Vangelo Migrante: XXI domenica del Tempo Ordinario (Vangelo Gv 6,60-69)

19 Agosto 2021 – Gesù ha concluso il suo discorso sul pane di vita nella sinagoga di Cafarnao. La reazione di molti dei discepoli o presunti tali è di rifiuto di quanto hanno ascoltato: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Il discorso risulta strano, incomprensibile, quasi offensivo alla loro intelligenza. L’evangelista nota che non sono solo i curiosi a scandalizzarsi. Anche i discepoli non comprendono, mormorano, discutono aspramente, si scandalizzano e alla fine escono dalla sinagoga abbandonando Gesù. Non hanno inteso il suo linguaggio, o meglio, non sono disposti a mettersi alla sua sequela. In fondo si erano accostati a Gesù soprattutto per ricavarne dei vantaggi materiali e si trovano costretti ad una radicale verifica della loro vita. La disponibilità a dare la vita per gli altri seguendo il suo esempio, la ricerca della volontà di Dio, compiuta con coraggiosa disponibilità, è per tanti un discorso troppo duro.

Gesù non si scoraggia e non si spaventa. Di fronte ai giudei e a tanti discepoli che si allontanano, invita i dodici apostoli a prendere posizione: “Volete andarvene anche voi?” Certamente anche i dodici sono incerti e confusi, anche per loro il suo linguaggio è difficile, impegnativo e non ancora del tutto comprensibile. La loro fede è ancora fragile.

La stessa domanda, posta ai dodici, è rivolta a ciascuno di noi: tu che intendi fare? Gesù non suggerisce risposte, non impartisce ordini o lezioni: “ecco cosa devi oppure non devi fare”, ma ti porta a guardarti dentro, a cercare la verità del cuore: che cosa vuoi veramente? Qual è il desiderio che ti muove? Sono le domande del cuore, le sole che guariscono davvero. Appello alla libertà ultima di ogni discepolo: ‘siete liberi di andare o restare; io non costringo nessuno; ora però è il momento di decidersi’.

Meravigliosa la risposta di Pietro, che contiene l’essenza gioiosa della fede: “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. Come a dire: ‘attorno a te ricomincia la vita, tu tocchi il cuore e lo fai ripartire, con la delicatezza potente della tua parola. Tu hai parole: qualcosa che non schiaccia e non si impone, ma si propone e ti lascia libero’.

Gesù è maestro di libertà. E se l’accogli spalanca sepolcri, accende il cuore, insegna respiri, apre strade e carezze. Mette in moto la vita.  (p. Gaetano Saracino)

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