La storia di Moussa Balde e il peso dell’indifferenza: la risposta di “Confini” per sensibilizzare i più giovani sull’immigrazione

14 Giugno 2021 – Roma – “Una storia che fa emergere una lunga catena di dettagli, sempre dello stesso colore: indifferenza, solitudine, abbandono, violenza”. Lo ha detto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, celebrando una preghiera per Moussa Balde, giovane ragazzo guineano di 23 anni, suicidatosi al Centro di permanenza per i rimpatri. “Una ferita aperta che pesa profondamente sul mio cuore” ha continuato l’arcivescovo, e che mostra che “se non c’è comunità nell’accompagnare questi fratelli e sorelle vince l’indifferenza”. Ed è proprio l’indifferenza il principale ostacolo che incontrano tanti che, come Moussa, decidono di venire nel nostro paese con la speranza di una vita migliore.

Il giovane guineano infatti, venuto in Italia nel 2017, ha provato ad integrarsi, imparando la lingua e mettendosi anche a studiare (aveva preso la licenza di terza media). Uno slancio positivo che però si è interrotto nel momento in cui Moussa ha dovuto fare i conti con la realtà: senza un sostegno, il giovane è entrato in una spirale negativa di depressione e ansia non riuscendo a trovare un lavoro e perdendo con il tempo ogni stimolo nel farlo.

I numerosi “No” ricevuti hanno portato il giovane a chiedere l’elemosina. Ed è proprio mentre chiedeva la carità di fronte ad un supermercato di Ventimiglia che il giovane guineano ha subito l’ennesimo trauma: una violenta aggressione da parte di tre italiani. Ricoverato per le lesioni subite, il giovane è stato raggiunto da un decreto di espulsione perché risultato privo di permesso di soggiorno e trasferito al Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino, dove, ancora sotto shock e senza alcun sostegno psicologico, ha deciso di togliersi la vita.

“La vicenda tragica di Moussa mostra cosa possono generare l’odio e l’indifferenza” spiega Marco Ruopoli, presidente di Sophia Impresa Sociale, cooperativa romana che dal 2013 si occupa di dare sostegno ai migranti in condizione di vulnerabilità. Per questo è nato “Confini” (progetto educativo sostenuto dalla Fondazione Migrantes) per “sensibilizzare i ragazzi riguardo il tema della migrazione sui cui hanno una visione distorta e lontana dalla realtà che li porta a considerare gli stranieri come qualcosa di negativo”. “In fondo, il nostro obiettivo principale”, rivela Erik, responsabile di Confini, “è favorire l’integrazione cercando di alzare la voce contro l’indifferenza”. (A. C.)

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