Italiani nel Mondo: suono delle campane per ricordare le vittime di Mattmark

30 Agosto 2020 – Roma – Oggi pomeriggio, alle 17.15, in diversi comuni italiani suoneranno le campane a ricordo dei propri cittadini morti 55 anni fa. Sono le vittime della tragedia di Mattmark , in Svizzera mentre costruivano una delle infrastrutture più importanti d’Europa, la diga di Mattmark. Era lunedì il 30 agosto del 1965. Alle 17,15 50 metri di ghiaccio, ghiaia e sassi travolsero, in meno di 3 secondi, 88 tra operai, tecnici ed ingegneri degli oltre 700 impegnati in quel momento nella costruzione della diga. Degli 88 morti la maggioranza erano italiani: ben 56. Come a Monongah nel 1907, a Dawson nel 1913 e nel 1923 o a Marcinelle nel 1956 – dove “la rincorsa a produrre energia aveva causato altrettante catastrofi del fordismo” – il prezzo più. Alto fu pagato dall’Italia”, come ricorda lo storico Toni Ricciardi nel suo saggio pubblicato in occasione del 50mo della tragedia nel “Rapporto Italiani nel Mondo” della Fondazione Migrantes. Insieme agli italiani perirono, infatti, 4 spagnoli, 2 tedeschi, 2 austriaci, un apolide e 23 svizzeri. La provincia di Belluno fu quella più colpita con 17 vittime, insieme al Comune di San Giovanni in Fiore (Cosenza), che perse 7 uomini. Complessivamente, delle 56 vittime italiane 17 erano veneti, 8 calabresi, 4 abruzzesi, 5 trentini, 3 campani, 3 emiliani, 3 friulani, 3 pugliesi, 3 sardi, 3 siciliani, 2 piemontesi, 1 molisano e 1 toscano.

In tutti i comuni d’Italia che ebbero dei caduti a Mattmark, suoneranno per un minuto le campane. A promuovere l’iniziativa è stata l’Associazione “Bellunesi nel Mondo”. Sono trascorsi cinquantacinque anni da quel dramma, in periodo delle costruzioni di grandi opere pubbliche. La diga di Mattmark sarebbe stata la più grande costruzione di un bacino per produrre energia elettrica e fornire corrente a numerosi comuni svizzeri. Quindi avrebbe contribuito a generare ricchezza, sviluppo, progresso e civilizzazione, ricorda oggi il segretario del Consiglio Generale degli Italiani all’estero, Michele Schiavone evidenziando che quelle opere “sono il lascito di una generazione di uomini e donne che sapevano di contribuire al futuro e allo sviluppo sociale ed economico di interi territori, società e famiglie. La gratitudine non verrà meno, neanche a distanza di anni, verso coloro che con grandi sacrifici hanno creato le condizioni per modernizzare e rendere meno duri i tempi della vita”.

L’8 agosto scorso si è celebrata la Giornata del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo, in occasione della tragedia del 1956 a Marcinelle dove persero la via, in una miniera, 136 italiani.

Raffaele Iaria

Temi: