Il naufragio e gli allarmi a vuoto

13 Ottobre 2020 – Milano – Ennesimo naufragio nel Mediterraneo. Ancora uomini, donne e bambini che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. L’ultima tragedia del mare si è consumata al largo delle coste tunisine, a Sfax. Un gommone con a bordo una trentina di migranti ha improvvisamente preso fuoco e le persone a bordo, impaurite, si sono buttate in mare. Sono in tutto 11 i corpi recuperati fino ad ora: si tratta di 8 donne e 3 bambini. La Guardia costiera tunisina è riuscita a intervenire per recuperare i naufraghi, quando però per oltre la metà di loro era già tardi: solo dieci persone sono state riportate a riva sane e salve. Ma all’appello manca ancora un’altra decina di persone. L’incidente è avvenuto non lontano dalle coste di Sfax, a circa 200 chilometri da Lampedusa. Un naufragio per molti versi analogo era avvenuto a giugno: allora le vittime erano state più di 50.
Ma si teme anche per un’altra imbarcazione con 43 migranti a bordo, da un giorno in balia delle onde e del maltempo nella zona Sar maltese del Mediterraneo Centrale. A lanciare l’allarme, già domenica sera, Alarm Phone riferendo che «tutte le autorità sono state informate» ma che nessun intervento è stato operato. «Abbiamo provato a contattare Rcc Malta ma non rispondono o attaccano subito» hanno sottolineato i volontari della linea telefonica per i migranti in difficoltà nelle acque del Mar Mediterraneo nel corso delle ore. In un ultimo tweet per ribadire il pericolo cui sono esposti i 43 migranti, Alarm Phone ha avvisato che queste persone sono «esposte a tempesta e onde alte, la barca di legno è alla deriva. A causa del vento forte, la comunicazione con le persone è molto difficile». Infine l’appello alle autorità maltesi: «Non lasciateli annegare!». Poche ore più tardi i toni diventano più drammatici: le persone in pericolo stanno affrontando una tempesta molto pericolosa. Condizioni meteorologiche potenzialmente letali: forte vento e onde alte verso sud. «Le guardie costiere europee esiterebbero a lanciare i soccorsi se ci fossero persone
bianche a bordo? Black lives matter» chiedono i volontari che segnalano i migranti in pericolo.
Intanto, il tempo sereno degli ultimi giorni ha spinto molte persone lungo la via del mare e della speranza. Lo confermano i numeri che si registrano dalle intercettazioni della  cosiddetta Guardia costiera libica. «Stanotte circa 160 migranti sono stati riportati in Libia dalla Guardia costiera» scrive su Twitter la portavoce di Oim-Unmigration, Safa Msehli aggiungendo che «nelle ultime 48 ore sono state intercettate sei imbarcazioni e 390 uomini, donne e bambini sono finiti in carcere». «La Libia non è un un porto sicuro» conclude Msehli, e Oim in Libia afferma che «mentre le nostre squadre sono presenti ai punti di sbarco per fornire assistenza di emergenza, ribadiamo che nessuno dovrebbe essere rimpatriato in Libia».
Intanto in Italia, da domenica, si susseguono gli sbarchi. Altri due barchini, ieri mattina, rispettivamente con 8 e 30 tunisini, sono stati avvistati e bloccati dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza davanti all’isola di Lampedusa. Anche i due gruppi sono stati portati all’hotspot che, al momento, ospita 318 persone, nonostante in 544 siano già stati trasferiti sulle navi quarantena Snav Adriatico ed Allegra.
Le motovedette continuano a pattugliare le acque territoriali italiane anche perché è stata diramata – dalla Protezione civile regionale – l’allerta gialla. Anche a Pantelleria, tra venerdì e sabato sono sbarcati 220 cittadini tunisini, 100 dei quali sono già stati trasferiti.
Gli altri si trovano ancora nel centro d’accoglienza che può ospitare al massimo 25 persone. Con il maltempo la situazione è diventata critica: non sono infatti garantiti i collegamenti con la terraferma.
A Bari, invece, sono 405 i migranti sbarcati dalla nave Rhapsody, noleggiata dal ministero dell’Interno per la quarantena sanitaria dei rifugiati sbarcati sulle nostre coste. Dei migranti sbarcati, 104 sono stati destinati ai centri per il rimpatrio, per 122 sono stati eseguiti ordini e respingimenti del Questore, 2 sono stati arrestati per provvedimenti a loro carico. Gli altri sono 85 minori e 92 adulti di cui 17 appartenenti a nuclei familiari in gran parte già trasferiti in altre regioni. Questi 405 «hanno lasciato la nave muniti di un certificato sanitario attestante l’esito di un tampone negativo», specifica la Prefettura. «Sono in corso ulteriori accertamenti – aggiunge – e comunque si assicura che tutti coloro che lasceranno la nave saranno muniti di certificazione rilasciata
dall’autorità sanitaria marittima che attesti la negatività al Covid». (Daniela Fassini- Avvenire)

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