Primo Piano

Migrantes Reggio Emilia-Guastalla: l’8 febbraio veglia di preghiera contro la Tratta

29 Gennaio 2024 -

Reggio Emilia  - L'8 febbraio, memoria di S Giuseppina Bakhita, in occasione della X Giornata Mondiale di preghiera e riflessione per le vittime di tratta, il Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla e presidente della Conferenza Episcopale dell'Emilia Romagna, mons. Giacomo Morandi, presiede la veglia ecumenica di preghiera alle 20 e 30, presso la chiesa di S Pio X a Reggio Emilia.

Viminale: da inizio anno sbarcate 1.471 persone migranti sulle coste italiane

29 Gennaio 2024 -
Roma - Sono finora 1.471 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo il dato fornito oggi dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi 368 sono di nazionalità siriana (25%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (270, 18%), Egitto (146, 10%), Pakistan (106, 7%), Sudan (94, 7%), Tunisia (93, 6%), Gambia (46, 3%), Etiopia (37, 3%), Eritrea (31, 2%), Mali (27, 2%) a cui si aggiungono 253 persone (17%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. 189 i minori stranieri non accompagnati che hanno raggiunto il nostro Paese via mare.

Migrantes Benevento: parte un nuovo corso di Kiswahili

29 Gennaio 2024 - Benevento - L'ufficio Migrantes della diocesi di Benevento, diretto da don Eugene Kouassi Boa, avvierà un nuovo corso base di Kiswahili la lingua ufficiale della Tanzania, dell’Uganda, del Ruanda e del Kenya e di altre 14 nazioni. Il corso, a cura della dott.ssa Lubangura Anastasia Evarist, avrà inizio lunedì 12 febbraio e terminerà il 27 maggio 2024 presso la sala del Sole sita in via San Pasquale,11. Si prevede una partecipazione massima di 20 persone, con una durata complessiva di 30 ore di lezione suddivise in 2 ore a settimana, dalle 15.30 alle 17.30 ogni lunedì. Per iscrizioni e informazioni telefonare al numero 0824 25508 oppure scrivere a migrantes@diocesidibenevento.it.

Novità al cinema dal 1° febbraio

29 Gennaio 2024 -

Roma - Nel segno del thriller spionistico puntellato umorismo è “Argylle. La Superspia” (Universal Pictures): alla regia Matthew Vaughn – suoi “Stardust” (2007) e la saga “Kingsman” (2014-21) –, punto di attrazione è il cast all star con Henry Cavill, Bryce Dallas Howard, Sam Rockwell, Bryan Cranston, Dua Lipa e John Cena. Giocato su due piani narrativi, la realtà della scrittrice di gialli Elly Conway e quella delle sue creature immaginarie, agenti segreti; piani destinati a collidere in una girandola action. Il binario si conferma quello di “Kingsman”. Per un pubblico ampio, amante del genere.

In sala c’è anche “How To Have Sex” (Teodora Film) esordio della britannica Molly Manning Walker, vincitore della sezione Un Certain Regard a Cannes76. Uno sguardo asciutto e disincantato sul mondo dei giovani oggi; uno specchio che riflette fragilità, ricerca di un divertimento teso allo stordimento, ma anche una solitudine bruciante dove le relazioni familiari sono inesistenti. “How To Have Sex” urla un grande disagio esistenziale, un vuoto assordante. Un film duro, spietato e provocatorio, che parla ai giovani ma che dovrebbe essere visto soprattutto da adulti ed educatori per capire meglio il mal di vivere.

Officine Ubu porta in Italia la commedia francese “Una bugia per due” di Rudy Milstein con Vincent Dedienne e Clémence Poésy: a un avvocato quarantenne viene diagnosticata per sbaglio una grave malattia, situazione che lo spinge a rapportarsi alla vita in maniera diversa. Commedia degli equivoci con sfumature drammatiche. Infine, la seconda regia di Ginevra Elkann “Te l’avevo detto” (Fandango), istantanea tragicomica su un’umanità sul crinale dello smarrimento, tra un clima impazzito ed emozioni allo sbando. La Elkann, che si muove lungo lo stesso binario narrativo di “Siccità” di Paolo Virzì, coinvolge un cast di livello: Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Danny Huston e Alba Rohrwacher. 

Focus Oscar96, “The Holdovers”. Agli Oscar correrà per cinque statuette, ma occhi puntati soprattutto sull’interpretazione maschile di Paul Giamatti. Parliamo di “The Holdovers. Lezioni di vita”, che segna il ritorno in grande stile di Alexander Payne (“Paradiso amaro”). Una commedia dall’ironia tagliente marcata di note drammatiche che racconta le vacanze di Natale, nel New England del 1970, di un professore dedito alla bottiglia, di uno studente liceale abbandonato dai familiari e di una cuoca in lutto. Tre solitudini insieme per caso, che sapranno ascoltarsi, aiutarsi e forse salvarsi. “The Holdovers” si apre con risate a briglia sciolta, ma nei volteggi finali trova poesia e commozione. E la mente corre al bellissimo “L’attimo fuggente” (1989) di Peter Weir, al prof. John Keating di Robin Williams. “O capitano! Mio capitano!”.

Cei: cordoglio, vicinanza e solidarietà alla comunità di Santa Maria a Sariyer

29 Gennaio 2024 - Roma - “Esprimiamo il nostro cordoglio per l’uccisione del cittadino turco e lo affidiamo all’abbraccio misericordioso del Padre”. Lo affermano il Presidente e il Segretario Generale della CEI, Card. Matteo Zuppi e Mons. Giuseppe Baturi, in attesa di ulteriori dettagli relativi all’attacco armato alla chiesa di Santa Maria a Sariyer, a Istanbul, avvenuto durante la celebrazione eucaristica, memoria della morte e resurrezione del Signore. A Mons. Massimiliano Palinuro, Vicario Apostolico di Istanbul e Amministratore Apostolico dell’Esarcato per i fedeli di rito bizantino residenti in Turchia, il Presidente e il Segretario della CEI hanno manifestato la solidarietà e la vicinanza delle Chiese in Italia: “A tutta la comunità giunga il nostro affetto. Insieme preghiamo perché cessi ogni forma di violenza e si intraprenda con decisione la via della pace”. La CEI, attraverso Caritas Italiana, continua a essere a fianco di Caritas Turchia nell’accompagnamento e nel supporto alla popolazione e alla comunità cristiana con diversi progetti, soprattutto nell’ambito della ricostruzione post-terremoto.

Migrantes: il 1 febbraio l’incontro dei coordinatori etnici sul fondamento bibblico della prassi pastorale

29 Gennaio 2024 - Roma - "La mobilità umana e la Chiesa: dal fondamento biblico alla prassi pastorale". Questo il tema al centro dell'incontro periodico dei coordinatori nazionali Migrantes per le comunità etniche in Italia che si svolgerà il prossimo 1 febbraio a Roma presso la Fondazione Migrantes. La riflessione, dopo i saluti del direttore generale Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, è affidata al direttore Regionale Migrantes della Sicilia, il diacono Santino Tornesi. (R.Iaria)  

E liberaci dal male

29 Gennaio 2024 -
Città del Vaticano - “Siamo qui per gridare a tutta la città e al mondo intero la nostra voglia di pace”. Centinaia di ragazzi dell’Azione cattolica sono in piazza San Pietro con i loro educatori e le famiglie. Si conclude, in questa ultima domenica di gennaio, il mese della pace: molte guerre sono combattute anche vicino a noi e “sembra che a nessuno importi fare la pace”. Due ragazzi sono accanto al Papa affacciati con lui alla finestra del Palazzo Apostolico, e a nome di tutti i loro coetanei leggono un messaggio: “vogliamo stare dalla parte della pace, provando a spegnere, nel nostro piccolo, il fuoco dell’odio e della violenza – dice la ragazza – la guerra è come una pianta secca e spoglia”. Quasi tutto il dopo Angelus Papa Francesco lo dedica alla pace, a cominciare dal Myanmar: dal colpo di Stato del 2021 “il pianto del dolore e il rumore delle armi hanno preso il posto del sorriso”, ha affermato ricordando l’appello dei vescovi. E chiede che “le armi della distruzione si trasformino in strumenti per crescete in umanità e giustizia”. La pace è un cammino, afferma ancora il vescovo di Roma, e il pensiero va a Israele, Palestina, Ucraina; chiede che “sia consentito il transito degli aiuti umanitari per garantire il necessario a ogni persona”. Dove si combatte “si rispettino le popolazioni”, e si rivolga “attenzione e cura” alle vittime civili dei conflitti: “si ascolti il loro grido di pace, il grido della gente che è stanca della violenza e vuole che si fermi la guerra”. La guerra “è un disastro per i popoli e disfatta dell’umanità”. Un pensiero anche a quanto accaduto nella chiesa cattolica di Santa Maria, nel quartiere Saniyer di Istanbul, dove una persona è morta e alcune sono rimaste ferite a causa di un nuovo attacca armato contro una chiesa. Angelus nella domenica in cui il Vangelo ci porta a Cafarnao, una località importante per i commerci, sulle rive del mare di Galilea, dove troviamo Gesù che entra in Sinagoga nel giorno di sabato e si mette a insegnare “come uno che ha autorità, e non come gli scribi” scrive l’evangelista. Non conosciamo il tema del suo intervento, ma sappiamo cosa accade: l’insegnamento di Gesù provoca reazioni di stupore; parole che toccano il cuore e suscitano domande. “Che vuoi da noi? Sei venuto a rovinarci?” grida un uomo posseduto dal maligno, sentendosi minacciato da Gesù e dal suo insegnamento. Il primo atto pubblico di Gesù, per Marco, è, dunque, un esorcismo, la cacciata del male dal corpo dell’uomo, nel giorno di sabato, il settimo giorno, quello del compimento della creazione. Nel commentare questo passo del Vangelo di Marco, il Papa ricorda che il diavolo “vuole possedere per incatenarci l’anima” e noi “dobbiamo stare attenti alle catene che ci soffocano la libertà”. Poi elenca alcune di queste catene che “possono stringerci il cuore”. Innanzitutto, le dipendenze “che rendono schiavi, sempre insoddisfatti, e divorano energie, beni e affetti”. Quindi le mode dominanti, “che spingono a perfezionismi impossibili, al consumismo e all’edonismo, che mercificano le persone e ne guastano le relazioni”. Ma ci sono altre catene, dice Francesco: “ci sono le tentazioni e i condizionamenti che minano l’autostima, la serenità e la capacità di scegliere e di amare la vita; un’altra catena: la paura, che fa guardare al futuro con pessimismo, e l’insofferenza, che getta la colpa sempre sugli altri; e poi c’è la catena molto brutta: l’idolatria del potere, che genera conflitti e ricorre ad armi che uccidono o si serve dell’ingiustizia economica e della manipolazione del pensiero. Tante catene ci sono nella nostra vita”. Gesù, afferma Papa Francesco, è venuto proprio “a liberarci da tutte queste catene”, perché “ha il potere di cacciare via il diavolo. Gesù libera dal potere del male”. E ricorda, come già fece commentando la pagina delle tentazioni, “con il diavolo non si dialoga, mai Gesù ha dialogato con il diavolo”; quando è stato tentato nel deserto, “le sue risposte erano parole della Bibbia, mai un dialogo”. Con il diavolo “non si negozia”, perché, dice il vescovo di Roma “se tu ti metti a dialogare con lui, vince lui, sempre”. Invece dobbiamo invocare Gesù quando “sentiamo che le catene del male e della paura stringono più fortemente”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Viminale: da inizio anno sbarcate 1.303 persone migranti sulle coste italiane

26 Gennaio 2024 -
Roma - Sono 1.303 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo i dati del ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi 368 sono di nazionalità siriana (28%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (270, 21%), Egitto (146, 11%), Pakistan (106, 8%), Sudan (94, 7%), Tunisia (93, 7%), Gambia (46, 4%), Etiopia (37, 3%), Eritrea (31, 2%), Mali (27, 2%) a cui si aggiungono 85 persone (7%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Pavia: un corso per operatori nell’accoglienza dei migranti

26 Gennaio 2024 - Pavia - Un corso di formazione per diventare operatori e operatrici nell’accoglienza di persone migranti partirà il prossimo mese a Pavia su iniziativa dell'ufficio diocesano Migrantes, problemi sociali e del lavoro, Caritas diocesana e il Laboratorio di Nazareth. Lo scopo è quello di poter formare operatori ed operatrici in grado e disponibili ad accompagnare donne e uomini migranti ascoltandoli, creando una relazione di fiducia e amicizia, informandoli sul funzionamento delle istiuzioni, indirizzandoli nei vari servizi presenti sul territorio. Il corso di formazione è realizzato grazie ai fondi dell’8XMille alla Chiesa cattolica. “L’obiettivo è formare persone che vogliano diventare ‘operatori della relazione’ con uno sguardo che vede e accoglie", spiega la direttrice dell'ufficio Migrantes sr. Ornella Simioni: "si tratta di un tentativo avviato con la consapevolezza che ‘facendo, si apre un cammino’ e che conoscendo ci si sensibilizza. Il corso non esaudirà tutte le attese, ma spero che ci aiuti ad aprirci in un modo nuovo agli altri”.

La memoria non è solo ricordo, è impegno

26 Gennaio 2024 - Roma -  Il giorno della memoria, ogni anno, ritorna a richiamare un passato recente in cui la "follia", "il sonno della ragione" hanno generato rabbia, disprezzo che sono diventate morte, distruzione. Purtroppo, la memoria non diventa affermazione della verità storica e consapevolezza di una pagina tragica della storia europea e mondiale, ma talora – come ha ricordato lo storico Franco Cardini - rivendicazione e contrapposizione tra vari ricordi: alla ferocia nazista della Shoah si contrappone la crudeltà delle foibe dei comunisti o del genocidio armeno, fino ad arrivare alle vittime del terrorismo di Hamas e ai civili palestinesi vittime della guerra a Gaza. È necessario, invece, che il ricordo diventi impegno: nell’educazione al rispetto di ogni persona, nella costruzione di una Democrazia compiuta, nel cammino verso il disarmo. In questo modo, la memoria non viene viziata da contrapposizioni, ma purificata da ogni fanatismo e diventa costruzione di una società diversa, nella vita delle nostre città e dei nostri paesi. La storia ha questo compito: di evitare letture distorte dei fatti per una narrazione che sia capace non di cercare colpe e formulare condanne, ma offrire elementi perché alcune tragedie umane non si ripetano. La storia non dimentica, ma rende attuale ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, chi è Giusto e chi non lo è. Le vittime dell’Olocausto che oggi ricordiamo rimandano a tutte le vittime della storia: di ieri e di oggi, purtroppo di sempre. Chi si è salvato richiama l’impegno di chi ama la giustizia. I bambini che morirono ieri hanno lo stesso volto dei bambini che muoiono oggi per la violenza umana, come i volti delle donne e degli anziani violentati ieri sono quelli di oggi. Di ogni persona vittima oggi vogliamo fare memoria. Belle sono le parole di Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti: «La Shoah non va dimenticata. È il simbolo di dove può arrivare la malvagità dell’uomo quando, fomentata da false ideologie, dimentica la dignità fondamentale di ogni persona, la quale merita rispetto assoluto qualunque sia il popolo a cui appartiene e la religione che professa. Nel ricordarla, non posso fare a meno di ripetere questa preghiera: "Ricordati di noi nella tua misericordia. Dacci la grazia di vergognarci di ciò che, come uomini, siamo stati capaci di fare, di vergognarci di questa massima idolatria, di aver disprezzato e distrutto la nostra carne, quella che tu impastasti dal fango, quella che tu vivificasti col tuo alito di vita. Mai più, Signore, mai più!"» (F. T. nn. 247-248). Parole di verità e di impegno, per tutti. Il ricordo va rinnovato sempre, senza stancarci e senza anestetizzarci, unito all’impegno per la giustizia. Non possiamo permettere che le attuali e le nuove generazioni perdano la memoria di quanto accaduto, quella memoria che è garanzia e stimolo per costruire un futuro più giusto e fraterno. (mons. Gian Carlo Perego - arcivescovo di Ferrara-Comacchio)

Flussi 2024: nuove quote per lavoro stagionale

26 Gennaio 2024 - Roma - Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato la nota n. 231 del 24 gennaio 2024, con la quale comunica una ulteriore attribuzione territoriale delle quote relative all’anno 2023 per lavoro subordinato stagionale e per conversione del permesso di soggiorno in lavoro subordinato. La nota tiene conto sia dei dati pervenuti in data 11 gennaio 2024 dal Ministero dell’Interno, Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione e relativi alle istanze presentate agli Sportelli Unici dell’Immigrazione alla data del 31 dicembre 2023, sia delle nuove indicazioni di fabbisogno di manodopera non comunitaria, segnalato da parte di alcuni Ispettorati Territoriali del Lavoro. Le ulteriori quote sono destinate a ingressi per motivi di lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero. Inoltre, con riferimento alle conversioni in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e autonomo, si procede ad una ulteriore assegnazione territoriale di quote, al fine di soddisfare tutte le istanze di conversione pervenute sul sistema e comunicate dal Ministero dell’Interno.  Si tratta in totale di 17.000 quote distribuite tra le varie Regioni interessate. (A.Pertici)  

Rom e sinti: un incontro a Torino per la Giornata della Memoria

25 Gennaio 2024 - Torino - In occasione della Giornata della Memoria (27 gennaio), l’Associazione Aizo rom e sinti propone l’incontro «Ricordare il Porrajmos: lo sterminio dei rom e dei sinti», che si terrà venerdì 26 gennaio alle 10 presso la sede dell’associazione in via Foligno 14 a Torino. L’incontro vuole essere occasione per parlare dello sterminio dei rom e sinti, avvenuto nei lager nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, ed anche per approfondire la conoscenza verso questa popolazione, che era e ancora oggi è emarginata. «Le nuove forme di odio ed ideologie fondamentaliste», spiegano dall’Aizo, «seminano violenza ed istigano all’intolleranza e al disprezzo della cultura o della religione altrui. Pertanto riteniamo importante sensibilizzare, soprattutto i giovani, sulla tragedia ed invitarli all’accettazione del diverso».

Rom: il 29 gennaio convegno a Roma sul superamento dei campi

25 Gennaio 2024 - rOMA - “Il superamento dei campi rom in Italia – Il caso studio di Collegno” è il tema del convegno che si terrà a Roma il 29 gennaio 2024 ore 11.00 nella Sala Matteotti della  Camera dei Deputati, organizzato dall’Associazione 21 luglio. “Il superamento dell’insediamento di Collegno, conclusosi nella scorsa estate, è la dimostrazione di come in Italia, riconosciuta in Europa come il ‘Paese dei campi’, il superamento degli insediamenti monoetnici è possibile e realizzabile, laddove si registra la volontà di realizzare processi partecipativi di inclusione abitativa per i residenti delle aree marginalizzate”, spiegano all’Associazione 21 luglio. Portando in sede di Consiglio d’Europa il caso studio di Collegno, Associazione 21 luglio intende “riaffermare la fattibilità dei processi di superamento dei ‘campi rom’ attraverso metodologie innovative e sostenibili”. Parteciperanno: Riccardo Magi, deputato; Carlo Stasolla, Associazione 21 luglio; Francesco Casciano, sindaco di Collegno; Maria Grazia De Nicola, assessora alle Politiche Sociali e Pari Opportunità di Collegno; Tommaso Vitale, Università di Sciences Po, Parigi; Barbara Funari, Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma; Roberta Giordani, Associazione 21 luglio; Paolo Ciani, deputato.

Mci Svizzera: da oggi il viaggio del direttore generale Migrantes

25 Gennaio 2024 - Roma – Inizierà questa sera la visita del Direttore Generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, ad alcune comunità italiane e Missioni cattoliche Italiane nella Svizzera tedesca. Nel suo viaggio – che prevede incontri, momenti di preghiera e celebrazioni eucaristiche, mons. Felicolo sarà accompagnato dal Coordinatore delle Missioni cattoliche di lingua italiana in Svizzera, don Egidio Todeschini. Tra gli incontri anche quello i tre diaconi della diocesi di Napoli che da ottobre scorso e fino a marzo sono in missione in Svizzera per conoscere la realtà delle comunità cattoliche italiane. L’iniziativa nasce all’interno della proposta fatta dal Consiglio di Coordinazione delle Missioni Cattoliche di Lingua Italiana in Svizzera di un "Erasmus Pastorale" prima dell'ordinazione presbiterale. Attualmente in Svizzera vivono circa 640mila  persone con passaporto italiano, terzo paese per presenza di nostri connazionali secondo il dato riportato dal rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. A loro servizio 42 Missioni Cattoliche di Lingua italiana con oltre 50 sacerdoti. La storia degli italiani in Svizzera è una storia di circa cinque milioni di persone che si sono avvicendate in oltre 150 anni al servizio di questo Paese e della sua economia, spiega don Todeschini: alla Svizzera e agli svizzeri va un “grazie” per quanto “hanno fatto. E un grazie particolare va agli oltre 1700 missionari e religiose che si sono impegnati negli ultimi 130 anni tra gli italiani in Svizzera al servizio della fede e dell’emigrazione”. (Raffaele Iaria)

Protagonisti non spettatori

25 Gennaio 2024 - Roma - “La risposta non è scritta, dipende da noi”. Le parole di Papa Francesco nel messaggio per la 58ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, diffuso ieri, suonano come un incoraggiamento ad affrontare con responsabilità le tante sfide aperte dai sistemi di intelligenza artificiale. Occorre essere protagonisti e mai spettatori di ciò che avviene, soprattutto se c’è un forte impatto sulla vita sociale e, ancora prima, sulla stessa umanità. È una chiamata alla responsabilità di tutti: giornalisti e comunicatori ma anche fruitori di contenuti e strumenti. Ai primi perché non smarriscano la bellezza dell’incontro, dell’ascolto e della parola. Ai secondi perché sviluppino sempre di più quel necessario senso critico con cui orientarsi davanti a qualsiasi forma di manipolazione. Insieme, però, siamo chiamati a rinnovare un patto di corresponsabilità perché la comunicazione e l’informazione hanno sempre bisogno di quel di più che sfugge a qualsiasi tecnica. “Spetta all’uomo – ricorda il Papa – decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza”. (Vincenzo Corrado)

Vangelo Migrante: IV Domenica del Tempo Ordinario (Vangelo Mc 1,21-28)

25 Gennaio 2024 -
… gli metterò sulla bocca le mie parole (Deuteronomio) In questa domenica il Signore ci invita ad ascoltare sempre più in profondità la sua Parola. La Parola ci salva dal male e ci fa diventare profeti. Come ci ricorda la prima lettura, prestiamo la bocca a Dio affinché Lui possa parlare attraverso di noi. Mosè si lascia guidare da Dio e, anche se balbetta, impara a proclamare la sua Parola. Come recitano i salmi, preghiamo affinché possiamo ascoltare la voce del Signore, Egli parla attraverso ciascuno di noi e invia ciascuno di noi verso una missione specifica. Mosè è chiamato a guidare il Suo popolo e a parlare a Suo nome. Siamo chiamati a riscoprire la purezza della nostra chiamata, la nostra appartenenza al Signore. Il male, che si insinua nella nostra vita, viene rappresentato nel Vangelo di oggi da uno spirito impuro. In realtà, più che ciò che facciamo, deve farci paura ciò che abbiamo dentro. “Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce” (Mt. 15, 11) ci ricorda Gesù, e lo spirito impuro sa bene chi ha di fronte. E non basta neanche solo conoscere chi è Gesù per sentirsi al sicuro, occorre ascoltare la sua voce e mettere in pratica la sua Parola. Nel vangelo di Marco, l’exousia di Gesù, cioè l’autorità e il potere con cui insegna, sta proprio in questa capacità di agire contro tutto il male e di poter dare speranza contro ogni speranza. Gesù agisce in questo uomo per farci capire chi è veramente. Davanti a Lui ogni ginocchio si piega e ogni lingua professa che Gesù è il Kyrios, il Signore della nostra vita. Senza questa voce che fa tremare il male non potremmo andare avanti. Ma allora chi è “costui” che fa tremare i diavoli e guarisce i malati? Il Vangelo di oggi mette in evidenza, allora come oggi, un relativismo dilagante e un ateismo continuamente presente. Non dobbiamo stupirci quindi se ancora oggi non tutti credono in Dio e in Gesù Cristo Suo unico figlio. Siamo così distratti, disorientati anche dalle mille voci dei media, dai post su facebook o instagram. Comunicazioni superficiali, che dicono di tutto su tutto senza dare nulla di certo spesso impedendoci di vedere la verità. I falsi profeti di oggi, che salgono sul podio del web e le intelligenze artificiali, potrebbero dissolvere tutte le nostre certezze. Occorre aprire il cuore! Senza un cuore che si apre alla grazia non c’è fede. Non basta vedere con gli occhi, bisogna sperimentare la salvezza e la guarigione vera dell’anima. Don Fabio Rosini in una sua riflessione chiariva: “tutti possono dire mi piace il mare, ma è netta la differenza tra chi dice seduto sulla battigia della spiaggia e chi lo afferma dopo essersi tuffato e aver fatto una bella nuotata”. Vero! Se non ci buttiamo dentro l’amore non avremmo mai una vera esperienza di Dio. Molti hanno visto ma pochi hanno creduto. La fede è sempre un cammino dello sguardo (Giussani) e senza lasciarsi guardare dentro, non si incontra la gioia vera, non ci si libera dalle impurità. Il testo greco parla di spirito impuro, quasi a non voler menzionare esplicitamente il divisore, ma un male generico, invisibile e silenzioso, che però fa tanto rumore e può distruggere. Solo il comando di Gesù ci aiuta. Comanda e io sarò guarito: “dì soltanto una parola ed io sarò salvato”. Quando Gesù comanda i flutti tacciono, l’acqua diventa vino. Per essere liberi occorre seguire le vie del Signore e osservare i suoi comandamenti. Tutta la Scrittura ci ricorda che nei comandamenti del Signore consiste la nostra gioia e la pienezza della vita. Come potrà un giovane tenere pura la sua via? Custodendo le tue parole. Con tutto il cuore ti cerco non farmi deviare dai tuoi precetti (salmo 119: 9-16 CEI). La conferma che dobbiamo muoverci verso Cristo ci arriva direttamente dalla Parola di Dio. A lui dobbiamo guardare anche quando siamo nel vuoto dei valori, anche in questo clima di confusione. La certezza della sua Persona ci aiuta a liberarci dalle impurità, che non sono solo carnali ma soprattutto morali ed esistenziali. Più ci allontaniamo dalla Luce e più saremo vittime dell’ombra e dell’oscurità. Camminiamo con Lui allora e lasciamoci guidare dallo Spirito e non saremo più tentati a soddisfare i piaceri effimeri della carne. Se sarà la Parola a comandare il cuore, allora saremo veramente nella Verità e solo la Verità ci rende liberi da ogni infezione di male e di impurità. I puri di cuore non sono essere extraterrestri impeccabili, ma uomini e donne umili che lasciano a Dio il primato sulle proprie scelte. (Andrea Fulco)

Rendere significante la nostra comunicazione

25 Gennaio 2024 -
Città del Vaticano - Come ogni anno, nel giorno di San Francesco di Sales ci interroghiamo sul senso del nostro essere cattolici nel mondo della comunicazione. Su come non essere, non diventare, insipidi. E sul come evitare la tentazione di pensarci il tutto di un mondo che è comunque più vasto di noi; perché comprende non cattolici e non giornalisti, che pure sono – come noi – chiamati a rispondere alla sfida della buona comunicazione; e media che con una esemplificazione chiamiamo secolari per distinguerli da quelli cattolici, rischiando di cadere nell’errore di pensare noi stessi separati, divisi dal resto di cui siamo invece parte. È importante fermarsi ogni tanto a riflettere su di noi. E allargare lo sguardo. Come singoli e come comunità.
Come ci ha ricordato Papa Francesco nei giorni scorsi (cfr incontro con i partecipanti al simposio “Université des communicants en Église“, 12 gennaio 2024) la comunicazione è la nostra missione. Ma “comunicare per noi non è sovrastare con la nostra voce quella degli altri, non è fare propaganda; […] non è puntare tutto sull’organizzazione, non è questione di marketing; non è solo adottare questa o quella tecnica; […] è condividere una lettura cristiana degli avvenimenti; è non arrendersi alla cultura dell’aggressività e della denigrazione; è costruire una rete di condivisione del bene, del vero e del bello fatta di relazioni sincere; è coinvolgere nella nostra comunicazione i giovani”. Il nostro compito è dunque stare nel mondo, non separarsene. Avere semmai l’ambizione di cambiarlo, per quella parte che ci è affidata; e l’umiltà di comprendere che la trincea dove si combatte il nostro destino non è un altrove rispetto ad una quotidianità dove la comunicazione stessa sta cambiando il suo DNA. Per questo il Papa insiste sul cuore, sulla sapienza che viene dal cuore, sulla comunicazione che senza cuore è incapace di vedere, di ascoltare, di capire e di trasmettere. “Essere giornalista – ha detto incontrando nei giorni scorsi i vaticanisti – è una vocazione, un po’ come quella del medico, che sceglie di amare l’umanità curandone le malattie. Così, in un certo senso, fa il giornalista, che sceglie di toccare con mano le ferite della società e del mondo. […] Quanto bisogno di conoscere e di raccontare da una parte, e quanta necessità di coltivare un amore incondizionato alla verità dall’altra”. Se dunque il mondo sembra andare da una altra parte, smarrendo il senso più profondo del comunicare, se il giornalismo sembra destinato ad essere soppiantato dal marketing di opinioni fondate – come ha detto il Papa – “sulle sabbie fragili del chiacchiericcio e delle letture ideologiche” (cfr Udienza ai vaticanisti del 22 gennaio 2024); qui è la nostra sfida. Più grande di quel che pensiamo. Perché insieme possiamo costruire una rete che libera e non imprigiona. Possiamo restituire dignità al giornalismo e profondità alla comunicazione. Possiamo guidare l’uso dell’intelligenza artificiale invece che esserne guidati. Possiamo ridare ad ogni essere umano il ruolo di azionista di un sistema di comunicazione che non punta alla massimizzazione del profitto, ma alla condivisione della verità. È un bel compito, un grande compito per i giornalisti cattolici, per tutti i cattolici. Rendere significante la nostra comunicazione. Proporci di cambiare anche i modelli economici quando rischiano di snaturarla; riscoprendo l’idea che l’informazione, come l’istruzione, è un bene pubblico, e come tale va difeso. Perché da esso dipende il nostro futuro. (Paolo Ruffini - Prefetto Segreteria della Comunicazione)

Diocesi Ferrara-Comacchio: parte il progetto “Madri a scuola”

23 Gennaio 2024 -   Il progetto “Madri a scuola” promosso nella diocesi di Ferrara-Comacchio è un progetto di integrazione per donne immigrate con figli in età prescolare (0-6 anni) che nasce dal desiderio di Piera Murador (insegnante di alfabetizzazione L2 e membro della Comunità Papa Giovanni XXIII) e Fabrizia Bovi (Educatrice infantile e membro dell’Ass. Famiglie Numerose) di offrire le proprie competenze professionali ad altre donne che necessitano di affiancamento per la loro integrazione e di conseguenza di quella dei loro figli. Il Progetto è coordinato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, supportato dal contributo finanziario della Fondazione Migrantes e appoggiato dalla diocesi  con la collaborazione della Parrocchia della Beata Vergine Addolorata di Ferrara. Lo scopo del progetto è quello di intervenire, sul territorio della città di Ferrara, rispetto al bisogno per queste madri di competenze linguistiche di base e di letto-scrittura. Infatti, l’analfabetismo che spesso affligge le donne straniere provenienti da Paesi di recente immigrazione frena la loro inclusione sociale, rendendole tra i soggetti più vulnerabili in contesti immigratori. Le madri che al mattino devono farsi carico dei figli molto piccoli, spesso non inseriti nei nidi o nelle scuole dell’infanzia, potranno avere la possibilità di uno spazio dedicato sia per i loro bisogni linguistici e scolastici, sia per i loro piccoli che restando in un locale attiguo alla classe possono essere accuditi da educatrici esperte e volontari. Il Progetto “Madri a scuola” si svolgerà nei locali della parrocchia della Beata Vergine Addolorata di Ferrara: si avvarrà dell’utilizzo di un’aula-laboratorio per i bambini con angolo morbido e attrezzature per i giochi e le attività educative e di un’aula scolastica per le lezioni di letto-scrittura delle madri con l’utilizzo di una LIM, di alcuni computer e il collegamento Internet. Gli incontri-lezioni si terranno due mattine alla settimana (mercoledì e venerdì) dalle ore 9.00 alle 11.30.

Circo: ieri la preghiera ecumenica sotto il tendone del festival di Montecarlo. Oggi la conclusione del Forum delle organizzazioni cristiane

23 Gennaio 2024 - Montecarlo - Con la celebrazione ecumenica sotto il tendone del Festival del Circo di Montecarlo, si è conclusa, ieri, la prima giornata dei lavori del Forum of Christian Organizations for the pastoral care of circus and carnival workers, il Consiglio Internazionale delle Organizzazioni Cristiane per la Pastorale dei Circensi. A presiedere la preghiera l’arcivescovo di Monaco mons. Dominique-Marie David. Per l'Italia il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, don Mirko Dalla Torre, membro della Consulta nazionale dell'organismo pastorale della Cei e il vescovo di Ventimiglia-Sanremo mons. Antonio Suetta. Alla processione d’ingresso che ha dato l’inizio della preghiera, erano presenti i ministri delle tante confessioni cristiane che compongono le compagnie degli artisti di questa 46’ edizione del Festival del Circo di Montecarlo. Il testo del Vangelo di Luca del Buon Samaritano è stato al centro della riflessione e della preghiera comune, intervallata da tre numeri in pista. La preghiera del Padre Nostro ha concluso l’incontro e la banda dei carabinieri del Principato di Monaco ha salutato i partecipanti con la marcia del Circo.

Fio.Psd: nel 2023 morte 415 persone senza dimora

23 Gennaio 2024 -
Roma -Nel corso del 2023 sono morte 415 persone senza dimora, 16 in più rispetto al 2022. Il dato nel Report annuale della  Fio.Psd, la Federazione italiana organismi per le persone. Dai dati del 2023 emerge che lo scorso anno i mesi invernali hanno rappresentato la stagione più dura per chi non può contare su un alloggio adeguato. In questo periodo dell’anno infatti i decessi sono stati considerevolmente più frequenti, arrivando a coinvolgere oltre 130 persone. Sebbene l’inverno rappresenti il periodo dell’anno più drammatico, in cui anche i riflettori dei media si accendono per riportare i casi di cronaca più eclatanti, è "doveroso - sottolineato i curatori del report -  mettere in luce che la “strage invisibile” si alimenta mese dopo mese durante tutto l’anno.
Il fenomeno della "grave marginalità - si sottoliea - adulta è tipico soprattutto delle grandi città, ma è altrettanto vero che in Italia tale fenomeno si sta facendo sempre più esteso e capillare arrivando ad interessare anche i centri urbani di medie dimensioni o più periferici dal momento che sono 215 i Comuni italiani in cui è stato registrato almeno un decesso". Il dettaglio regionale mostra che le regioni in cui i decessi sono stati particolarmente diffusi sono la Lombardia (21%, pari a 86 decessi), il Lazio (18%, pari a 74 decessi), dove c’è la maggior presenza di persone senza dimora, seguite dall’Emilia Romagna (10%, 42 decessi), la Campania e il Veneto (entrambe 8% con 32 decessi). Le città con il maggior numero di decessi sono Roma (44) e Milano (22), ma dati allarmanti provengono anche da Bergamo, Torino, Bologna, Brescia e Genova. Le morti in strada interessano soprattutto uomini (93%), persone di nazionalità straniera (58%), con un’età media di 47,3 anni. Le circostanze in cui muoiono le persone senza dimora raccontano molto delle condizioni di vita delle stesse. Condizioni di abbandono, di mancanza di cura e di reti di protezione, di un disagio profondo che intreccia la sfera sociale, abitativa e relazionale. Ne sono testimonianza i luoghi in cui i corpi sono stati ritrovati, in primis strade (33%) e corsi d’acqua (11%), ma anche ospedali (11%) e carceri (4%).Il 40% delle persone senza dimora muore per malori (ovvero malesseri fisici improvvisi e aggravamento di situazioni già compromesse), di cui la forma più estrema è rappresentata dagli episodi di ipotermia (15 casi in un anno). Il 42% di esse muore per eventi traumatici ed accidentali, quali atti di aggressione, annegamenti, cadute, incendi e suicidi.“Oltre 400 morti in un anno sono un dato tremendo, afferma la presidente Cristina Avonto, il costante incremento annuale di questa triste cifra che riguarda esseri umani, deve portare a un cambiamento politico e culturale.  Oggi le risorse messe a disposizione degli ambiti territoriali, da fondi europei e nazionali, anche attraverso il coinvolgimento delle regioni, possono essere una leva per strutturare politiche e servizi sull’abitare. La casa è ciò che manca alle persone senza dimora, la base per una vita stabile e sicura dalla quale ripartire”. (R.I.)