Parroco Lampedusa racconta la situazione dei migranti nell’Isola delle Pelagie

20 Settembre 2019 – Lampedusa – L’hot spot di Lampedusa “è sovraffollato come sempre. Lì la situazione è sempre precaria. Dovrebbe avere le condizioni per essere accogliente, invece è un luogo chiuso e militarizzato”. A parlare all’agenzia Sir è don Carmelo La Magra, parroco di San Gerlando a Lampedusa. Nonostante i continui trasferimenti verso la terraferma l’hot spot di Contrada Imbriacola è sovraffollato perché  sono approdati sull’isola con barchini un totale di 171 migranti, che si aggiungono ai 90 già presenti nel centro, ossia la capienza massima prevista.

Nelle ultime due settimane sono arrivate in autonomia circa 600 persone partite da Tunisia e Libia e le forze dell’ordine hanno denunciato l’insufficienza dei loro organici rispetto agli interventi quotidiani legati agli sbarchi.  “Se i trasferimenti verso la terraferma non sono costanti la gente è costretta a dormire a terra”,  riferisce il sacerdote: “ma in questi giorni mi sembra siano ripresi con maggiore tempestività. Gli sbarchi in autonomia sono invece più o meno come le settimane passate. La differenza è che se ne sta parlando di più”. Intanto sul sagrato della sua parrocchia a Lampedusa stanno protestando in queste ore una ventina di tunisini: hanno in mano dei cartelli perché temono di essere rimpatriati. “E’ una protesta pacifica – dice il parroco -. Sono seduti e hanno dei cartelli in mano Abbiamo chiesto se hanno bisogno di qualcosa ma non vogliono aiuti. Non sappiamo se gli sia stato permesso di fare richiesta di asilo, come previsto dalle procedure”. Ricordando che il diritto d’asilo “è personale, non di massa, e non dovrebbe essere negato in base alla nazionalità”, don La Magra chiede che “sia data a tutti la possibilità di formulare le proprie richieste”.

Temi: