Vangelo Migrante: XIV domenica del Tempo Ordinario (Vangelo Mt 11,25-30)

2 Luglio 2020 – Solo i piccoli, dice Gesù, cioè coloro che hanno l’animo libero, che non sono integrati negli schemi della cultura ufficiale, riescono a capire il gioioso annuncio della novità cristiana.

La cultura ufficiale è una forma di sapere che legittima i comportamenti diffusi, anche negli aspetti più discutibili, come l’individualismo esasperato, l’ossessione dei diritti, la libertà che sconfina nell’arbitrio e, insieme, la schiavitù dei comportamenti di moda.

Chi non è contagiato da questa cultura è libero da pregiudizi ideologici e capace di immaginare un nuovo modo di vivere, più umano, più sobrio, più attento ai veri bisogni dell’uomo.

Solo nei piccoli, cioè in coloro che non hanno interessi da difendere, la coscienza, incontrandosi con la buona notizia del Vangelo, riesce a progettare un’esistenza nuova. Ma per questo bisogna rompere i legami che ci imprigionano dentro i luoghi comuni della sapienza ufficiale, che è spesso un condensato della mediocrità accettata.

La forza liberante del Vangelo è quella che colpisce alla radice questa povertà del nostro spirito. Dice il Signore: ‘Voi siete oppressi da tradizioni e da abitudini morte, che però sono ancora capaci di condizionarvi. Io vi libererò da questo peso. Il mio insegnamento è un appello alle coscienze veramente libere’.

Le parole di Gesù non sono sentimentalismo. Egli ci chiama all’impegno di una religiosità nuova, che è un peso leggero, perché ci aiuta a fare con motivazioni profonde, con amore, le cose grandi e audaci che ci chiede.

A questo punto dobbiamo essere grati, perché le cose che Dio ha nascosto ai sapienti di questo mondo, Gesù le ha rivelate ai piccoli, ai poveri, agli uomini liberi.

Il Signore ci ha lasciato capire che c’è un privilegio dei piccoli a cui noi possiamo partecipare, a cui, anzi, siamo chiamati, perché la nostra vocazione è proprio quella di ritrovare con immediatezza lo stupore del bambino di fronte alla bellezza della fede e la gioia di abbandonarci alla sua luce.

p. Gaetano Saracino

 

 

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