Un sussulto di umanità

3 Maggio 2021 – Roma – Ieri abbiamo celebrato la V domenica dopo Pasqua. Un tempo, quello pasquale, che ci invita a meditare sulla resurrezione di Cristo attraverso la testimonianza di coloro che lo hanno incontrato “risorto”. Un tempo di riflessione ma anche di lettura della storia alla luce della resurrezione.

Ma non possiamo non “ascoltare” il sussurro di Gesù nel Getsemani mentre dice ai suoi discepoli “la mia anima è triste, vegliate”. Queste parole tornano alla mente oggi mentre, per l’ennesima volta, registriamo la morte di persone migranti nel Mediterraneo, l’uccisione di una giovane missionaria in Perù, Nadia De Munari e il ferimento del futuro vescovo italiano Christian Carlassare, chiamato a guidare una diocesi nel Sud Sudan. Papa Francesco ha parlato di “vergogna” ricordando il silenzio assordante dopo la morte di 130 migranti al largo della Libia. Il silenzio di una umanità distratta di fronte a drammi che si ripetono.

“Sono persone, sono vite umane che hanno implorato invano aiuto, un aiuto che non è arrivato”, ha detto il Papa invitando ad “interrogarci tutti su questa ennesima tragedia” e a pregare “per questi fratelli e sorelle, e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi. Preghiamo anche per coloro che possono aiutare ma preferiscono guardare da un’altra parte”. Dolore e sdegno arrivato da più parti del mondo cattolico: “che questa ennesima tragedia – ha detto la Fondazione Migrantes – provochi in noi un sussulto di umanità e d’impegno a creare canali legali e sicuri di ingresso”.

Il desiderio di stare accanto agli altri non si ferma. Sono tanti i volontari italiani nel mondo accanto ad una umanità sempre più sofferente. Volontari e missionari come la missionaria laica italiana Nadia De Munari, 50 anni, da anni in Perù per l‘Operazione Mato Grosso. È stata aggredita nel sonno e uccisa: aiutava i poveri di una baraccopoli.

Ma anche il più̀ giovane vescovo del mondo, padre Christian Carlassare, 43 anni, nominato dal papa due mesi fa e che il 23 maggio prossimo sarà consacrato vescovo per poi guidare la diocesi dove per anni è stato missionario. Le sue condizioni, in questi giorni, stanno migliorando.

Ma anche qui, davanti a queste notizie, il mondo si gira dall’altra parte e non sente il grido dei poveri che arrivano su una barca o i tanti che in vari paesi del mondo soffrono la carestia, la persecuzione, la guerra. E non ascoltano il grido di coloro che lottano a loro fianco per la pace e per una vita dignitosa. Ecco perché le parole di Gesù nel Getsemani non possono non ridondare nelle nostre orecchie mentre il rifiuto, anche violento, del bene che si cerca di fare lascia l’amaro in bocca.

I 130 morti nel Mediterraneo, Nadia e Christian probabilmente non saranno gli ultimi a essere vittime di un mondo concentrato su sé stesso ma questo non deve invitarci a guardare dall’altra parte. Anzi deve essere un monito per dire ancora una volta che il bene prevale sempre e che occorre “vegliare” perché non prevalga il male e l’egoismo. Altrimenti il sogno di un mondo diverso per milioni di perone rimarrà “solo” un sogno mentre continueranno a morire per fame, persecuzione, guerre, ingiustizie tanti innocenti. (Raffaele Iaria)

 

 

 

 

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