Post pandemia

27 Maggio 2020 – Roma – Nel silenzio assordante di una piazza san Pietro completamente vuota e bagnata dalla pioggia incessante, le parole di papa Francesco erano risuonate forti e chiare: “ci siamo resi conto – aveva detto – di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti”.

Tutti, nessuno escluso, uniti dalla sofferenza, dalla paura e dalla speranza.
Ora che la tempesta si sta lentamente placando e che si comincia a guardare al futuro, ancora carico di incertezze, abbiamo voluto riflettere su quanto è accaduto, sull’eredità che la pandemia ci lascia e sulle prospettive che si aprono. Con la consapevolezza, forse più forte di prima, che “siamo tutti sulla stessa barca” e che, come ha ricordato il Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, “ritrovarci ad avere preoccupazioni e timori comuni ci ha dimostrato ancora una volta che nessuno si salva da solo”.  (don Leonardo Di Mauro, don Francesco Soddu, don Giuseppe Pizzoli,  don Gianni De Robertis e don Bruno Bignami)

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