Semi, Fiori, frutti

15 Novembre 2020 – I talenti sono segni.

Qualcuno dice della grazia; qualcuno dice della natura: buon carattere, buona intelligenza, buon fisico,…; qualcun altro li paragona alle ‘occasioni’ che ci si presentano nella vita: quella del matrimonio, quella di avere un figlio, quella di incontrare una determinata persona ,…,ed altre ancora. Se le sappiamo sfruttare, utilizziamo i talenti che in esse sono nascosti.

Ed è la nostra vita che si nutre di ‘intuizione’ e di ‘talento’.

Nella parabola di oggi che Gesù ci racconta, vediamo i primi due servi che hanno ricevuto un capitale, uno splendido dono, sarebbero i talenti, e attraverso di essi vedono il mondo, la natura, gli uomini, come un giardino che ha bisogno di essere seminato per fiorire. Il terzo ha ricevuto anche lui il dono, ma ha paura e si astiene. Lo chiude in una buca. Chiude la sua intelligenza, il suo cuore è malato, incapace di produrre, non semina e fa marcire. Il suo desiderio non sente più lo stimolo della vita.

Quali servi siamo?

Anche a noi è richiesto di moltiplicare i nostri ‘talenti’, così come la natura moltiplica ogni seme.

In questa moltiplicazione c’è il senso della nostra storia e la nostra vita si riempie di gioia e tutto il nostro essere scaturisce energia.

Come la natura anche la nostra vita si nutre di un cuore che vuole crescere e di entusiasmo per un progetto di libertà, ma di una libertà che sia generativa, quindi nella responsabilità.

E come la natura si ammala se perde il suo equilibrio, così è per ciascuno di noi quando perdiamo il nostro equilibrio e il desiderio perde la speranza, come vediamo ai nostri giorni.

Il mondo è il luogo dove siamo immersi nella vita. Siamo semi, fiori, frutti nello spazio di questo mondo e in questo nostro tempo che ci è dato da vivere.

Il Padrone della parabola non chiede di produrre per lui, né chiede di produrre per sé stessi, in fondo chiede di partecipare alla vita della creazione, in armonia.

Il terzo servo ha reso impossibile ogni progresso, ha nascosto a sé  e agli altri il bene, ha reso inutile il dono.

Infatti, la nostra vita è una continua ricerca di felicità, e abbiamo  anche noi doti, doni, ‘talenti’, per poter camminare verso la vita piena, verso la gioia.

Oggi siamo messi alla prova a causa della pandemia.

Ma il segreto sta nel trovare in quel poco di immediato che ci è dato, il segno, l’incoraggiamento, l’invito a procedere.

Il segreto sta nel non spaventarci quando la gioia immediata non arriva e non si riesce a sperimentarla.

Abbiamo bisogno di uno sguardo aperto che ci porti oltre le nostre paure, i nostri disagi e, traendo insegnamento dai disagi che stiamo vivendo in cui scopriamo i nostri veri bisogni, rinsaldiamo il nostro desiderio dell’incontro.

Perché la vita è questo incontro d’amore.

don Pasquale Avena

Mci Annecy

 

 

 

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