Vangelo Migrante: II domenica di Avvento | Vangelo (Mt 3,1-12)

1 Dicembre 2022 – Fa il suo esordio la figura di Giovanni il Battista che annuncia la svolta radicale della storia umana: il Cristo sta per venire. L’imminente arrivo del regno di Dio è legato all’assoluta necessità della conversione: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”.

La prima buona notizia è che Dio è vicino, è qui: Dio è accanto, a fianco, si stringe a tutto ciò che vive; come una rete raccoglie insieme, in armonia, il lupo e l’agnello, il leone e il bue, il bambino e il serpente (parola di Isaia), uomo e donna, arabo ed ebreo, musulmano e cristiano, bianco e nero. Il regno dei cieli è la terra come Dio la sogna, e in Gesù, incarnato, la realizza: si fa intimo come un pane nella bocca, una parola detta sul cuore, un respiro. Egli battezzerà in Spirito Santo e fuoco e chi si farà raggiungere cambierà vita, sarà immerso, avvolto, intriso, impregnato della vita stessa di Dio.

Riconosce i segni della vicinanza e della presenza del regno dei cieli, solo chi ha nel cuore la fame e la sete della giustizia. Chi non sente nel cuore il desiderio grande e la nostalgia intensa di una vita più giusta e più fraterna, non può riconoscerlo ed accogliere il Suo regno.

Proprio come quei farisei e sadducei a cui il Battista rivolge parole estremamente dure perché sa troppo bene che non sono disposti a cambiare vita: “razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente?” Vanno nel deserto spinti dalla curiosità, ma con la convinzione di non aver nessun peccato da confessare e nulla da dover cambiare. S’illudono di potersi sottrarre all’ira di Dio attraverso la pratica di un battesimo solo esteriore, al quale non corrisponde nessun proposito serio di cambiare vita.

Spirito assai diffuso e pericoloso: più di quanto non si pensi. Ragion per cui le parole rivolte ad essi non possono non colpire la coscienza di ciascuno: “già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco”.

Cosa vuol dire? Vuol dire che così come nella vita non si va avanti se uno non accetta dei tagli, delle perdite, delle potature allo stesso modo non si accoglie il regno dei cieli se non si è disposti ad eliminare tutto ciò che non è buono o è ambiguo.

La prima forma di conversione è proprio il desiderio che il Signore arrivi con tutta la chiarezza e la bellezza che ha in sé; ma anche con la selettività che serve per liberarci dei rami stupidi e inutili della nostra vita.

Non possiamo proprio fare a meno, allora, di una venuta che, come fuoco, bruci le nostre menzogne e ci liberi dalle perdite di tempo, dagli inganni, dalle trappole, liberi il mondo da tutto ciò che non è il bene. Essa avrà il volto della misericordia di Dio, che non vuole la morte del peccatore ma la sua conversione, e la forza dello Spirito che sostiene, illumina, rafforza. (p. Gaetano Saracino)

Temi: