Emigrato italiano diventa sacerdote in Belgio: la storia di don Gianluca Loperfido

12 Agosto 2023 – Roma – Sarà ordinato sacerdote il prossimo 15 agosto nella parrocchia San Martino di Genk , in Belgio, Gianluca Loperfido, giovane italiano emigrato. Ad imporre le mani mons. Patrick Hoogmaartens, vescovo della diocesi di Hasselt.  Nato a Taranto il 21 marzo del 1990 il neo sacerdote ha svolto lavoro pastorale negli ultimi anni in quattro parrocchie della diocesi belga. “Spesso Papa Francesco ci invita ad andare verso le periferie esistenziali. Io ci sono nato in quartiere periferico dove i problemi erano tanti a causa della precarietà del lavoro, la criminalità, la tossicodipendenza e la povertà soprattutto dagli anni 70 agli anni 90”, dice a www.migrantesonline.it Gianluca: “proprio toccando le ferite di Cristo nei sofferenti che ho imparato che la vita è un dono per gli altri soprattutto per coloro che soffrono e sono emarginati dalla società”. Cresciuto nella parrocchia San Francesco de Geronimo di Taranto, nel quartiere Tamburi il novello sacerdote racconta che da  sempre il parroco don Nino Borsci è stato attento alle diverse situazioni di precarietà del quartiere con la creazione di centri di recupero per persone con dipendenza dalla droga e dall’alcol e per immigrati e senza fissa dimora. “Ricordo – ci dice – che sin da bambino il parroco mi portava con sé a conoscere queste realtà.  Sono cresciuto nella mia parrocchia con i miei altri due fratelli gemelli Roberto e Salvatore, siamo stati chierichetti e abbiamo fatto parte degli scout e ho animato con la chitarra le celebrazioni liturgiche. La Messa, l’Eucarestia è sempre stata la fonte della mia gioia, ero e sono innamorato della Messa, in primo luogo per la bellezza dell’incontro con Cristo e poi per l’incontro e la convivialità con le comunità. Sono state esperienze meravigliose che hanno marcato profondamente il mio cuore”. Tredici anni fa, dopo il diploma, il giovane Gianluca si trasferisce in Belgio, una realtà “a me conosciuta proprio perché ogni anno dopo la scuola trascorrevo le vacanze estive dalla nonna a Winterslag. Proprio a Winterslag, quartiere periferico di Genk, più di 60 anni fa mio nonno si trasferì per lavorare nella miniera di carbone. Purtroppo il nonno non l’ho mai conosciuto perché è morto a 57 anni negli anni 80 a causa della silicosi e un arresto cardiaco. La nonna mi ha sempre raccontato le precarietà e i momenti difficili della loro vita li in Belgio nelle famose baracche con acqua fredda e senza riscaldamento, con tanto sacrifico hanno imparato a costruirsi un futuro con i quattro figli. Anche alcuni di loro hanno lavorato in miniera. Questi racconti ricchi di sofferenza e anche tanta speranza mi hanno fatto maturare personalmente. Ogni anno si recavano in vacanza a Taranto, loro città d’origine ed è proprio lí che mia mamma ha conosciuto mio padre costruendo proprio a Taranto la sua famiglia con ben cinque figli: io sono gemello di Roberto e Salvatore”. All’arrivo in Belgio ha fatto esperienza come cuoco in diversi ristoranti italiani a Genk. È stata una esperienza che mi ha aiutato a maturare la mia scelta vocazionale. “Posso dire – racconta – che la mia scelta di dedicarmi agli altri è nata proprio attraverso tanti incontri con persone in difficoltà, poveri, malati. In quegli anni spesso mi recavo presso la missione cattolica italiana di Waterschei (Genk) dove la comunità di origine italiana mi ha sempre accolto e sostenuto con grande amore e affetto.  Conservo nel mio cuore la loro cura che hanno sempre avuto nei miei confronti. In quegli anni di lavoro sentii forte in me un’inquietudine vocazionale, feci esperienza nel ristorante dove lavoravo di un senza tetto che veniva la notte dopo il mio servizio a prendere del cibo. Con il permesso del proprietario, ogni sera, preparavo del cibo che era avanzato e lo mettevo fuori, il giorno dopo quando vedevo che il cibo era stato preso e consumato, sentivo in me una gioia immensa. Ed è stata proprio questa esperienza che mi ha fatto fare il passo verso il discernimento vocazionale con il missionario italiano a Genk don Gregorio Aiello.  Questa esperienza mi ha fatto comprendere che dovevo dedicare e consacrare la mia vita a Dio che mi chiedeva di dedicare la mia vita a coloro che soffrono e che sono in difficoltà. Ed è proprio questo che continuo a fare con grande gioia”.  Nel 2014 l’ingresso nel seminario maggiore di Lovanio dove ha seguito la formazione filosofica e teologica, ma continuando a “dedicarmi alle persone in difficoltà”.  La “mia” scelta di diventare sacerdote in Belgio è nata “per le mie radici, sono sempre stato legato alla nonna Pasqualina del Belgio. Poi dopo l’esperienza lavorativa non sapevo ancora quale forma dare alla mia vocazione. Ho pensato in quegli anni anche di entrare nei frati minori cappuccini anche per la mia devozione a San Pio da Pietrelcina che ha ispirato la mia vocazione. Ma sapevo che il Signore mi chiamava alla missione in Belgio, una terra multiculturale. In Belgio possiamo ritrovare il mondo in piccolo, ma anche un contesto secolarizzato con poche vocazioni sacerdotali e religiose.  Ho subito dato la mia disponibilità al vescovo della diocesi di Hasselt”.  Dopo otto anni di formazione “ho svolto – continua nel racconto –  un anno di pastorale e un anno come diacono in quattro parrocchie al centro di Genk, in comunità fiamminghe, ma devo dire che a Genk soprattutto le nuove generazioni di italiani è ben presente”. Il neo sacerdote si dice “felice” di dire “Si” al Signore in Belgio, una “nazione che ha bisogno di riscoprire la bellezza dell’incontro con Cristo attraverso l’esperienza in prima istanza della diaconia e facendosi testimoni della bellezza e della gioia di Cristo.  Qui in Belgio le vocazioni sono scarse e nelle chiese la presenza di fedeli non è certo eccessiva, permane in ognuno il bisogno di Dio e di chi aiuti a far riscoprire il senso vero della vita, che si realizza nell’incontro con il Padre. Così ho ritenuto fosse più importante la mia presenza in questa nazione che, come gran parte dell’Europa, ha bisogno di rievangelizzazione”. Don Gianluca celebrerà la sua prima messa il prossimo 20 agosto: a questa celebrazione oltre al responsabile della comunità italiana don Aiello sarà presente anche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo che nei giorni seguenti visiterà alcune Missioni cattoliche Italiane in Germania e Lussemburgo. (Raffaele Iaria)