1 Settembre 2021 –
Madrid – Il gommone è stato localizzato alle tre di ieri mattina a circa 18 chilometri al largo del Faro de la Entallada, a Forteventura con il suo carico di disperazione e di morte. Trentun superstiti, 15 donne e 16 uomini, sono stati soccorsi e trasportati dalla Guardia costiera al molo del Porto del Rosario, nell’isola di Fuerteventura. Il corpo senza vita di un giovane è stato subito individuato in alto mare e portato via su un elicottero assieme a un’altra persona in crisi ipotermica, che però non ce l’ha fatta ed è morta prima di arrivare in ospedale. Provenienti dall’Africa subsahariana, i migranti si erano imbarcati sul precario gommone a Tan-Tan, al sud del Marocco, cercando di raggiungere l’arcipelago. E almeno una ventina di persone mancherebbe all’appello, secondo le testimonianze di alcuni dei sopravvissuti. «Assicurano che sull’imbarcazione viaggiavano sessanta persone», confermano fonti della prefettura. Altri hanno raccontato ai sanitari che le vittime durante la traversata, fra le quali ci sarebbero due bambini, sarebbero un numero inferiore. E che i loro cadaveri sono stati lanciati in mare dopo la morte. Caminando Fronteras, la Ong che vigila le chiamate di Sos dei migranti e dei familiari dei “desaparecidos” in mare, attribuisce la contraddizione sul numero di dispersi al fatto erano due gli Zodiac salpati dalla costa di Tan-Tan. «Abbiamo ricevuto due allerte per due gommoni, uno con 59 persone a bordo, l’altro con 42, partiti nello stesso giorno, venerdì, dallo stesso luogo», ha spiegato ad Avvenire la portavoce Siham Korriche. «Abbiamo verificato con i familiari che quella soccorsa a Forteventura è la seconda imbarcazione, c’erano 42 migranti a bordo. Mancano in dieci». Significa anche che altre 59 persone ancora vagano perdute nell’Atlantico. Quella di ieri è la seconda strage di migranti in 72 ore sulla letale rotta fra l’Africa occidentale e l’arcipelago, dopo la tragedia nel fine settimana in cui hanno perduto la vita 29 persone, delle quali 7 erano bambini, dopo 12 giorni di agonia alla deriva. La settimana scorsa, altri undici migranti sono stati dati per dispersi dopo il salvataggio di un altro barcone, che trasportava una quarantina di persone sulla stessa rotta della morte. Dietro le cifre e il rosario di morti ormai quotidiane, la tragedia umanitaria senza fine. Vite e storie di intere famiglie che sarebbero semplicemente cancellate, ingoiate dal mare, se non fosse per chi si impegna a lasciarne costanza. Come Caminando Fronteras, anche la Cruz Roja ha avviato un progetto pilota per aiutare i familiari dei “desaparecidos” nei viaggi dalle coste africane alle Canarie a localizzare i propri cari. «L’obiettivo è dare sostegno alle famiglie separate o i cui contatti si sono visti interrotti dal dramma umanitario», segnala Carlos Ocana, responsabile dell’iniziativa pilota. Con gli aiuti del governo spagnolo, il programma per gli scomparsi nei conflitti, sarà allargato ai migranti, i tanti ingoiati dall’Atlantico, ai quali è stato negato anche il diritto a una sepoltura. (Paola Del Vecchio – Avvenire)


