24 Luglio 2025 –
Secondo le stime provvisorie fornite dall’Istat, i cittadini italiani che dimorano abitualmente all’estero al 31 dicembre 2024 sono 6 milioni e 382 mila, 243 mila individui in più rispetto all’inizio dell’anno (6 milioni e 138 mila) per un incremento pari al 4,0%. Sono principalmente uomini (quasi il 52%), risiedono in Europa (54%) e in America (40,9%) mentre il restante 5,1% vive in Africa (1,1%), Asia (1,3%) e Oceania (2,7%). Poco meno di un italiano residente all’estero su tre è nato in Italia e ci sono anche nuovi fenomeni, come quelli che una volta ottenuta la cittadinanza si trasferiscono in un altro paese europeo.
L’aumento del numero di cittadini italiani residenti all’estero, spiega l’Istat, è trainato soprattutto dalle acquisizioni di cittadinanza italiana e da una vivace dinamica migratoria. Il saldo migratorio, pari a +103 mila nel 2024, è quasi raddoppiato rispetto al 2023 quando risultò pari a +53 mila. Tale significativa crescita è effetto di un aumento degli espatri e di una riduzione dei rimpatri che, se per l’Italia costituisce una perdita di capitale umano, nei Paesi esteri si tramuta in guadagno.
Le nascite (oltre 27mila nel 2024) superano i decessi (oltre 8mila), determinando un saldo naturale di 19mila unità, analogo a quello riscontrato nel 2023. Le nascite si registrano in prevalenza nei Paesi europei (il 68,1%), in particolare in Germania (16,8%), in Svizzera (14,2%) e nel Regno Unito (8,8%). Tra i Paesi dell’Unione europea, la Spagna presenta il tasso di natalità più elevato (5,6 per mille), seguita dalla Germania (5,5) e dalla Francia (5,0), mentre tra i Paesi extra-Ue spiccano la Svizzera (6,0) e il Regno Unito (4,9). I tassi di natalità nel continente americano risultano più contenuti (2,7 per mille), anche laddove si concentra una quota importante di italiani, come ad esempio in Brasile (3,6 per mille) o in Argentina (2,0).
Per quanto concerne le acquisizioni della cittadinanza italiana, l’Istituto Nazionale di Statistica ha spiegato che avvengono nella maggior parte dei casi (52% nel 2023, secondo gli ultimi dati definitivi) per discendenza (iure sanguinis). Seguono le acquisizioni per trasmissione al minore convivente (37%) e per matrimonio (11%). (Fonte: Aise/Istat)



