13 Agosto 2020 – Roma – «Li hanno sgomberati come rifiuti. E senza nessun progetto di ricollocazione. Si è intervenuti solo per un’emergenza costruita mediaticamente. Ma non va bene». È l’amara denuncia di mons. Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare di Roma, delegato per la Carità, la Pastorale Migrantes e Rom della diocesi capitolina. Il presule ha seguito – informa il quotidiano “Avvenire” lo sgombero del campo Rom tra via del Foro Italico e il fiume Aniene. «Siamo andati a vedere perché lo riteniamo un intervento anomalo». E ci tiene in primo luogo a raccontare la realtà di questo insediamento. «Non si tratta di un campo abusivo ma ‘tollerato’. Il Comune aveva installato i bagni chimici, mandava il pulmino per portare i bambini a scuola e aveva dato il permesso di avere lì la residenza».
Inizialmente erano serbi, arrivati qui nel 1995 dopo uno sgombero a Tor Bella Monaca. Poi si sono aggiunte altre famiglie. Attualmente c’erano circa 250 persone, ma quando l’altro ieri alle 7 è scattato il blitz del Comune, con 80 uomini della Polizia municipale e alcune ruspe, erano rimasti solo in 12. «Non sappiamo dove sono finite. Probabilmente in zona. E ora andranno a ingrossare gli insediamenti informali» accusa il vescovo, molto preoccupato. Il Comune giustifica l’intervento con la necessità di eliminare l’enorme discarica sorta accanto al campo. «Potrebbe essere pericoloso innanzitutto per chi ci abita» ha spiegato Marco Cardilli, delegato alla sicurezza del Campidoglio. «Tutto è nato da un servizio delle Iene che hanno fatto vedere la discarica – rivela don Gianpiero –. Ma il Comune conosceva da anni la situazione. Per questo non è stato fatto bene questo intervento. Si poteva programmare per tempo, senza provocare questa fuga».
Durante lo sgombero – aggiunge mons. Palmieri – “c’erano solo due operatori dei servizi sociali e molte più persone che si sono preoccupate di mettere in salvo gli animali”.