Primo Piano

“Il lavoro come strumento di integrazione”. Un convegno promosso da Co.N.A.P.I. Nazionale e Confintesa

21 Marzo 2025 - “Immigrazione, formazione e accoglienza. Il lavoro come strumento di integrazione”. Il giorno 26 marzo 2025 a partire dalle ore 10:30, in Via della Pisana, 1301 presso la Sala Mechelli del Consiglio Regionale del Lazio, la Fondazione Migrantes interverrà in un convegno organizzato da Co.N.A.P.I. Nazionale e Confintesa. Si approfondirà il ruolo strategico del capitale umano proveniente da Paesi Terzi e il contributo delle organizzazioni datoriali e sindacali nel promuovere un’integrazione lavorativa efficace e inclusiva. Dopo i saluti di Massimo Visconti (presidente CONFINTESA), Antonello Aurigemma (presidente del Consiglio Regionale del Lazio), Basilio Minichiello (presidente Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori - Co.N.A.P.I. Nazionale),  Francesco Prudenzano (Segretario Generale CONFINTESA) e mons. Pierpaolo Felicolo (direttore generale Fondazione Migrantes), interverranno: PRIMA SESSIONE: Immigrazione e lavoro.
  • Antonio Zizza (direttore Centro Studi e Ricerche della Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori - Co.N.A.P.I. Nazionale). Presentazione risultati ricerca “Integrazione e Formazione dei Lavoratori Immigrati”.
  • Simone Varisco (ricercatore e curatore del Rapporto Immigrazione per la Fondazione Migrantes). Un quadro dell’immigrazione in Italia.
  • Andrea De Bonis (Senior Integration Associate UNHCR). Inclusione lavorativa dei rifugiati in Italia: il programma “Welcome. Working for refugee integration” di UNHCR.
  • Cinzia Capone (avvocato specialista in Diritto di famiglia e Diritti dei consumatori). Il ricongiungimento familiare: profili giuridici e impatti sul diritto del lavoro.
  • Eraldo Salvatori (Ceo e founder Deleganoi). Formazione continua: la chiave per lo sviluppo personale degli immigrati e la crescita aziendale.
  • Alessandra Frusciante (dirigente sindacale CONFINTESA). Il ruolo del sindacato nell’integrazione e nelle tutele dei lavori immigrati.
  • Paolo Contini (docente di Sociologia generale, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”). Validazione e certificazione delle competenze.
  • Mirella Giovino (avvocato giuslavorista e responsabile area Lavoro della Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori - Co.N.A.P.I. Nazionale). Inquadramento del personale immigrato nella Contrattazione Collettiva Nazionale.
SECONDA SESSIONE: I Fondi interprofessionali e le prospettive di FORMAINTESA.
  • Pasquale Bacco (medico legale, giornalista scientifico e presidente di FORMAINTESA). La novità di FORMAINTESA e presentazione dei componenti degli organi sociali.
  • Basilio Minichiello (presidente Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori - Co.N.A.P.I. Nazionale). Il ruolo del sindacato datoriale e Fondo interprofessionale.
  • Francesco Prudenzano (segretario generale CONFINTESA). Il ruolo del sindacato dei lavorati e Fondo interprofessionale.
  • Giovanni Galvan (esperto in Politiche attive del lavoro e Fondi interprofessionali). Formazione finanziata e funzionalità dei Fondi interprofessionali.
Modera gli interventi la giornalista Ertilia Giordano.

Si segnala che la registrazione è obbligatoria e dovrà essere effettuata entro domenica 23 marzo 2025 al seguente link: 🔗 https://forms.gle/iNSVTaW8Wt2ydmKx5

Rifugiati e diritto d’asilo, se ne parla anche a Salerno

21 Marzo 2025 - Anche la città di Salerno ospita una presentazione del Report "Il Diritto d’Asilo 2024". Un'occasione per approfondire il tema delle migrazioni e delle difficoltà di accesso alla protezione internazionale. Appuntamento il 28 marzo 2025, dalle ore 18, presso Palazzo Genovese (Largo Sedile del Campo, Salerno) Interverrà Mariacristina Molfetta della Fondazione Migrantes, co-curatrice del Report. L'evento è promosso dall'Ufficio Migrantes Salerno, Arci Salerno, ACLI Salerno APS, patrocinato dal Comune di Salerno, con il supporto della Fondazione Migrantes.

Italiani nel mondo, la presentazione del RIM a Vienna

19 Marzo 2025 - Il Comites Austria ha organizzato la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2024 (RIM), martedì 25 marzo 2025 alle 18:30 presso l’Ambasciata d’Italia a Vienna (Palazzo Metternich, Rennweg 27, 1030). Si tratta della prima volta che la pubblicazione annuale della Fondazione Migrantes, che analizza dati e tendenze delle comunità italiane nel mondo, viene presentata in Austria. Interverrà la dott.ssa Delfina Licata, curatrice del Rapporto e sociologa delle migrazioni, che guiderà una esplorazione dei dati più recenti e di quelli relativi al contesto specifico della comunità italiana in Austria. L’edizione 2024 è dedicata al tema della cittadinanza, con contributi da 25 Paesi che raccontano cosa significhi essere (o non essere) cittadini italiani all’estero e le sfide legate all’acquisizione della cittadinanza nel Paese di residenza. Il Comites Austria ha contribuito a questa edizione evidenziando la crescita e l’evoluzione della comunità italiana nel Paese, con particolare attenzione alle difficoltà legate alla doppia o multipla cittadinanza in Austria.

✍ Per partecipare è richiesta la registrazione tramite il modulo al seguente modulo: https://forms.gle/TWQjzohKWa92YvcL6

ℹ Per informazioni: eventi@comitesaustria.at

Lavoro, Cei: “L’economia e le leggi di mercato non devono passare sopra le nostre teste”

19 Marzo 2025 - "La tutela, la difesa e l’impegno per la creazione di un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, costituisce uno dei segni tangibili di speranza per i nostri fratelli, come papa Francesco ci ha indicato nella Bolla di indizione dell’Anno giubilare (cf. Francesco, Spes non confundit, 12)". La Conferenza episcopale italiana ha reso noto il Messaggio dei Vescovi italiani per la Festa dei Lavoratori (1° maggio 2025) dal titolo: “Il lavoro, un’alleanza sociale generatrice di speranza”. Dopo aver evidenziato criticità ed elementi di speranza, e sottolineato che "la «mano invisibile» del mercato non è sufficiente a risolvere i gravi problemi oggi sul tappeto", i vescovi offrono una riflessione sui meccanismi che insistono sulla qualità e la dignità del lavoro e delle persone che lavorano: "L’economia e le leggi di mercato non devono passare sopra le nostre teste lasciandoci impotenti. Il mercato siamo noi: sia quando siamo imprenditori e lavoratori, sia quando promuoviamo e viviamo un consumo critico". Infine, un passaggio che riguarda anche chi, arrivato dall'estero, lavora o vorrebbe lavorare nel nostro Paese: "Un effetto strutturale e fondamentale lo sta esercitando la grave crisi demografica, per la quale vedremo nei prossimi anni uscire dal mercato del lavoro la generazione più consistente, sostituita progressivamente da un numero sempre più ridotto di giovani. Allo stesso tempo, accade qualcosa di paradossale, ossia lo sfruttamento di fratelli immigrati, dimenticando che la loro presenza può costituire un motivo di speranza per la nostra economia, ma solo se verranno integrati secondo parametri di giustizia".

Naufragio di Lampione (Lampedusa). Mons. Felicolo: “Servono forme legali di ingresso”

19 Marzo 2025 - Risultano essere 10 i superstiti, tra cui quattro donne, tratti in salvo dalla Guardia costiera e dalla Guardia di finanza e condotti all’hotspot di Lampedusa, dopo il naufragio avvenuto la scorsa notte al largo dell’isolotto di Lampione. Un gommone partito da Sfax, in Tunisia, con 56 persone a bordo, è affondato. Si contano purtroppo sei morti e circa 40 dispersi. “Siamo qui di nuovo a piangere dei morti e a commentare un’altra tragedia che appare evitabile, una tragedia che colpisce persone che cercano soltanto un futuro dignitoso per sé e per la propria famiglia. Sono persone che incontriamo tutti i giorni nelle nostre comunità e che accompagniamo in tanti modi, proprio a partire dalla infaticabile generosità del popolo lampedusano”. Queste le parole di mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes a commento dei fatti della scorsa notte. “Proprio in questo momento del mondo siamo tutti chiamati a un surplus di sensibilità ai bisogni elementari di chi cerca accoglienza, un surplus di generosità gratuita”, continua il direttore generale della Fondazione Migrantes. “Sarebbe auspicabile che l’Unione europea, con la sua storia e le sue radici di diritto, invece di preoccuparsi di regolamentare, ad esempio, la gestione dei rimpatri, proponesse e finanziasse subito norme volte a investire in massima parte sul rafforzamento delle forme legali di ingresso. Solo le forme legali di ingresso sono l’unica vera forma di prevenzione che possa impedire il ripetersi di simili tragedie”.

I giorni 10 e 11 maggio a Roma, il Giubileo delle Bande e dello Spettacolo Popolare

19 Marzo 2025 - Nei giorni 10 e 11 maggio prossimi avrà luogo il Giubileo delle Bande e dello Spettacolo Popolare. Le bande musicali, i circensi, fieranti, lunaparchisti, artisti di strada, burattinai e marionettisti, musica meccanica, gruppi folklorici, madonnari sono dunque invitati a Roma per due giorni di pellegrinaggio, spiritualità e festa, all’insegna della gioia e della speranza. Nella giornata di sabato, per chi vorrà, cammineremo insieme in pellegrinaggio da Piazza Pia in Roma per attraversare la Porta Santa di San Pietro. La giornata proseguirà poi con momenti di festa e spettacoli in Piazza, per i quali seguiranno informazioni appena possibile. La mattina di domenica, alle ore 10.30, ci sarà la messa con il Santo Padre in Piazza San Pietro. Per chi desiderasse partecipare all’evento, è necessaria l’iscrizione online all’evento (entro il 9 aprile), dopo aver effettuato la registrazione sul portale del Giubileo 2025.

ℹ Trovate tutte le istruzioni nel VADEMECUM del Giubileo. ℹ

Il Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale suggerisce di effettuare l’iscrizione in gruppi, più semplice e veloce, sia per l’organizzazione del pellegrinaggio alla Porta Santa che per gli altri appuntamenti. Si invitano dunque le diocesi con i loro gruppi e comunità, nonché le organizzazioni e associazioni di categoria, a supportare e se possibile coordinare la creazione dei gruppi di pellegrini.
✅ Iscrizioni entro il 9 aprile! ✅

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Germania: 60 anni per la Missione cattolica italiana di Mainz

18 Marzo 2025 - Ha celebrato sessant’anni di storia la Missione cattolica italiana di Mainz, in Germania. Alla sua fondazione, in questo territorio vivevano circa 5.000 persone di origine italiana. Agli inizi – spiega il responsabile, il salesiano don Marek Chmielewski – la Missione italiana  era “una patria, una casa, una chiesa, una scuola e un oratorio. Arrivati nella capitale della Renania, gli emigranti trovavano qui uno spazio in cui respirare l’atmosfera della loro patria. Qui era possibile parlare non solo l’italiano, ma anche il dialetto locale”. Tra gli italiani illustri che hanno vissuto nel territorio della Missione cattolica italiana – molto prima della sua fondazione – don Romano Guardini che fu portato dai genitori nel 1886, quando aveva un’anno. Il padre fu nominato console italiano. Romano Guardini studiò nel Seminario vescovile di Magonza, fu ordinato prete della diocesi di Magonza; fu anche brevemente vice-curato, nel 1916, nella parrocchia di St. Emmeran, attualmente sede della Missione cattolica italiana. A lui è dedicata una piazza della città. [continua]

(leggi l'intervista integrale di Raffaele Iaria sul SIR)

Genova, la Fondazione Migrantes partecipa alle iniziative del Museo dell’emigrazione italiana per la Settimana contro il razzismo

18 Marzo 2025 - Nell’ambito della XXI Settimana di Azione contro il Razzismo, il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (MEI) propone due giornate di eventi il 19 e 20 marzo, volte a sensibilizzare il pubblico sulle tematiche della discriminazione, dei diritti umani e delle migrazioni. Attraverso il cinema, il racconto di esperienze dirette e visite guidate tematiche, il MEI offrirà uno spazio di riflessione su questioni cruciali per il nostro tempo. Nel pomeriggio del 19 marzo, in particolare, alle 16:30, verrà proiettato il film Il Sole Dentro, una storia ispirata a eventi reali che affronta il fenomeno del traffico di minori e delle migrazioni forzate nel mondo del calcio. Il film mette in luce come lo sport, spesso visto come un’opportunità di riscatto, possa diventare anche un meccanismo di sfruttamento, portando i giovani migranti a vivere situazioni di vulnerabilità. Alla proiezione parteciperanno il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, e il presidente della Fondazione MEI, Paolo Masini.

(fonte: Museo nazionale della emigrazione italiana)

All’Università di Messina un seminario sulle migrazioni forzate

18 Marzo 2025 - La rete "Trame migranti", composta dal Dipartimento Cospecs dell’Università di Messina e da organismi e associazioni impegnati sul territorio messinese con le persone coinvolte nella mobilità umana, promuove un seminario dedicato al tema delle migrazioni forzate. L’incontro si terrà mercoledì 19 marzo 2025, alle ore 10.00, presso l’Aula Magna del Dipartimento Cospecs (via Concezione, 6 – Messina) e avrà come punto di partenza il Report sul Diritto d’Asilo della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana. Il volume, realizzato da un’équipe di esperti, analizza dati, normative, politiche e storie di vita, evidenziando come il diritto d’asilo sia sempre più a rischio sia in Italia che nell’Unione Europea. A presentare il Report sarà Mariacristina Molfetta della Fondazione Migrantes, co-curatrice del volume, che illustrerà i principali dati e contenuti dell’ottava edizione. Seguiranno gli interventi di:
  • Elena Girasella, dottoressa in Scienze Politiche presso l’Università di Messina, con una relazione dal titolo “Diritto d’asilo per sana e robusta Costituzione”;
  • Sofia Donato, attivista e socia fondatrice dell’Associazione di volontariato Abarekà Nandree OdV, che approfondirà il dramma delle migrazioni lungo la rotta del Mediterraneo, con un focus particolare sui migranti in partenza dal Mali, paese in cui l’associazione opera con progetti di cooperazione internazionale.
I lavori saranno introdotti da Santino Tornesi, diacono e direttore dell’Ufficio Regionale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana, mentre la moderazione del seminario sarà affidata a Francesco Paolo Campione, docente presso il Dipartimento Cospecs dell’Università di Messina. È stata richiesta l’attribuzione di CFU per gli studenti dei Dipartimenti Cospecs e Scipog. L’evento è aperto alla partecipazione di studenti, ricercatori, operatori del settore e a tutti coloro che desiderano approfondire il tema del diritto d’asilo e delle migrazioni forzate.

Per informazioni: e-mail: migrantes.me@alice.it

Acli e Fondazione Migrantes: “La verità sull’immigrazione degli italiani all’estero obbliga a ripensare le politiche migratorie dell’Italia e dell’Europa”

17 Marzo 2025 - Migrazioni e cittadinanza, la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo a New York. “Non ci dobbiamo dimenticare dei volti dei migranti, sia quelli che arrivano nel nostro Paese sia i vostri, quelli dei tanti italiani che sono partiti o che stanno partendo. Ecco perché relegare la questione migrazione al tema dell’irregolarità o della clandestinità, applicando leggi disumane e facendo accordi con Paesi terzi per bloccare i flussi, serve solo per deumanizzare e non vedere che dietro il fenomeno migratorio ci sono persone in carne e ossa con le loro speranze”. Così Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, a commento del Rapporto Italiani nel Mondo 2024 (RIM), realizzato dalla Fondazione Migrantes, che per la prima volta è stato presentato a New York, presso la Saint Patrick’s Old Cathedral School. “In questo modo rischiamo anche di deumanizzare noi stessi, – ha continuato Manfredonia – come se fossimo senza memoria e avessimo dimenticato l’emigrazione italiana, con le fatiche e le umiliazioni subite dai nostri connazionali. L’antidoto oggi è gestire il fenomeno migratorio, quindi accogliere e integrare con diritti e doveri, per creare responsabilità e accettare il contributo che ciascuno può portare. Vorrei poi sottolineare un punto molto importante, e cioè che noi siamo cittadini europei di nazionalità italiana e vogliamo rivendicare la nostra appartenenza a un modello di pace, convivenza e sviluppo sociale che passo passo ha accompagnato le nostre generazioni, compiendo un sogno che sembrava impossibile: far vivere in pace, sviluppo e libertà popolazioni che si sono odiate per secoli. Quello è il modello di cittadinanza che vorremmo per il mondo. Agli oltre 6 milioni di italiani all’estero dico: non dimenticateci. Aiutateci a leggere i nostri contesti, esercitate i vostri diritti e doveri. Avete il diritto di voto: la vostra partecipazione alla vita del nostro Paese è troppo importante per perderla”. Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo 2024 il 23,2% di chi all’estero ha tra i 35 e i 49 anni, mentre il 21,7% appartiene alla fascia di età 18-34 anni. Ma nello stesso tempo esiste anche una certa mobilità degli over 50 e che, solitamente, viene definita come “mobilità previdenziale”, dimostrata in particolare dal fatto che gli over 65 sono aumentati del 12,9%. Ma il dato più interessante e che sfaterebbe molte leggende metropolitane sull’assedio dei migranti alle porte dell’Italia è che dal 2020 a oggi, l’Italia conta circa 652 mila residenti in meno, mentre gli italiani residenti all’estero sono oltre 6 milioni. Secondo il ministero dell’Interno, invece, per quanto riguarda gli sbarchi dei migranti nel nostro Paese, nello stesso periodo di tempo, ovvero tra 2020 e 2024, si è raggiunta la cifra di poco superiore a 430 mila persone. “Ci sono voluti 19 anni perché il Rapporto Italiani nel Mondo arrivasse a New York – ha esordito Delfina Licata, curatrice del RIM – Nel frattempo i connazionali all'estero sono raddoppiati e in America sono cresciuti di oltre il 70%. Un'America e una New York profondamente cambiate da quel lontano 2006, anno della prima pubblicazione del Rapporto che la Fondazione Migrantes dedica alla mobilità italiana. Oggi siamo diventati una nazione dalle migrazioni plurime e complesse, pienamente protagonisti del cosmopolitismo e della circolazione europea, ma che soffre per una migrazione malata perché unidirezionale. Il lavoro da compiere è quello di guarire il processo migratorio trasformandolo da unidirezionale a circolare, unendo le partenze agli arrivi e ai ritorni. E questo lavoro è innanzitutto culturale. Ma dalla guarigione della ferita migratoria, che vede esaltare la perdita e non l'opportunità, occorre passare alle azioni concrete. Il RIM non è un progetto in solitaria, ma vive e si fortifica grazie alle reti tra menti pensanti e menti operanti, tra chi analizza e chi trova strategie con cui agire nel tessuto sociale”. “Significa che la verità è che il tema di cui dovremmo occuparci è la perdita di italiani che lasciano il nostro Paese per cercare nuove opportunità – ha concluso Manfredonia – e di sicuro non sono le politiche ‘protezioniste’ sulla migrazione come minaccia e non come opportunità a risolvere il problema, ma semmai a aumentare la probabilità che gli italiani all’estero aumentino”. Prima della presentazione del rapporto, la giornata è iniziata con la Messa, officiata dal presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, da don Luigi Portarulo, responsabile della comunità cattolica italiana a New York, da padre Giacomo Costa, accompagnatore spirituale delle Acli Nazionali e da don Giacomo Granzotto, assistente di mons. Perego. La presentazione del Rapporto si è svolta nel primo pomeriggio di ieri, 16 marzo, con i saluti introduttivi di Paolo Ricotti, presidente del Patronato ACLI, che ha sottolineato come “il senso della nostra missione qui a New York con la Fondazione Migrantes è investire sulla cultura dei diritti sociali partendo dal lavoro straordinario del Rapporto Italiani nel Mondo. Lo facciamo proprio partendo dall’Italia che vive all’estero che, in molti casi, ha scelto di emigrare perché il nostro Paese non è all’altezza delle aspettative”. Dopo Ricotti sono intervenuti per un saluto Cristian Di Sanzo, deputato della Repubblica Italiana, Silvana Mangione, vicesegretaria del CGIE e il Console Generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele. Matteo Bracciali, membro della commissione scientifica del Rapporto Italiani nel Mondo e vicepresidente della Federazione delle Acli Internazionali, si è concentrato sul capitolo del RIM dedicato alla cittadinanza: “I numerosi saggi del Rapporto sul tema della cittadinanza, messa a confronto in molti Paesi del mondo, restituiscono una narrazione positiva fatta di persone che vogliono entrare a far parte di una comunità per condividerne i valori, goderne i diritti e ottemperare ai doveri. Questi elementi devono essere alla base della riforma della legge sulla cittadinanza – ha continuato Bracciali – che dopo 33 anni ha bisogno di essere aggiornata al contesto sociale di oggi per dare risposta ai ragazzi nati e cresciuti in Italia che chiedono di essere italiani e per rendere responsabili e consapevoli le nuove generazioni di italiani nel mondo”. La chiusura dei lavori è stata affidata a mons. Gian Carlo Perego che ha sottolineato come “la cittadinanza è vita, significa dare la possibilità di rigenerarsi ai nostri territori, alle nostre città che stanno morendo. Il nostro Paese ha bisogno di aprirsi a chi desidera una vita migliore per creare generativitá nel tessuto sociale e non di chiudersi provocando la morte di territori e comunità. Il nostro Paese ha bisogno di una nuova lettura della propria storia di Paese di migrazioni in arrivo e in partenza che non è una sola storia di povertà ma è soprattutto un presente di sacrificio e riuscita, di comunità come quella intorno a Saint Patrick, giovane e dinamica, con il desiderio di stare insieme e riconoscersi in una italianità che viene sicuramente plasmata dalla migrazione, ma che non si allontana dall'affetto delle radici ben salde. Il nostro Paese ha bisogno di fare memoria con il volto proiettato non verso le spalle, ma davanti a sé per costruire un futuro in mobilità, partecipativo e partecipato nell'epoca delle migrazioni. Il nostro Paese ha, infine, bisogno di una cultura nuova che parta dallo studio rigoroso del presente che dall'analisi dei dati scientifici ci porti alla narrazione del chi siamo, volti e storie di un popolo in cammino".

La Fondazione Migrantes e le Acli negli Stati Uniti, tra cittadinanza civile e “cittadinanza celeste”

17 Marzo 2025 - 17 Marzo 2025 - La Fondazione Migrantes è impegnata negli Stati Uniti, insieme alle Acli, in una serie di iniziative civili ed ecclesiali pensate per le comunità cattoliche italiane. Il 14 marzo, il Patronato delle Acli e la Fondazione Migrantes, grazie al supporto di We the Italians, sono stati ospiti dell'Italian American Museum di Little Italy, a New York City, nato per raccontare l’evoluzione dell'emigrazione italiana negli Stati Uniti d'America, per un evento dal titolo “Italian American Sounds Good. New Italians in the USA, the value of the citizenship”. Il prof. Joseph Scelsa, presidente di Italian American Museum ha innanzi tutto presentato il percorso che ha portato alla costituzione del museo. Tra gli interventi in programma, Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, ha riportato lo sguardo dall'Italia sulla comunità italo-americana e l'evoluzione nella comprensione di questo fenomeno nel nostro Paese. Ricordiamo che negli Stati Uniti vivono oltre 320mila italiani con passaporto, il 5,2% degli oltre 6 milioni di cittadini italiani residente all’estero. Gli Usa sono il settimo Paese con maggiore presenza di cittadini italiani dopo Argentina, Germania, Svizzera, Brasile, Regno Uniti e Francia. Il 16 marzo, invece, è stato presentato, alla Saint Patrick’s Old Cathedral School alla presenza di Istituzioni civili e religiose - per la prima volta a New York - proprio il Rapporto Italiani nel Mondo (RIM), la pubblicazione che la Fondazione Migrantes dedica ogni anno alla mobilità degli italiani e delle italiane. [caption id="attachment_55791" align="aligncenter" width="225"]Delfina Licata (Fondazione MIgrantes) Delfina Licata (Fondazione Migrantes)[/caption] Le conclusioni sono state affidate, oltre che al presidente delle Acli, Emiliano Manfredonia, a mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e della Fondazione Migrantes. In questi giorni, mons. Perego ha presieduto anche due celebrazioni eucaristiche in italiano: la prima, il 15 marzo a Montclair (New Jersey) - una delle più radicate e antiche comunità di emigrati italiani negli Stati Uniti - presso la chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo; la seconda, subito prima della presentazione del RIM, il 16 marzo presso la Saint Patrick’s Old Cathedral School. In entrambe le occasioni ha commentato le letture della II domenica di Quaresima, seguendo il filo tematico delle "promesse di Dio" che "trasfigurano l’uomo". Tra le altre cose ha voluto ricordare il patto e le benedizioni di Dio ad Abramo (Gn 15,5-12.17-18) in questo modo: "«Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle», soggiungendo immediatamente «Tale sarà la tua discendenza». È la prima delle tante benedizioni che Dio darà al suo popolo assicurandogli fecondità, un popolo numeroso e potente sulla terra. Una ‘benedizione’ – ci ricorda papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti è anche la lunga schiera, il popolo dei migranti, tra i quali il popolo degli emigranti italiani a New York e nelle Americhe". Commentando, invece, la pagina di Paolo ai Filippesi (Fil 3,20-4,1) mons. Perego ha sottolineato la presenza di "un tema interessante e d’attualità, il tema della cittadinanza. Gli abitanti di Filippi erano orgogliosi di alcuni diritti particolari ricevuti dai romani. Paolo pone qui, come altrove – lui che è cittadino ebreo e cittadino romano - l’accento sull’aspirazione tutta spirituale a un’altra 'cittadinanza' di cui poter vantarsi dinanzi a Dio: quella celeste, conquistata in forza della grazia di Cristo, Signore dell’universo".  

Il referendum per diventare cittadini prima. Un atto d’amore alla città

14 Marzo 2025 - Oltre 600.000 persone, in poche settimane, hanno firmato in Italia la richiesta referendaria in materia di cittadinanza. Il referendum, che vedrà il nostro voto in primavera, mira ad abrogare, congiuntamente, l’intero articolo 9, comma 1, lettera f), della legge numero 91 del 1992 – l’attuale legge italiana sulla cittadinanza - e, limitatamente ad alcune parole, l’articolo 9, comma 1, lettera b). La combinazione delle due diverse abrogazioni avrebbe quale esito che tutti gli stranieri maggiorenni con cittadinanza di uno Stato non appartenente all’Unione europea potrebbero presentare richiesta di concessione della cittadinanza italiana dopo cinque anni di residenza legale in Italia. Al referendum si è arrivati dopo che il Parlamento ha fermato, per due volte, negli ultimi 10 anni, l’approvazione di una nuova legge sulla cittadinanza che abbreviasse i tempi – da 10 a cinque anni di residenza –, legandola soprattutto agli anni di studio (jus culturae e jus scholae). Ogni referendum abrogativo, come sappiamo, parte da una legge esistente per cambiare solo un aspetto, un comma, un elemento che, in questo caso, sono i tempi di attesa per la concessione della cittadinanza a una persona residente che proviene da un altro Paese non europeo. Nonostante questo, il referendum ha un grande valore per due motivi: da una parte, sollecita ancora il Parlamento a legiferare su un tema importante nella costruzione e nella vita di un Paese, quale è quello della cittadinanza, per evitare il referendum; dall’altra, esso è il frutto di una volontà popolare che interviene su una legge per accettare o meno una modifica. Ogni volta che si propone e si vota un referendum si ritorna al centro della democrazia, che vede il popolo sovrano. Ogni volta che si vota un referendum popolare si esercita un diritto fondamentale: quello di partecipare alla costruzione del bene comune. In questo caso, il referendum abrogativo sulla cittadinanza è, anzitutto, una denuncia di chi in Parlamento da anni fa ostruzionismo sul cambiamento di una legge che vuole soltanto accogliere prima le persone nella città, perché diventino cittadini, cioè persone che si sentano parte attiva di una città, con diritti e doveri, per costruire insieme il nostro futuro. Non si può lasciare fuori dalla città – oggi con un’attesa fino anche a 14 anni, per motivi burocratici, mentre negli altri Paesi europei l’attesa media è di sette anni – chi lavora, studia, si sposa, ha un figlio in Italia. Una città per vivere non può escludere, ma accogliere le persone che provengono da un altro Paese, facendole sentire effettivamente un bene per la città, cittadini e cittadine. Nel corso della storia, il ritardo della cittadinanza o addirittura la mancanza della cittadinanza ha significato mancanza di libertà, schiavitù, precarietà, discriminazione. Oggi il ritardo della cittadinanza rischia di indebolire quella “uguaglianza sostanziale” delle persone affermata dall’art. 3 della Costituzione. Votare il referendum sulla cittadinanza significa esercitare il diritto a modificare una legge che non aiuta a costruire l’Italia di domani, riconoscendo “gli italiani senza cittadinanza”. È un atto d’amore alle nostre città, tra le più vecchie al mondo, che potranno rinascere e vedere più coesione sociale solo attraverso nuovi cittadini, non da subito, alla nascita (jus soli) – come avremmo voluto –, ma aspettando solo cinque anni. (mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, presidente della Cemi e della Fondazione Migrantes)

Ritiro quaresimale per le comunità cattoliche africane francofone del Lazio

14 Marzo 2025 - Nella giornata di domenica 16 marzo 2025, a Roma, presso la cappellania congolese (Chiesa della Natività, Piazza Pasquino 2), si terrà il ritiro quaresimale per le comunità cattoliche africane francofone del Lazio. La giornata, incentrata sul tema "Le comunità cattoliche africane francofone d’Italia: semi e coltivatori assidui della speranza per fecondare l'Italia e l'umanità", sarà guidata da padre Luis Gabriel Tsamba, coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici africani di lingua francese in Italia.

“Cittadinanza sospesa. Un referendum per entrare nel futuro”. Il nuovo numero di “Migranti Press”

14 Marzo 2025 - È in uscita il numero 2 del 2025 di Migranti Press, il periodico della Fondazione Migrantes. In copertina, il prossimo referendum sulla legge 91/1992 sulla cittadinanza. Il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, spiega i due motivi per cui – data la situazione e l’assenza di un’iniziativa politica forte in tal senso – il referendum ha un grande valore. Poi:
  • la presentazione della nostra nuova rubrica sui “Paesi sicuri”. Lo sono davvero?
  • Un mini reportage da Lampedusa in occasione di una visita della Commissione regionale per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana (Cesi).
  • Un approfondimento sulla situazione dei CPR in Italia.
  • L’analisi dei dati dell’Inps per comprendere alcune sfumature meno ovvie sulle motivazioni di chi lascia l’Italia.
  • Le storie di emigrazione al femminile raccolte e analizzate nello studio di Loredana Cornero.
  • Il superamento dei “campi rom”: un’intervista a Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 Luglio, recentemente nominato dal presidente Mattarella Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
  • Infine, le nostre rubriche (Norme e giurisprudenza, Brevi e Segnalazioni – Libri, Cinema, Arte, etc).
[caption id="attachment_55699" align="aligncenter" width="724"] (foto: santypan/AdobeStock)[/caption]

Rom, Giugliano: a rischio sgombero il “campo” di Via Carrafiello. L’allarme delle associazioni

13 Marzo 2025 - Gli attivisti del Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC), con il sostegno di Associazione 21 luglio e il Comitato Campano con i Rom, hanno presentato un reclamo collettivo al Comitato Europeo per i Diritti Sociali (ECSR) in relazione al possibile imminente sgombero di famiglie rom da un insediamento situato in Via Carrafiello a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli. In una nota si spiega che l'obiettivo è sollecitare ECSR ad assicurare che il Governo italiano adotti misure immediate per prevenire lo sgombero, che potrebbe avvenire in qualsiasi momento fino al 30 aprile 2025, dopo una sentenza del Tribunale di Napoli adottata il 17 febbraio scorso. Nel richiamo viene chiesto di fermare lo sgombero forzato (così come qualsiasi altro sgombero di famiglie rom in Italia che non sia conforme al diritto internazionale), di fornire un'adeguata sistemazione alternativa alle famiglie e di sviluppare soluzioni abitative integrate a lungo termine per le famiglie rom a rischio. Secondo Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio: “In un contesto italiano dove sempre più amministrazioni comunali sono impegnate in azioni di superamento degli insediamenti monoetnici, a Giugliano in Campania sembra, in un tragico ritorno al passato, replicarsi l’odiosa pratica degli sgomberi forzati lesivi dei diritti umani e dei diritti dell’infanzia". "Ci sono margini di mediazione per evitarlo - continua Stasolla - e, come organizzazione, siamo disponibili ad individuare insieme alle autorità locali e nazionali le soluzioni affinché lo sgombero forzato possa essere evitato". Il campo di via Carrafiello a Giugliano è in assoluto quello dove si vivono le peggiori condizioni in Italia. Attualmente, secondo le informazioni a disposizione dell'Associazione 21 Luglio, vi dimorano circa 400 persone che non hanno corrente elettrica e hanno a disposizione una sola fontanella d'acqua. Si tratta di una comunità che sin dagli anni '90 gravita nell'area metropolitana di Napoli, e che ha già subito tre grandi sgomberi da insediamenti dove era stata collocata La Fondazione Migrantes promuove nel campo di Giugliano il progetto “Scuola per e con i Rom”, portato avanti dall’organizzazione di volontariato Arrevutammoce, di recente raccontato sulla rivista della Fondazione, Migranti Press. Si tratta di un progetto di prescolarizzazione e scolarizzazione rivolto ai bambini e adolescenti rom che mira a promuovere un accesso equo e non discriminatorio alla scuola dell’obbligo, contrastando il fenomeno dell’abbandono scolastico. Nel gennaio 2024, 64 bambini sono stati inseriti in cinque scuole primarie e una secondaria di primo grado, e a marzo, poi, si sono aggiunti 5 bambini iscritti alla scuola dell’infanzia. A settembre 2024, il numero complessivo di minori iscritti è salito a 72, registrando un incremento del 15%. Gli alunni hanno frequentato con regolarità e il 98% di loro è stato ammesso alla classe successiva.

“Il coraggio di chi spera”. 12 anni con papa Francesco

13 Marzo 2025 - Il 13 marzo 2013 diventava vescovo di Roma e Sommo Pontefice della Chiesa Universale un uomo che i “fratelli Cardinali” erano andati a prendere per la prima volta nella storia “quasi alla fine del mondo”, dalle Americhe. La formazione umana, culturale e spirituale di papa Francesco – Jorge Mario Bergoglio, figlio di migranti italiani – è impregnata dell’esperienza di chi ha lasciato la propria terra in cerca di una vita migliore per sé e per la propria famiglia. È una sensibilità innata che il Santo Padre ha comunicato sin da subito nel suo ministero e nel suo magistero. Per celebrare questo anniversario di Pontificato, innanzi tutto, è bello tornare alle parole del suo Messaggio per la Giornata del Migrante e del Rifugiato del 2024, "Dio cammina con il suo popolo", che è stato la luce guida dell’attività pastorale, di ricerca e di formazione di questi mesi per la Fondazione Migrantes. “Molti migranti fanno esperienza del Dio compagno di viaggio, guida e ancora di salvezza”. D’altra parte “Dio non solo cammina con il suo popolo, ma anche nel suo popolo, nel senso che si identifica con gli uomini e le donne in cammino attraverso la storia – in particolare con gli ultimi, i poveri, gli emarginati –, come prolungando il mistero dell’Incarnazione. Per questo, l’incontro con il migrante, come con ogni fratello e sorella che è nel bisogno, è anche incontro con Cristo. Ce l’ha detto Lui stesso”. "L’incontro col migrante è l’incontro con Cristo, ci ha detto il Papa - commenta mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes -. Che effetto ci fa questa immagine? Domandiamocelo". Pensando al tema dell’anno giubilare in corso, è significativo oggi ritornare anche ad alcune delle prime parole ufficiali di papa Francesco, nel suo “Discorso per la plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti”, del 24 maggio 2013. “Vorrei invitare tutti a cogliere negli occhi e nel cuore dei rifugiati e delle persone forzatamente sradicate anche la luce della speranza. Speranza che si esprime nelle aspettative per il futuro, nella voglia di relazioni d’amicizia, nel desiderio di partecipare alla società che li accoglie, anche mediante l’apprendimento della lingua, l’accesso al lavoro e l’istruzione per i più piccoli. Ammiro il coraggio di chi spera di poter gradualmente riprendere la vita normale, in attesa che la gioia e l’amore tornino a rallegrare la sua esistenza. Tutti possiamo e dobbiamo alimentare questa speranza!”. "Le persone che spesso, quasi ogni giorno, vengono rappresentate indistintamente come una massa minacciosa - sottolinea mons. Felicolo -, hanno 'il coraggio di chi spera'. Quanto ne abbiamo bisogno in questo tempo di conflitti apparentemente senza soluzione, di incertezza, di tirannia della paura!".

Proposta di Regolamento per rimpatri Ue. Fondazione Migrantes: “Appare dettata da uno spirito prevalentemente punitivo”

12 Marzo 2025 - La Commissione europea ha proposto un giro di vite sulle persone giunte in Europa da Paesi terzi. Preteso dagli Stati membri (Consiglio europeo, ottobre 2024) e annunciato dalla presidente Von der Leyen, il nuovo quadro giuridico per i rimpatri “costituisce – secondo l’Esecutivo – un elemento chiave per integrare il Patto sulla migrazione e l’asilo adottato lo scorso anno, che definisce un approccio globale alla migrazione”. “Con tassi di rimpatrio in tutta l’Ue attualmente pari solo al 20% e con una frammentazione dei diversi sistemi che si presta ad abusi, è necessario un quadro giuridico moderno, più semplice ed efficace”. Così le nuove norme forniranno agli Stati membri “gli strumenti necessari per rendere il rimpatrio più efficiente nel pieno rispetto dei diritti fondamentali” per superare i 27 sistemi diversi in vigore attualmente. (Fonte: SIR) Quello che sembra emergere dal testo della proposta della Commissione europea di un Regolamento "per un sistema comune dei rimpatri" - ha commentato mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes - è una svolta verso l'esternalizzazione della gestione delle persone che non hanno più titolo a rimanere nel territorio dell’Ue, prevedendo degli hub per i rimpatri in Paesi terzi. In generale, essa appare dettata da uno spirito prevalentemente punitivo. Altre esperienze analoghe di esternalizzazione in strutture di fatto detentive in Paesi terzi sono già state sottoposte a una minuziosa analisi dal punto di vista delle Convenzioni internazionali e dei diritti umani, e la loro valutazione è stata negativa. "Sarebbe auspicabile - continua mons. Felicolo - che l'Unione europea, piuttosto, con la sua storia e le sue radici di diritto, proponesse e finanziasse norme volte a investire in massima parte sul rafforzamento delle forme legali di ingresso ed, eventualmente, sui rimpatri assistiti volontari. Perché è bene ricordare che spesso i migranti che intendono rimpatriare, anche qualora non abbiano ricevuto provvedimento di espulsione, non hanno i mezzi per farlo". Scorrendo le 87 pagine del documento, sul tema dei “rimpatri volontari” la previsione di spesa per una loro “incentivazione” è di 8.4 milioni di euro per i prossimi tre anni, contro i 137.5 milioni di euro previsti nel triennio per la “capacità detentiva”. La nuova direttiva europea sui rimpatri dei migranti "smentisce il progetto dell'Italia in Albania, anche se lascia aperta la possibilità di trasformare le strutture albanesi in strutture detentive per chi è espulso dal Paese in vista del rimpatrio" sottolinea mons. Gian Carlo Perego , presidente della Commissione Cei per le migrazioni e presidente della Fondazione Migrantes. "A questo punto - osserva - ci domandiamo a cosa servirebbe la costruzione in Italia di 5 nuovi Cpr. Un secondo interrogativo riguarda come sarà tutelato in Centri in Paesi extra-Ue il diritto al ricorso al provvedimento di espulsione. Ci si augura che in sede parlamentare europea possano essere apportate modifiche significative alla direttiva a tutela della dignità delle persone e del diritto alla protezione internazionale".

(aggiornato il 13 marzo 2025)

Cei: “Se vuoi la pace prepara la pace”

12 Marzo 2025 - A conclusione della sessione primaverile del Consiglio Episcopale Permanente (Roma, 10-12 marzo), nel consueto comunicato finale, i vescovi italiani hanno posto l'accento anche sulla situazione internazionale e sul ruolo dell'Europa. Secondo i Presuli, "occorre individuare modalità nuove per favorire il dialogo e per innervare la società con quella cultura che nasce dal Vangelo e con una testimonianza autentica. La guerra, spesso alimentata da nazionalismi antiumani, che è tornata a insanguinare l’Europa e che segna l’esistenza di tanti popoli, richiede – hanno rimarcato i Vescovi – decise iniziative politiche e diplomatiche per la pace". Inoltre, sottolineando che l’Europa "ha bisogno di recuperare i suoi valori fondativi – pace, libertà, democrazia, diritti, giustizia sociale", in linea con l’espressione richiamata dal Cardinale Presidente “se vuoi la pace, prepara la pace”, i Vescovi hanno ricordato "l’urgenza che gli investimenti pubblici siano indirizzati primariamente a sostenere le persone bisognose, le famiglie povere, le fasce sociali più deboli, ad assicurare a tutti adeguati servizi educativi e sanitari, a contrastare il cambiamento climatico". Per quanto riguarda la Fondazione Migrantes, il CEP ha inoltre comunicato la nomina a membro del Consiglio di Amministrazione di p. Eraldo Cacchione, SJ. E la conferma come coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici cinesi in Italia, don Paolo Kong Xianming (Napoli).

Missioni cattoliche italiane: un ricordo di mons. Luigi Fraccari

12 Marzo 2025 - “Mons. Fraccari è una persona che non si può dimenticare”. Così iniziava il profilo di mons. Luigi Fraccari diffuso dalla Missione Cattolica Italiana di Berlino in occasione del primo anniversario della sua morte avvenuta a S. Ambrogio di Valpolicella (VR) il 24 gennaio 2000. Era nato a Caprino Veronese il medesimo giorno 91 anni prima. Chi era don Luigi? Dopo l’armistizio tra Italia e Alleati - l’8 settembre 1943 - gli italiani da alleati della Germania nazista sono stati giudicati traditori con tutte le conseguenze del caso. E così 600 soldati italiani e 200 loro cappellani sono stati imprigionati in campi di concentramento a Berlino. Don Luigi ne rimase molto scosso e chiese al suo vescovo, mons. Girolamo Cardinali, di essere inviato in Germania perché, disse, "sono caduti nelle mani di briganti e voglio dare loro conforto e speranza". Mons. Cardinali se ne meravigliò, ma accettò. E dopo mesi per avere i necessari permessi religiosi e civili, don Luigi raggiunge Berlino nell’ottobre 1943 come assistente degli italiani in quella zona. Si mette al lavoro alacremente per le notifiche di morte rimaste inevase, con la visita ai prigionieri e procurando loro come possibile qualche vitto e per i cappellani il necessario per celebrare la Messa, sostenendoli moralmente e mantenendo la speranza del ritorno. Tutto questo d’intesa con la Chiesa locale tedesca, del cappellano italiano dell’Ambasciata d’Italia, il salesiano don Martino Cristofori, e il Nunzio Apostolico, mons. Cesare Orsenigo. Nel Dopoguerra riesce ad acquistare una sede per i bambini orfani e gli anziani di Berlino in zona russa, con l’aiuto e la benedizione di papa Pacelli - Casa Pio XII, sede anche della Missione cattolica italiana -; si impegna per un cimitero degli italiani militari e civili e cura l’assistenza pastorale alla comunità italiana di Berlino, zona russa e settore russo compresi. In definitiva, 37 anni di Germania, con mille iniziative, aiutato da suore italiane. A 91 anni rientra in Italia per ragioni di salute, divenendo collaboratore della parrocchia di Sant’Ambrogio Valpolicella ove era stato parroco prima di raggiungere la Germania. Nel 2001 con il sindaco di Sant’Ambrogio, Pierluigi Toffalori, e il parroco, don Igino Trevisan, nasce un Comitato per onorare don Luigi Fraccari che inizialmente edita alcune pubblicazioni. A Caprino Veronese, dove era nato, gli viene dedicata una via il 1° febbraio 2003, dal sindaco Maria Teresa Girati. Nel 2007, poi anche il Comune di Sant’Ambrogio Valpolicella, luogo di sua attività pastorale in Italia, decide di dedicare “una via nel segno di Mons. Fraccari” con il sindaco Nereo Destri. Segue nel 2008 la posa di un busto di mons. Fraccari ai piedi della facciata del piazzale municipio, presenti anche alcune Suore della Misericordia, la Congregazione che ha aiutato mons. Fraccari nell’assistenza ai bambini ed agli anziani della Casa Pio XII. (don Silvano Ridolfi) Una delle vie intitolate a mons. Luigi Fraccari

La testimonianza di sr. Etra Modica ai coordinatori della pastorale etnica in Italia

11 Marzo 2025 - Si è tenuto l'11 marzo, presso la sede della Fondazione Migrantes, un nuovo incontro dei Coordinatori etnici nazionali, i sacerdoti responsabili della cura pastorale delle varie comunità cattoliche di diversa nazionalità presenti sul territorio italiano. Era presente per la prima volta don András Törő, nuovo coordinatore della comunità ungherese in Italia, che è costituita da una decina di gruppi, per lo più presenti a Roma e in alcuni dei principali capoluoghi italiani. La riunione, oltre ad alcune informazioni organizzative sul Giubileo, si è concentrata sulla testimonianza e su una riflessione proposta da sr. Etra Modica mscs, missionaria scalabriniana e consigliera provinciale, che ha preso spunto proprio dal percorso di preparazione alla prossima Giornata giubilare dei "migranti" e con i migranti. Dopo aver ricordato alcune meditazioni di san Giovanni Battista Scalabrini sul Giubileo (quello del 1879), sr. Modica si è intrattenuta sul significato fisico e simbolico di varcare le "porte sante", che spesso sono proprio le storie delle persone: "I migranti, lasciando le loro terre, chiudono alle spalle delle porte fisiche e simboliche e in terra straniera ne varcano tante, bussano a tante porte, in ogni loro giornata ne attraversano molte, se ne chiudono alle loro spalle (casa, lavoro), altre si spalancano e cambiano la geografia del loro viaggio migratorio. Ma credo che loro sono la porta di accesso e portano con sé la chiave della porta che dà senso al loro migrare, quella della fede. Le loro storie, il loro protagonismo sono porte sante, porta che Dio ha varcato con l'Incarnazione". La religiosa scalabriniana ha poi offerto un'immagine per rappresentare il protagonismo delle persone che si muovono dai propri Paesi di origine: "Il giubileo dei migranti è ogni volta che si apre una porta dove non immaginiamo e dove i migranti stessi prestano servizio, svolgono ministeri, profetizzano, mediano, vivono una cittadinanza solidale e ospitale e tutto questo anche come frutto del giubileo, del riscatto. Per noi operatori accompagnare i migranti significa far scoprire loro che sono amati da sempre e per sempre come figli di Dio, aiutarli a scoprire la speranza a cui sono chiamati, essere al loro fianco nell'esperienza secolare di popolo in cammino verso comunità accoglienti in cui il racconto, la narrazione e la testimonianza è una possibilità per esprimere il giubilo". Infine, il senso del giubileo "è che tutti coloro che soffrono per qualche distorsione, per i peccati sociali, per l'esclusione dai diritti siano inclusi". Nel caso dei migranti, sr. Modica ha sottolineato, che le sofferenze "non sono le vulnerabilità legate all'esperienza migratoria" in sé, ma "la criminalizzazione, la violenza e l'esclusione dai diritti". Per cui il giubileo dei migranti "è anche un giubileo delle nazioni che legiferano a favore o contro la vita delle persone, un giubileo perché siano più umane".

(aggiornato il 12 marzo 2025)