Ucraina: l’onda lunga dei profughi

10 Marzo 2022 –

Bruxelles – Il flusso di profughi dall’Ucraina appare inarrestabile. In un solo giorno ieri sono arrivate 143.959 persone nei Paesi confinanti, ha affermato l’Alto Commissariato Onu, portando il totale a 2.155.271 rifugiati in meno di due settimane. Per Unicef sono 1 milione i bambini in fuga. Oltre la metà dei profughi si trovano in Polonia, che ne accoglie al momento 1,29 milioni, altri 441.000 sono ripartiti tra Ungheria, Slovacchia, Romania, 235.000 in altri Stati Ue (il resto in Moldavia, Bielorussia e Russia). Una crisi senza precedenti dal Dopoguerra, basti dire che in quella del 2015-16, sin qui considerata epocale, arrivarono 2,5 milioni nel giro di due anni. L’Alto commissariato prevede che si arriverà ad almeno 4 milioni, l’Ue parla di 7 milioni. «L’Unione – ha dichiarato l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell – sosterrà e proteggerà quanti fuggono dall’aggressione russa, a prescindere dalla loro nazionalità e provenienza. L’Ue mobiliterà anche tutti i suoi strumenti per aiutare i Paesi che li ospitano». La questione approda oggi al Consiglio Europeo informale che riunisce i leader a Versailles. L’Ue si è mossa con inusitata rapidità. Quello che più salta agli occhi è l’approvazione in tempo record, la scorsa settimana all’unanimità, dell’attivazione della direttiva sulla protezione temporanea del 2001, per la prima volta in assoluto. Gli ucraini, che non hanno bisogno di visto e possono circolare nell’Ue per 90 giorni, potranno poi restare fino a un massimo di tre anni nel Paese Ue dove si sono recati, senza dover chiedere asilo e avendo accesso a mercato del lavoro, istruzione e servizi. Un capitolo a sé sono i cittadini terzi in fuga dalla guerra (secondo l’Oim sono 109.000 quelli giunti nei Paesi confinanti, tra cui molti studenti dall’Africa e dall’Asia). Per i non ucraini residenti di lunga data in Ucraina, i vari Stati Ue potranno applicare o la direttiva Ue o le norme nazionali (compromesso indispensabile per ottenere il via libera dei Paesi dell’Est). Gli altri vengono rimpatriati, a meno che non siano bisognosi di protezione, o gli Stati membri decidano di ospitarli comunque. Ieri comunque la Commissione Europea ha lanciato una pagina Web destinata a chi fugge dall’Ucraina, con informazioni su come attraversare la frontiera, i propri i diritti e gli spostamenti dentro l’Ue. Non si parla, per ora, di ridistribuzione, semmai sono gli ucraini a «ridistribuirsi » da sé grazie alla possibilità di circolare liberamente nell’Ue. La questione potrebbe però porsi a breve, vista le gigantesche dimensioni dell’esodo. Già attiva è una «piattaforma di solidarietà», coordinata dalla Commissione, in cui ogni Stato membro Ue può indicare la propria disponibilità di posti. Un’idea che circola a Bruxelles è un meccanismo di solidarietà volontario, nel caso i numeri diventino ingestibili per i Paesi di frontiera: alcuni rifugiati sarebbero trasferiti in altri Stati membri Ue. Per ora, però, nessuno degli Stati più esposti lo ha richiesto. Complessivamente, la Commissione ha stanziato 500 milioni di euro, di cui 85 milioni destinati all’Ucraina, 5 milioni alla Moldavia, per fornire cibo, acqua, assistenza sanitaria, rifugi. Altri 330 milioni di questo fondo saranno usati per un pacchetto per assistenza diretta ai profughi sia in Ucraina, sia nell’Ue, con attenzione soprattutto a bambini e anziani. Bruxelles ha inoltre attivato il Meccanismo di protezione civile Ue, con l’invio in Ucraina di veicoli, kit medici, tende, coperte, sacchi a pelo, Anche la Polonia ne ha chiesto l’intervento, chiedendo soprattutto farmaci e prodotti medicali. Ventisei Stati Ue, tra cui l’Italia, stanno contribuendo. Si è attivata anche Frontex, l’agenzia delle frontiere esterne, che ha inviato 200 suoi funzionari per aiutare ad accelerare le procedure di accoglienza al confine ucraino. La Commissione ha inoltre proposto un’«Azione di coesione per i profughi in Europa » (Care), una normativa che consentirebbe maggior flessibilità nel finanziamento di numerose misure a sostegno dei profughi. Altri 10 miliardi di euro potranno esser prelevati da React-EU, creato per contribuire alla risposta alla crisi pandemica. (Giovanni Maria Del Re)

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