro e si sa che tante volte finiscono nei lager, finiscono anche peggio di prima". Lo ha detto papa Francesco nella conferenza stampa sull'aereo papale che lo riportava, ieri sera a Roma dopo il viaggio a Marsiglia. Al giornalista che chiedeva se i suoi appelli da dieci anni abbiano fallito, il Papa ha risposto: "Credo di no, dirò che la crescita è andata lentamente oggi c'è coscienza del problema migratorio, c'è coscienza che è arrivata a un punto, come una patata bollente che non si sa come prenderla". Il Papa ha ribadito che nei lager "è il regno del terrore", sono schiavi" e "noi non possiamo senza vedere le cose mandarli indietro come una palla di ping pong": i migranti "vanno accolti, accompagnati, promossi, integrati".

Gmmr: a Udine festa con le comunità straniere

24 Settembre 2023 - Udine - Nel contesto della 109ª Giornata mondiale del migrante e rifugiato anche la diocesi di Udine pone al cuore delle sue celebrazioni il tema delle migrazioni. Oggi alle 10.30, la cattedrale ospiterà infatti una solenne celebrazione presieduta dall'arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, e concelebrata dai sacerdoti che in diocesi guidano spiritualmente le diverse comunità cattoliche di immigrati. Ad animare la celebrazione saranno i canti e le letture curati dalle stesse comunità immigrate che parteciperanno con i costumi e le bandiere dei loro Paesi di provenienza. Al termine della messa prenderà vita un colorato corteo che si snoderà per le vie del centro cittadino, diretto verso la corte del Centro delle attività pastorali della diocesi, in via Treppo 5, dove avrà luogo un festoso momento di convivialità. Le comunità di immigrati di confessione cattolica sono accompagnate, durante l'anno, dalle proposte dell'Ufficio diocesano Migrantes; in particolare, le iniziative vanno da alcuni momenti di preghiera in Avvento (in programma c'è quella di venerdì 15 dicembre a Udine, nella chiesa della Madonna della Neve) e Quaresima (venerdì 8 marzo), oltre a coordinare le celebrazioni eucaristiche domenicali nelle diverse lingue parlate dagli immigrati che vivono nel territorio diocesano. "Il livello di integrazione di queste comunità è molto avanzato, così come l'inserimento - sia degli adulti che dei giovani - nelle attività parrocchiali - si legge in una nota -. Rispetto agli anni precedenti alla pandemia, la consistenza delle comunità straniere si è decisamente assottigliata: albanesi e polacchi fanno ormai parte a pieno titolo delle comunità parrocchiali in cui vivono, mentre diversi nord-africani, dopo aver ottenuto il passaporto italiano, hanno raggiunto Paesi europei ed extraeuropei. Tuttavia, la vitalità delle comunità rimane intatta e la celebrazione di domenica 24 settembre sta a dimostrare la profonda religiosità dei singoli e delle rispettive famiglie, nel connubio tra le specifiche provenienze e la comune fede cattolica".

Gmmr: a Pavia messa con il vescovo

24 Settembre 2023 - Pavia - In occasione della 109ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, il vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti, presiederà oggi una celebrazione eucaristica alle 17 in cattedrale. "Il Papa - viene ricordato in una nota - ha scelto come titolo per il suo tradizionale Messaggio 'Liberi di scegliere se migrare o restare' con l'intenzione di promuovere una rinnovata riflessione su un diritto non ancora codificato a livello internazionale: il diritto a non dover emigrare, ossia - in altre parole - il diritto a poter rimanere nella propria terra". Per sabato 30 settembre, inoltre, è in programma dalle 9.15 presso l'Oratorio di Santa Maria del Carmine il convegno "Costruire il futuro di Pavia con i migranti", organizzato da diocesi di Pavia, Pastorale Migrantes, Caritas diocesana e Fondazione Laboratorio di Nazareth.

Rieti: Gmmr, la mostra “Oltre i muri” sul fenomeno migratorio

24 Settembre 2023 - Rieti - In occasione della odierna Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, da domani a domenica prossima sotto gli archi di Palazzo Papale a Rieti la mostra "Oltre i muri", organizzata da Il Samaritano odv, Caritas e Migrantes, che propone un percorso educativo sul fenomeno migratorio. L'esposizione, spiega la nota della diocesi, «si sofferma sui muri anti-immigrazione costruiti nel mondo, senza trascurare i muri psicologici che impediscono di andare incontro alla diversità e, infine, prendere consapevolezza dell'importanza di essere costruttori di ponti e fraternità. Grazie a immagini, racconti e dati ufficiali, i visitatori percorrono un viaggio tra le barriere esistenti nel mondo. Muri reali, costruiti dall'uomo, che aiutano a prendere contatto con i propri muri interiori, che nascono per paura, diffidenza, sospetto ». In programma anche visite guidate per scolaresche.

Migrantes Rossano-Cariati: Gmmr, le iniziative in diocesi

24 Settembre 2023 - Rossano - Oggi, Domenica 24 settembre 2023 si celebra la 109° giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il tema scelto da Papa Francesco per l’anno 2023 è: “Liberi di scegliere se migrare o restare” lasciando intendere che la possibilità di scegliere diventa il fulcro di una libertà che consente ad ogni essere umano la costruzione di un futuro migliore; non solo in questo momento presente ma anche per le generazioni future.  Il governo dei flussi migratori diventa possibile solo se noi in qualche modo agevoliamo questa scelta; scelta che, in questo momento storico, diventa obbligatoria e senza una valutazione adeguata, in quanto il decidere, se restare o partire, non dipende dal libero arbitrio della persona ma da fattori contingenti che ne accelerano la scelta per una questione di sopravvivenza dell’individuo. Tra questi fattori, ricorda Papa Francesco, abbiamo: “persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee. I migranti scappano per povertà, per paura, per disperazione. Al fine di eliminare queste cause e porre così termine alle migrazioni forzate è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Un impegno che comincia col chiederci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare. Dobbiamo prodigarci per fermare la corsa agli armamenti, il colonialismo economico, la razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa comune.” Il tema della guerra e quindi della pace sono condizioni da approfondire particolarmente, in quanto ci indicano con precisione i motivi per i quali manca la possibilità di scegliere se migrare o restare. Per celebrare giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato il 26 settembre alle ore 18 si terrà una celebrazione eucaristica nell’ambito del festeggiamenti in onore di San Nilo. (Ufficio Pastorale Migrantes Rossano-Cariati)

Migrantes: domani a Piacenza, in diretta Tv, la celebrazione nazionale per la GMMR

23 Settembre 2023 -

Domani, Domenica 24 settembre, si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. In Italia le celebrazioni principali si svolgeranno nella regione Ecclesiastica dell’Emilia Romagna. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Migrantes, in collaborazione con la Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna e con gli uffici diocesani Migrantes.

Il programma prevede, come momento centrale, una solenne liturgia eucaristica a Piacenza – ore 11,00 - nel Duomo dedicato a Santa Maria Assunta e Santa Giustina, presieduta dal vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto e trasmesso in diretta da Rai Uno. Concelebreranno i vescovi della regione, i direttori diocesani e il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo.

Il direttore Migrantes della diocesi di Piacenza-Bobbio, p. Mario Toffari, sottolinea come la scelta di Piacenza per la Giornata sia molto significativa, in quanto la città, che ha avuto come vescovo Giovanni Battista Scalabrini, canonizzato nell’ottobre scorso, ha “una lunga storia di emi­grazione e porta con sé tutta la drammaticità del­la prima migrazione emi­liana”.

 “Liberi di scegliere se migrare o restare” è il tema scelto da papa Francesco per la Giornata. Nel messaggio il Papa riafferma due diritti fondamentali, da sempre sottolineati nel Magistero sociale della Chiesa: il diritto di migrare e il diritto di vivere nella propria terra. “Spesso non si conoscono, o non si vogliono conoscere, le reali motivazioni delle partenze specialmente da luoghi dove c’è la guerra o si vivono situazioni di estrema povertà. Dovrebbe essere chiaro per tutti che, per comprendere, bisogna conoscere”, scrive il direttore generale della Fondazione Migrantes mons. Pierpaolo Felicolo in un editoriale per la rivista “MigrantiPress” della Fondazione Migrantes e dedicata alla Giornata. Nel numero – distribuito in tutte le parrocchie italiane - molti articoli sul tema scelto da papa Francesco affidati a diversi direttori degli Uffici della Conferenza Episcopale Italiana, un sussidio liturgico ed altri articoli sui vari settori della mobilità umana oltre ad alcune pagine sulle principali novità legislative sul tema delle migrazioni in Italia e Europa. Il cammino intrapreso dalla Chiesa italiana sul tema delle migrazioni nel nostro Paese – sottolinea ancora mons. Felicolo – “ci impegna a sviluppare, come Fondazione Migrantes, una cultura dell’incontro, della tutela e della promozione del mondo dei migranti, liberi di partire e liberi di vivere nella propria terra. Una libertà che dobbiamo accompagnare”

Migrantes Asti: da oggi il Festival dei Popoli

23 Settembre 2023 - Asti - “Liberi di scegliere se migrare o restare”. E’ il tema dell’edizione 2023 del Festival dei popoli, in programma da oggi al 30 settembre. Ad organizzarlo l’Ufficio diocesano Migrantes di Asti in collaborazione con altri uffici pastorali, numerosi enti e associazioni del terzo settore, oltre alle comunità etniche presenti nell’Astigiano. Al centro la riflessione sul complesso e articolato fenomeno migratorio per favorire occasioni di conoscenza, incontro e condivisione tra le diverse comunità culturali che danno forma al tessuto sociale astigiano. In programma, a questo scopo, una variegata serie di iniziative che spaziano da tavole rotonde a cene multietniche fino a una corsa non competitiva. «Un contenitore – lo ha definito il responsabile dell’Ufficio Migrantes, Paolo Maccario, in occasione della conferenza stampa di presentazione – in cui ognuno ha creato e messo dentro qualcosa. Con l’unico obiettivo di cambiare prospettiva, perché non basta più chiederci cosa dobbiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare come Paese». «Lo slogan del festival dei popoli – ha aggiunto il vescovo mons. Marco Prastaro – richiama una realtà, quella dell’immigrazione, che segna la storia dell’umanità in questo momento, ma che non è certo una novità nella storia del mondo. Non è un’emergenza, ma un dato di fatto, il movimento di popoli che da una terra vanno a un’altra scappando da situazioni in cui la vita è difficile».  

Migrantes Mazara del Vallo: le iniziative per la GMMR

23 Settembre 2023 - Mazara del Vallo - «Le immagini che tornano a riempire la cronaca e ci giungono più ravvicinate in questi giorni da Lampedusa e dai porti della Sicilia devono scuotere e intenerire il cuore per renderci capaci di sentire in noi lo stesso dolore che stanno provando tanti fratelli che chiedono protezione e aiuto». Lo dice suor Alessandra Martin, direttore dell’Ufficio diocesano  Migrante della diocesi di Mazara del Vallo in vista della 109a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra domani, domenica 24 settembre. In tutte le parrocchie della Diocesi,  la raccolta fondi da destinare alla Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana. Papa Francesco, proprio per la Giornata mondiale, ha scritto un messaggio in cui ha voluto sottolineare fin dal suo titolo “Liberi di scegliere se migrare o restare”, il valore della libertà che dovrebbe sempre contraddistinguere la scelta di lasciare la propria terra o di restare

Gmrr: la Giornata nelle diocesi di Modena-Nonantola e Carpi

23 Settembre 2023 - Modena - L'Ufficio interdiocesano Migrantes di Modena-Nonantola e Carpi organizza una festa nella Giornata mondiale del migrante e rifugiato 2023, per domani, domenica 24 settembre, presso la parrocchia di San Giuseppe Artigiano a Carpi (via Remesina 56). La Giornata si apre con uno spettacolo a cura delle comunità etniche. Alle 19.00, Santa Messa presieduta dall'arcivescovo mons. Erio Castellucci. Alle 20.30 incontro tra il presule e i cappellani delle comunità cattoliche immigrate delle due diocesi.

Migrantes Vittorio Veneto: Gmmr, vivere la fede cristiana nel territorio diocesano

23 Settembre 2023 - Vittorio Veneto - Partire o rimanere nel proprio Paese? È la domanda che tormenta quanti decidono di scegliere la strada dell’emigrazione, sia ieri che oggi, ed è anche il tema della 109^ Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2023, che si celebra questa domenica. Papa Francesco nel suo annuale messaggio per la Giornata ricorda che a tutti dovrebbe essere garantito «un diritto non ancora codificato, ma di fondamentale importanza», quello «a non emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra». Prosegue il Papa: «Migrare dovrebbe essere sempre una scelta libera, ma di fatto in moltissimi casi, anche oggi non lo è». La terra è casa di tutti gli uomini e tutti hanno il diritto di muoversi, e la libertà di farlo è condizione indispensabile per la libertà delle persone. Essere liberi di muoversi non può essere legato solamente al turismo, a lavori o studi di ricerca, ma il diritto di muoversi liberamente deve essere contemplato anche per emigrare e stabilirsi in altri Paesi. Siamo all’oscuro dei motivi che spingono tanti uomini e donne ad attraversare il Mediterraneo e ad approdare nelle coste della nostra Italia. Guerre, cambiamenti climatici, sfruttamento delle risorse da parte di Paesi ricchi, carestie, diritti negati... sono solamente alcune delle cause della migrazione verso il nostro Paese. Tutti conosciamo i crimini compiuti nei lager nazisti, ma nessuno condanna ciò che avviene nei centri di partenza dal Maghreb, dove spesso i richiedenti asilo, secondo i racconti dei sopravvissuti, hanno scarso accesso al cibo, all’acqua, alle cure mediche e spesso sono sottoposti a trattamenti brutali, torture, violenze sessuali ed altro. “Meno partenze, meno vittime in mare” è questo lo slogan politico quando si parla di immigrazione irregolare dalle coste africane. È sempre vero che un minor numero di partenze corrisponde a un minor numero di vittime? Il numero delle vittime della traversata è solamente un dato del fenomeno migratorio e non tiene conto delle morti durante il viaggio fino alle coste libiche. Si pensi che nei primi sei mesi del 2023 sono sbarcati 76 mila migranti e si sono registrate 1.300 vittime durante la traversata: numeri che non si vedevano dal 2017. “Liberi di partire o liberi di restare” sono due diritti fondamentali oggi a rischio, perché si fatica a conoscere - o non si vogliono conoscere - le reali motivazioni che spingono queste persone ad emigrare, come ricorda lo stesso Pontefice nel suo messaggio. Il fenomeno migratorio è un fatto «la cui comprensione esige l’analisi attenta di tutti gli aspetti che caratterizzano le diverse tappe dell’esperienza migratoria, dalla partenza all’arrivo, incluso un eventuale ritorno». Emigrare e ritornare al Paese sono diritti inalienabili della persona umana. La Chiesa italiana e le associazioni cattoliche sono impegnate a dare un’adeguata risposta al complesso problema del fenomeno migratorio attraverso progetti di assistenza nei Paesi di partenza e di transito dei tanti fratelli e sorelle costretti a migrare. Mons. Pierpaolo Felicolo, direttore della Fondazione Migrantes ne delinea l’attività: «Una campagna che oltre ad agire sul fronte culturale, ha sostenuto l’educazione e la formazione (anche professionale), l’informazione in loco, i settori sociale e sanitario, l’inserimento lavorativo e l’accompagnamento di chi ha scelto volontariamente di tornare in Patria». E ancora: «Il cammino intrapreso dalla Chiesa italiana sul tema delle migrazioni nel nostro Paese ci impegna a sviluppare, come Fondazione Migrantes, una cultura dell’incontro, della tutela e della promozione del mondo dei migranti, liberi di partire e liberi di vivere nella propria terra. Una libertà che dobbiamo accompagnare». Per quanto riguarda la nostra Chiesa diocesana, essa è attenta alle comunità cattoliche di origine immigrata che stanno crescendo in numero, accanto e insieme alle altre comunità diocesane. Il nostro vescovo Corrado, da attento Padre e premuroso Pastore, consapevole delle difficoltà causate dall’emigrazione, incoraggia le comunità cattoliche di madrelingua a continuare a vivere la fede cristiana nel nostro territorio diocesano. Per questo la nostra diocesi accoglie dei preti per il servizio pastorale alle comunità migranti. Don Gheorghe Liviu Mariam per la Comunità romena cattolica di rito orientale; don Melkizedeck Addai per la Comunità ganese; padre Beppe Pierantoni per la Comunità filippina; don Nicivaldo De Oliveira Evangelista per la Comunità brasiliana. In questi giorni sarà presente in diocesi anche don Anton Kodrari, coordinatore nazionale per le Comunità albanesi. (Don Mirko Dalla Torre - Direttore Ufficio Migrantes  Vittorio Veneto)

Diocesi Belluno-Feltre: Gmmr, domani proiezione del docufilm “Non fare rumore” e messa con mons. Marangoni

23 Settembre 2023 - Belluno - In occasione della 109ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, la diocesi di Belluno-Feltre promuove per il pomeriggio di domenica 24 settembre una doppia iniziativa. Alle 16, presso la sala teatro del Centro “Giovanni XIII”, verrà proiettato il docufilm “Non fare rumore” di Alessandra Rossi, diretto da Mario Maellaro e prodotto da Rai 3, con la consulenza dello storico dei flussi migratori Toni Ricciardi, docente presso l’Università di Ginevra. Rossi e Ricciardi saranno presenti per l’occasione. Alle 18.30, poi, in cattedrale il vescovo Renato Marangoni presiederà la celebrazione eucaristica.

Gmmr: le iniziative nella diocesi di Taranto

23 Settembre 2023 -
Taranto - Attraverso una lettera l’ufficio Migrantes della diocesi di Taranto ha ricordato ai parroci la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra domani perché tutte le comunità parrocchiali siano sensibilizzate all’accoglienza dei nostri fratelli provenienti da Paesi dove persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee. I migranti scappano per povertà, per paura, per disperazione e al fine di eliminare queste cause e porre così termine alle migrazioni forzate è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilitàUn impegno che comincia col chiederci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare. In tutte le sante messe domenicali si pregherà per i migranti ed i profughi; due celebrazioni in particolare si terranno alle ore 18 a San Crispieri (presieduta da don Ezio Succa) e alle ore 20 nella baita della Madonna della Pace a Paolo VI (presieduta da don Massimo Caramia), ricordando le tragedie delle navi affondate con centinaia di persone annegate, vittime del desiderio di vita. Tutti i referenti parrocchiali Migrantes chiederanno ai parroci di far fare una testimonianza di qualche minuto ad una persona immigrata, possibilmente della parrocchia stessa o comunque del territorio. Sarà una maniera di far sentire presente l’attenzione della comunità parrocchiale nei loro confronti, in un primo approccio che possa preludere a un bel rapporto di amicizia. Migrantes sottolinea che è importante riaffermare i due diritti fondamentali, da sempre affermati nel Magistero sociale della Chiesa: il diritto di migrare e il diritto di vivere nella propria terra. I due diritti si fondano sui principi della libertà e della destinazione universale dei beni che il Signore ha creato e destinato a tutta l’umanità. Entrambi questi diritti oggi sono a rischio. Il diritto di migrare viene fermato da muri che si alzano, da nazionalismi di ritorno, da legislazioni che indeboliscono il diritto di lasciare la propria terra di chi cerca un lavoro e un sostegno alla vita personale e familiare o fugge da guerre, disastri ambientali, dittature. Il diritto di rimanere nella propria terra è messo a rischio dalle numerose guerre e conflitti in atto, da forme nuove di colonialismo, dalla mancanza di pari opportunità di uomini e donne, dal grave sfruttamento. Al tema di questa Giornata sarà intitolato il convegno diocesano Migrantes di novembre. (Marisa Metrangolo - direttore diocesano Migrantes Taranto)

Gmrr: Migrantes Palermo, testimonianze in diverse parrocchie

23 Settembre 2023 - Palermo - Dice il Papa: la libertà dovrebbe sempre contraddistinguere la scelta di lasciare la propria terra, riprendendo il titolo - liberi di partire, liberi di restare - di una iniziativa di solidarietà promossa qualche anno fa dalla Conferenza Episcopale Italiana. La migrazione è un diritto doppio: diritto a non emigrare e diritto a emigrare. Il mondo non ha ancora preso coscienza che la migrazione è un diritto umano. Anche oggi la migrazione è negata. Non è libera. Conflitti, disastri naturali o la povertà costringono milioni di persone a partire. Cosa possiamo e dobbiamo fare: innanzitutto costruire condizioni concrete di pace salvaguardando in questo modo il diritto a non emigrare. Poi l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Un impegno che comincia col chiederci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare: corsa agli armamenti, colonialismo economico, razzia delle risorse altrui, devastazione della nostra casa comune. Ed infine garantire a tutti un’equa partecipazione al bene comune, il rispetto dei diritti fondamentali e l’accesso allo sviluppo umano integrale. E’ anche un auspicio per vivere in realtà e verità il prossimo Giubileo del 2025 ricordando che durale il “giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà” (Lv 25,13). Per i cristiani, poi, le parole evangeliche di Matteo, 25 suonano come monito costante a riconoscere nel migrante non solo un fratello o una sorella in difficoltà, ma Cristo stesso che bussa alla nostra porta. Nella concretezza della responsabilità, Papa Francesco chiede di rendere le nostre comunità sempre più inclusive; comunità pronte ad accogliere, proteggere, promuovere ed integrare. Vida Kyei Mensah, proveniente dal Ghana e Merina Jestin dello Sri Lanka, Veronica dell’Eritrea e George del Ghana, Claudia Rodrigo delle Filippine e Nathushan Sagikiran dello Sri Lanka, Danistan Johnson e Jugin Anton Don Basco dello Sri Lanka, a due a due, come testimoni, si recheranno rispettivamente presso le parrocchie di San Giovanni Bosco, Maria SS Mediatrice, Maria SS Immacolata in Montegrappa e Sacra Famiglia di Palermo. Una testimonianza che sgorga dall’abbondanza del cuore e dal bisogno di condividere le «ricchezze» che hanno ricevuto. “Se fossi stato tu a quel posto che avresti fatto? Sono nata e cresciuta dove c’era la guerra, da ragazza non riuscivo a sognare perché nel mio futuro non vedevo nulla di bene e tutto era vuoto e buio. Molte volte mi sembrava che la morte mi stesse aspettando. La mia domanda sempre a Dio era perché proprio a noi, perché le persone devono uccidere per avere la terra degli altri? […] Non dobbiamo vedere la razza ed il colore della persona ma il cuore per vivere in pace e liberi di scegliere dove vogliamo vivere. Amandoci l’un l’altro”. “Lasciare la famiglia e il mio paese era così pesante e doloroso. All’inizio era tutto difficile per me per via della lingua che non conoscevo il cibo era tutto nuovo per me, e anche la cultura […] Ho iniziato a lavorare come badante con un’anziana che giusto giusto parlava in dialetto e quindi per me una doppia fatica di comprendere. Alla fine ho trovato una Famiglia che parlavano l’inglese e da questa famiglia ho cominciato a conoscere la lingua perché c’erano i figli che mi insegnavano a imparare la lingua italiana. Perché la lingua è uno strumento che può facilitare la convivenza. Già dall’ora la chiesa di Palermo faceva già una cosa per gli immigrati. Davano lezioni gratis per chi volesse imparare la lingua italiana c’erano già i volontari che erano disposti a fare lezioni gratis […] La vita si migliorava anche perché ho conosciuto il mio futuro marito anche lui è un filippino, ma eravamo ancora non in regola e quindi non potevamo sposare nè portare il nostro figlio all’asilo nè affittare una casa per noi. Vivevamo con i nostri parenti. Non avevamo altra scelta, abbiamo deciso di portare e lasciare il nostro figlio in filippine con i miei genitori, un’altra volta decisione dolorosa. Come una madre mi spezzava il cuore quando ho lasciato li mio figlio […] Nel 1996 grazie a Dio abbiamo ottenuto il nostro Permesso di soggiorno la prima cosa che abbiamo fatto era di andare nelle Filippine  per riprendere il nostro figlio e sposarsi in chiesa. Ora ho due figli: un maschio e una femmina. Siamo cittadini italiani. Loro hanno finito gli studi, laureati e lavorano all’estero. Ringrazio il Signore per l’amore che ci ha guidati nella via giusta, per le persone che nel nostro cammino abbiamo incontrato, ringraziamo gli italiani che ci hanno fatto avere le opportunità, l'accoglienza e la generosità. Grazie e Dio ci benedica”. “[…] Sono venuto qui a Palermo nel 2006, in aereo, assieme a mia madre e mio fratello per ricongiungermi con mio padre che era qui dal 2000. Tra il 1980 e il 2009 c’è la stata la guerra nel mio paese, noi Tamil contro il governo cingalese. Numerose persone lasciarono il paese per avere la possibilità di non essere uccisi e di una vita migliore. Tra questi ci siamo noi e mio padre. Appena arrivato è stato difficile il primo impatto, non sapevo la lingua e non c’erano persone che mi potevano aiutare, ho iniziato subito con la prima elementare, ho imparato la lingua e ho proseguito con gli studi fino ad arrivare all’università. Attualmente lavoro e frequento la facoltà di ingegneria informatica. Posso dire di sentirmi anche italiano”. “[…] Ho 23 anni. Vengo dallo Srilanka. Sono un ingegnere informatico e continuo il mio percorso di studio presso l'Università di Palermo. Ero arrivata a Palermo quando avevo 10 anni. Perchè mio padre era qui già da quando avevo un anno a causa della guerra e di conseguenza per problemi di lavoro. Ho avuto tanta difficoltà ad abituarmi per la lingua e per la cultura. Ma i maestri e i professori a scuola mi hanno aiutato molto per imparare la lingua, in particolare Padre Victor Oblato mi è stato di grande supporto per imparare la lingua italiana e per le mie scelte di studio. Arrivare in Italia non è stata una mia scelta, ho dovuto seguire la scelta dei miei genitori. Ma non penso che rimanendo in Srilanka sarei riuscita a finire il mio percorso di studio, non sarei diventato un ingegnere. L'Italia è stata molto accogliente nei miei confronti e ancora lo è. Anche se emigrare è stato una scelta dei miei genitori adesso rimanere è la mia scelta. “Liberi di scegliere se emigrare o restare”. Sono testimonianze di persone diverse, con storie di vita diverse, con una esperienza migratoria a volte pesante e dolorosa ma che hanno portato a termine il loro progetto grazie all’accoglienza ed alla protezione delle comunità in cui hanno vissuto. Solo questo può fare la differenza. Trovare anche nella Chiesa concrete condizioni favorevoli in cui viene data dignità di fratelli a persone che vivono l’estraneità e le difficoltà dell’inserimento, rappresenta un fattore di protezione e di promozione umana la cui ricchezza è impareggiabile. L’Ufficio Migrantes di Palermo, rispondendo al mandato del nostro Vescovo, mons. Corradoio Lorefice, assieme all’associazione Arcobaleno di Popoli, voluta e fondata dal caro compianto Padre Sergio Natoli, ha sempre cercato di vivere questa meravigliosa realtà di fraternità e di vera cattolicità. Di fronte ai grandi e gravi problemi delle migrazioni di oggi, ai loro numeri, alle risposte spesso inadeguate degli Stati nazionali ed anche dell’Europa, saremmo tentati di scoraggiarci e di non avere la forza di reagire da cristiani, perdendo così la grande ricchezza di vita e di fede che queste meravigliose persone portano con loro. Ma possiamo e dobbiamo accoglierli, proteggerli, promuoverli ed integrarli. Questo possiamo e dobbiamo farlo. Dipende solo da noi. E poi dobbiamo testimoniarlo per dare una rappresentazione reale/diversa del fenomeno rispetto a quella prevalente che vede nei migranti la causa dei mali della nostra società. (Ufficio Migrantes Palermo)