12 Maggio 2020 – Città del Vaticano – Sebbene l’intera umanità sia impegnata a combattere il COVID-19, tale impegno non dovrebbe andare a detrimento delle attività di assistenza delle persone che avevano prima ed hanno ancora bisogno di aiuto e protezione. Gran parte del mondo è in lockdown al fine di limitare la diffusione del virus e questo rappresenta una sfida particolarmente dura per i migranti. Papa Francesco ha posto in evidenza la minaccia rappresentata dal Coronavirus su migranti e civili che vivono in zone di guerra. Per tale ragione, il Santo Padre ha chiesto l’immediato cessate il fuoco globale in ogni angolo della terra, per proteggere i più vulnerabili. Le Sue parole sono state riprese da diverse autorità cattoliche, tra cui il Cardinale Bo in Birmania (https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2019-06/card-bo-porre-conflitti-armati-myanmar.html)
Tra coloro che si battono per le persone sfollate, le Suore missionarie di San Carlo Borromeo Scalabriniane sono da sempre impegnate nell’assistenza dei migranti. Secondo Suor Neusa de Fatima Mariano, la Superiora generale, l’appello del Santo Padre di vivere accanto agli ultimi e servirli non va dimenticato; l’emergenza Coronavirus non deve interrompere il lavoro fatto finora per proteggere le persone in movimento.
In diversi casi, la pandemia è stata usata per giustificare restrizioni nell’accoglienza e protezione di migranti e rifugiati. La Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea (COMECE) ha lanciato un appello agli Stati Membri dell’Unione Europea affinché i migranti non siano abbandonati alla morte nel Mediterraneo. Con riferimento ai molti migranti che non sono stati tempestivamente salvati e fatti sbarcare nel porto UE più vicino nei giorni scorsi, la COMECE ha chiesto che il diritto umanitario internazionale e il diritto internazionale dei diritti umani vengano applicati, specialmente in situazione di elevata vulnerabilità e pericolo. LA COMECE ha invitato l’UE a trovare “un meccanismo di solidarietà prevedibile concordato tra gli Stati membri”.


