6 Giugno 2022 –
Parma – «Dietro i volti sconosciuti della gente che mi sfiora, quanta vita, (…) quanti mondi da scoprire ancora, splendidi universi accanto a me». Canta così il gruppo del Gen Verde in una delle loro canzoni più conosciute. Ed è proprio questo che abbiamo assaporato durante la Festa dei popoli celebrata nella casa madre dei Saveriani. Il tempo incerto ed il freddo inatteso non hanno spento l’entusiasmo e la voglia di ritrovarci in fraternità.
La giornata si è aperta con un saluto da parte del vescovo il quale, nel ringraziare per la presenza, ha manifestato il suo desiderio di incontrare tutte le singole comunità nella Visita pastorale per riprendere le tante attività sospese a causa della pandemia. Si è poi passati alle esibizioni delle diverse comunità che con le loro manifestazioni artistiche piene di gioia e colore hanno spezzato il grigio della giornata. È stato un momento bello, semplice e intenso in cui ogni comunità si è lasciata “contaminare” dalla musica e dai balli delle altre comunità. Alla festa ha partecipato il gruppo musicale “È più bello insieme” impegnato da alcuni anni in manifestazioni artistiche che hanno lo scopo di promuovere l’inclusione e l’incontro tra le culture presenti nella nostra città; il gruppo è composto da persone provenienti da diversi Paesi, dalla Colombia al Ruanda, passando per l’Indonesia e la Nigeria: un bel laboratorio di fraternità!
Verso mezzogiorno ci siamo avviati, preceduti dalla comunità filippina in processione con l’immagine della Madonna, verso il santuario san Guido Maria Conforti per il momento più importante della giornata: la celebrazione eucaristica. In un mosaico di lingue e di volti radunati nel nome di Gesù si è avverato ancora una volta il sogno audace del Conforti, fare del mondo una sola famiglia in Cristo. La Messa è stata presieduta da p. Alfredo Turco, superiore regionale dei Missionari Saveriani, il quale è stato accompagnato da diversi confratelli e da alcuni sacerdoti diocesani. Finita la Messa siamo tornati nei giardini della casa madre per condividere il pranzo.
Presto l’atmosfera si è impregnata di profumi e lingue da tutto il mondo: ogni comunità nel proprio banco aspettava con un sorriso chiunque volesse assaggiare il proprio cibo. Non era difficile iniziare il dialogo e così tra una chiacchiera e l’altra, ci si ritrovava a parlare con un eritreo, un albanese, un congolese, un messicano, un italiano, un filippino, un ucraino, un rumeno, senza nemmeno farci caso. Siamo tornati a casa arricchiti dai diversi incontri, con lo sguardo pieno di volti e sorrisi, e nel cuore la consapevolezza che la strada per costruire un mondo fraterno e in pace è questa: l’incontro e la conoscenza che ci spinge all’impegno per la giustizia. Questa citazione di p. Ermes Ronchi riassume il significato della giornata: «Una leggenda ebraica racconta che ogni uomo viene sulla terra con una piccola fiammella sulla fronte, una stella accesa che gli cammina davanti. Quando due uomini si incontrano, le loro due stelle si fondono e si ravvivano, come due ceppi sul focolare. L’incontro è riserva di luce. Quando invece un uomo per molto tempo è privo di incontri, la sua stella, quella che gli splende in fronte, piano piano si appanna, si fa smorta, fino a che si spegne. E va, senza più una stella che gli cammini avanti. La nostra luce vive di incontri». (Ufficio Migrantes Parma)