Migrantes Andria: comunicare bene per aiutare chi è davvero nel bisogno

1 Febbraio 2021 – Andria – “Vieni e vedi”: il messaggio del Santo Padre Francesco per la 55ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali è esattamente la maniera con cui la fede cristiana si esprime.

“Gesù se ne andava per le città e i villaggi…” (Lc 8:1-3) e nel suo andare si fermava, si intratteneva con l’altro che incontrava. L’invito a “consumare le suole delle scarpe” è una risposta reale al contrasto dell’appiattimento in cui giornali fotocopia o notiziari tv e siti web stanno cadendo a causa della troppa sovraesposizione ad input che anestetizzano il lettore e non fanno altro che contribuire alla diseducazione delle coscienze. Bisogna invece incontrare le persone, cercare storie che meritano di essere raccontate per formare lettori critici per stimolare dibattiti sani. La professione giornalistica, e più in generale quella di comunicatore, al pari della professione degli avvocati e dei medici, è nella Costituzione. È bene ricordarlo. Leggere un buon articolo di giornale è una forma di studio e lo studio paga in tutti i sensi. Ogni giorno, nella mia esperienza di comunicatore, assieme ad operatori e volontari, cerchiamo di dare voce a chi non ne ha. Attraverso i canali social della nostra comunità, tramite i giornali locali, sia attraverso la comunicazione on line che quella off line, raccontiamo le storie degli uomini e delle donne che incontriamo, aiutiamo e curiamo. Raccontiamo la verità. Basta frequentare i luoghi in cui migranti, persone senza fissa dimora, giovani e meno giovani, in un periodo di buio della loro vita, cercano conforto e sostegno non solo economico, ma anche morale e spirituale (Casa Acc. S.M. Goretti e ufficio Migrantes della diocesi di Andria). Sono storie che passano anche attraverso i progetti sociali (la sartoria, l’orto, il ristorante sociale) sostenuti dalla nostra comunità “MigrantesLiberi”; sono storie tangibili i cui racconti vogliono “contagiare” tutti coloro che possono contribuire a fare del bene, ad essere parte attiva di una comunità che sa aiutare. Ecco, l’utilità della comunicazione al servizio dei più deboli. Non c’è vaccino per formare giornalisti coscienziosi e affamati di verità, ma c’è una cura: essere dalla parte dell’altro: guardare con la stessa lente per cogliere ogni sfumatura e raccontarla; essere strumento per mettere nelle mani dei lettori altrettanti strumenti, reali, atti a formare coscienze critiche e non coscienze assopite, pigre e ingannatrici. L’andare del Signore Gesù per le città e i villaggi ci ha insegnato che se non si indossano le stesse lenti (con la stessa gradazione) difficilmente si può vedere l’altro/a nella sua complessità.

La pandemia ci ha travolto, ha dovuto metterci nella condizione di fare scelte talvolta impopolari: abbiamo avuto momenti di sconforto, soprattutto quando in concomitanza con il Natale abbondavano i pacchi di generi alimentari. Abbiamo dovuto gridare a gran voce, anche attraverso i giornali, che la fila dei nuovi poveri (genitori separati, disoccupati a causa della pandemia e, comunque, il ceto medio impoverito dalle conseguenze economiche del covid) hanno altre necessità: utenze da pagare, dispositivi per DAD, perché ad un figlio non si può negare un computer per studiare. Ecco, anche in questo caso, abbiamo dovuto raccontare le storie vere di coloro che sono provati da un tempo “sospeso” che ci richiama alla verità. Nulla sostituisce il vedere di persona.

Ogni crisi profonda infatti, porta alla luce qualcosa di buono, perché cadono le idolatrie e la verità può manifestarsi nella sua trascinante nudità.

Noi credenti in Cristo, possiamo ricostituire le piccole e silenziose comunità descritte negli Atti degli Apostoli. Essere veramente il lievito nella pasta e il granello di senape. Mettere in atto e pensare a un nuovo modo di servire i poveri e gli impoveriti: la carità e la solidarietà di prossimità, di condomino, di vicinato. Una carità / solidarietà che prende in carico le persone e le rende libere.

Fedeli all’invito di Papa Francesco continueremo a consumare le suole delle nostre scarpe: sarà il nostro imperativo per aiutare chi è davvero nel bisogno e stimolare altri cristiani e non a stare dalla nostra stessa parte, quella della verità che aiuta. (Don Geremia Acri – Direttore Migrantes Andria)

 

 

Temi: