8 Aprile 2020 – Milano – Partono, fuggono dalla guerra. Cercano comunque di arrivare in Europa, malgrado l’emergenza sanitaria. Attraversano il Mediterraneo con la speranza di approdare sulla terra fissa. Alcuni ce l’hanno fatta. Altri non si sa. Ad allertare l’Europa alle prese con il Covid-19 c’è sempre Alarm Phone, la rete telefonica di un gruppo di volontari in supporto alle operazioni di salvataggio. Ed è proprio da loro che negli ultimi due giorni sono arrivate diverse segnalazioni di soccorso. L’ultimo, in ordine cronologico, ieri, una barca in difficoltà con a bordo un’ottantina di persone (fra cui diverse donne e bambini piccoli). I migranti hanno detto di essere fuggiti dalla Libia e di non avere più benzina. Sono sopravvissuti alla notte ma sono al freddo ed esausti. «Devono essere soccorsi e portati in un porto sicuro» chiedono dal servizio telefonico. «Continuiamo a parlare con le persone in pericolo – informano i volontari – e ancora non ci sono soccorsi in vista. Sono all’interno dell’area Sar di Malta. Una donna a bordo ha confermato che ci sono molte donne e molti bambini, il più piccolo ha solo due anni».
Ma non c’è solo questa barca in attesa di soccorsi. Nelle ore precedenti, la nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye, in due diversi interventi ha soccorso infatti 150 migranti e ora sta navigando verso Lampedusa, fuori dalle acque nazionali.
Italia e Malta hanno però rifiutato il porto. «Attraverso una nota verbale, i ministeri di Italia e Malta hanno detto al ministero degli Esteri tedesco che non consentiranno lo sbarco dei migranti soccorsi dalla Alan Kurdi, anche se fosse organizzata la distribuzione delle persone. Come giustificazione i due Stati hanno citato le emergenze di salute pubblica » fa sapere la Ong tedesca Sea Eye. Lancia un appello alla ministra Paola De Micheli Mediterranea Saving Humans: «Emergenza nel Mediterraneo Centrale – scrive su twitter l’associazione – Le Autorità di Malta e Italia sono avvisate, ma non sono ancora intervenute. Ministra Paola De Micheli, soccorrere queste persone con urgenza è anche un vostro obbligo». I migranti a bordo della Alan Kurdi, si è poi saputo in serata, potrebbero essere trasferiti su una nave della Croce rossa italiana dove poter trascorrere la quarantena.
Intanto, dopo tre settimane di stop ritornano anche gli arrivi autonomi a Lampedusa. Sono in tutto 34 le persone approdate direttamente sull’isola, negli ultimi due giorni: una ventina di orgine tunisina. Fra loro, ha spiegato il sindaco Totò martello ci sono 11 donne – di cui 2 in stato di gravidanza – e 23 uomini. «Ho immediatamente firmato una ordinanza sindacale – ha spiegato Martello – che prevede che tutte le persone sbarcate siano direttamente trasferite dal Molo Favaloro (dove sono state raggruppate ed assistite da personale fornito di Dispositivi di protezione individuale così come previsto dalle norme sul Coronavirus) all’interno del Centro di Accoglienza, dove resteranno in condizione di quarantena, senza dunque potersi mai allontanare dalla struttura. Sarà attivo un servizio di controllo per fare in modo che nessuno esca dal Centro, e verrà effettuato un costante monitoraggio dal punto di vista sanitario». Vista l’emergenza Coronavirus, conclude Martello, la decisione di porre in quarantena le persone sbarcate sull’isola «è necessaria a tutela della salute pubblica e di quella degli stessi migranti: nessuno di loro entrerà in contatto con la popolazione locale». (Daniela Fassini – Avvenire)


