La missione della famiglia

4 Marzo 2021 – Roma – La Chiesa, illuminata dalla fede, che le fa conoscere tutta la verità sul prezioso bene del matrimonio e della famiglia e sui loro significati più profondi, ancora una volta sente l’urgenza di annunciare il Vangelo, cioè la “buona novella” a tutti indistintamente, in particolare a tutti coloro che sono chiamati al matrimonio e vi si preparano, a tutti gli sposi e genitori del mondo. (Esortazione Apostolica Familiaris Consortio, n.3, 22 novembre 1981)

 

Con queste parole, in uno dei suoi primi numeri, si apre Familiaris Consortio la grande Esortazione Apostolica sui compiti della famiglia cristiana. Un pilastro del magistero sul matrimonio che Giovanni Paolo II scrisse a seguito del Sinodo dei Vescovi, dedicato allo stesso argomento che si tenne a Roma dal 25 settembre al 25 ottobre del 1980. Il Papa che da anni stava già tenendo le sue catechesi sull’amore umano, decide di dedicare un intero documento al tema della famiglia dando dimostrazione di avere molto a cuore che gli sposi cristiani si sentano investiti di una missione specifica di evangelizzazione a partire dal dono di grazia del sacramento ricevuto. Nei primi paragrafi il Papa riprende la dottrina espressa nelle catechesi secondo cui nel matrimonio gli sposi devono poter tornare sempre alla origine, alla volontà del Creatore “in principio” perché lì, secondo le parole di Cristo, si trova la “realizzazione integrale del disegno di Dio”. Siamo in un momento storico, diceva il Papa agli inizi degli anni ottanta, in cui la famiglia è sotto la pressione di forze che cercano di snaturarne il senso o di deformarla. Una tendenza che non è mai andata scemando nel tempo e che anzi, oggi a quarant’anni di distanza possiamo percepire ancora più forte e pervasiva. L’approccio della Chiesa, però, allora come adesso è sempre quello di non perdere la speranza e analizzare il suo tempo con un’indagine attenta ed onesta della situazione reale. Per questo la prima parte dell’Esortazione è dedicata a passare in rassegna le luci e le ombre della famiglia nel contesto attuale. Ai laici cristiani che hanno intrapreso la via del matrimonio è chiesto di intraprendere la via di un discernimento attento che essi per primi possono fare in virtù della loro particolare vocazione. Essi “hanno il compito specifico di interpretare alla luce di Cristo la storia di questo mondo”. A fronte di “visioni e proposte anche seducenti ma che compromettono in diversa misura la verità e la dignità della persona umana”, gli sposi con la Chiesa sono chiamati a prendere posizione, a mettere in campo il loro carisma specifico. Il Papa riconosce che nel mondo vi è una coscienza più viva della libertà personale, un’attenzione maggiore alle relazioni interpersonali nel matrimonio, alla dignità della donna e all’educazione dei figli, A fronte di ciò, però, vi sono segni di “preoccupante degradazione di alcuni valori fondamentali”. Per esempio una errata concezione dell’indipendenza dei coniugi fra di loro, il mal interpretato principio di autorità nei rapporti coi figli, il numero crescente dei divorzi, la piaga dell’aborto, una mentalità contraccettiva. A ciò si aggiunga che mentre nei Paesi del benessere prevale quasi la paura nei confronti della vita, vista come un pericolo da evitare, nei Paesi del Terzo Mondo mancano i mezzi fondamentali per la sopravvivenza e i discorsi da rivolgere alle famiglie di quei luoghi non possono che essere completamente diversi rispetto a quelli dei Paesi Occidentali. In questo contesto così variegato, il Papa, che deve tener conto di dover parlare al mondo intero, non rinuncia a richiamare tutti ad un esame di coscienza, che faccia riscoprire il primato dei valori morali. In quest’ottica l’invito è ad una sempre rinnovata conversione, non estemporanea, non una volta per tutte, ma in un “processo dinamico che avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio”. Un processo questo che si deve avvalere anche del metodo dell’inculturazione, quel principio, affermato dal Concilio, secondo il quale la Chiesa potrà camminare verso una conoscenza sempre più completa della verità acquisendo da tutte le culture quei germi di sapere che contribuiscono a esprimere le inesauribili ricchezze di Cristo. Questo, dunque, l’intento della esortazione apostolica che andremo a leggere in alcuni suoi passi, consapevoli che essa è una pietra miliare della dottrina e della pastorale famigliare e si colloca come architrave tra l’enciclica Humanae Vitae che abbiamo già visitato e la più recente esortazione apostolica Amoris Laetitia scritta da papa Francesco nel 2016 anch’essa all’indomani di un altro sinodo sulla famiglia. (Giovanni M. Capetta – Sir)

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