Peruviani in Italia: quest’anno niente processione per il Signore dei Miracoli ma preghiere in tutte e comunità

7 Ottobre 2020 – Roma – Per tutto il mese di ottobre nelle 36 comunità peruviane in Italia  momenti di preghiera e suppliche nel mese chiamato “mese viola”, caratterizzato dalla festa del Signore dei Miracoli, la devozione più sentita dalla gente che vive nella capitale del Perù e in tutti i peruviani sparsi nel mondo.  E proprio in questi giorni papa Francesco ha scritto un messaggio all’arcivescovo di Lima (Perù), mons. Carlos Castillo Mattasoglio: “mi commuove pensare alle dure prove che tanti nostri fratelli e sorelle devono affrontare a causa del virus, che non solo colpisce la salute, ma anche le loro vite, aumentando le ingiustizie, le sofferenze e le incomprensioni che colpiscono la loro dignità personale, senza distinzioni di appartenenza religiosa”. “Di fronte alla costernazione e alla sensazione di impotenza che colpisce tutti, senza eccezioni – scrive papa Francesco – vorrei incoraggiarvi a guardare una volta di più al Signore. Egli non ci abbandona; ci chiama, ci abbraccia con un amore infinito che ci cura, ci conforta e ci salva”. In quest’ottica assume il suo più autentico significato la devozione al Signore dei Miracoli: “Gesù crocifisso, fissato e immobile sulla croce, non per la forza dei chiodi ma per il suo amore infinito, è la prova più bella dell’amore di Dio verso l’amato popolo peruviano”, scrive il Papa.

Le tradizionali processioni che ogni anno si svolgono nel nostro Paese quest’anno sospese, ci dice il coordinatore nazionale dei peruviani in Italia, p. Emersoni CamposAguilar che in questi giorni ssta visitando le comunità peruviane in Italia. “Quest’anno, dice il papa, la processione “non potrà svolgersi lungo le strade, ma questo non impedisce che il Signore realizzi il miracolo di arrivare a migliaia di cuori ben disposti, che con fede semplice riconoscono che Dio fatto uomo continua a camminare con i suoi fratelli e sorelle nel cammino doloroso di ogni epoca, continua a condividere l’incertezza e la sofferenza di tutti, specialmente dei più poveri, esclusi e scartati”.

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