Vangelo Migrante: IV domenica di Quaresima – Vangelo (Gv 9, 1-41)

16 Marzo 2023 – L’acqua promessa alla Samaritana, nel vangelo di questa domenica diventa segno di guarigione. Non una qualsiasi guarigione ma un ritorno alla luce che fa vedere ogni cosa.

Nel cammino di preparazione al battesimo degli adulti, il catecumenato, questa domenica è una tappa fondamentale: è la domenica della professione di fede. Come il cieco nato, anch’essi diranno: credo Signore!

Tra i migranti che incontriamo e a cui rivolgiamo le nostre cure pastorali, ci sono diversi fratelli e sorelle impegnati in questo percorso. L’occasione di averli con noi può essere propizia per risvegliare la nostra tensione dell’inizio della vita cristiana. Essa non è per nulla scontata visto che anche da battezzati resta l’esigenza di una guarigione degli occhi di una fede spesso impastata da troppi distinguo o cortesi dinieghi rivolti a fratelli e sorelle battezzati alla stessa fonte o ad altri uomini e donne venuti da lontano e, come noi, chiamati alla fede.

Lo sguardo umano, apparente mente neutro, sovente si adagia sull’esteriorità delle cose e delle relazioni fino a sostituire la verità nelle cose e nelle persone: l’esclusione del cieco è verità indiscussa e indiscutibile, per lui, per i suoi stessi parenti e ovviamente per quelli che l’hanno decretata.

Non per Gesù. Perché il bisogno di vedere, in quell’uomo rimane. Non può spegnersi ciò per cui siamo stati creati. L’opera di Dio non può essere annientata. Ne è prova il fatto che la vista ricevuta crea un problema in comunità: il cieco (lo straniero) dove lo mettiamo?

Non basta dire: “è ipocrisia”. Troppo facile. Qui si tratta di aver perso di vista Dio; è questo che produce ipocrisia, a tal punto che anche la lode che fa il cieco (dottrinalmente impeccabile) risulta inammissibile.

Dio non vuole la morte di nessuno. E Gesù, che è da Dio, luce da luce, è venuto a fare cose che solo Dio sa fare. Ma perché questo accada è necessaria una fede che faccia vedere oltre il legalismo o il buonsenso in cui ci ricacciano le cose di questo mondo ma che non provengono da Dio e non portano a Dio.

Che non capiti anche a noi che questa presunzione nella quale tentiamo di recintare la nostra vita e, in proiezione, quella di altri uomini e donne, faccia ancora esclamare al Maestro; “se foste ciechi non avreste alcun peccato; ma siccome dite “noi vediamo”, il vostro peccato rimane!” (p. Gaetano Saracino)

 

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