22 Aprile 2020 – Città del Vaticano – Papa Francesco prega per l’Europa unita nello spirito dei padri fondatori. “In questo tempo nel quale è necessaria tanta unità tra noi, tra le nazioni, preghiamo oggi per l’Europa, perché l’Europa riesca ad avere questa unità, questa unità fraterna che hanno sognato i padri fondatori dell’Unione Europea”, ha detto il papa introducendo la messa mattutina a Casa Santa Marta. E parlando del bravo evangelico sul dialogo tra Gesù e Nicodemo papa Francesco ha detto che questo passo del Vangelo di Giovanni “è un vero trattato di teologia: qui c’è tutto”. C’è “il kerygma, la catechesi, la riflessione teologica, la parenesi … c’è tutto”. Il papa parla quindi della “rivelazione dell’amore di Dio. Dio ci ama e ci ama – come dice un santo – come una pazzia: l’amore di Dio sembra una pazzia. Ci ama: ‘ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito’. Ha dato suo Figlio, ha inviato suo Figlio e lo ha inviato per morire in croce. Ogni volta che noi guardiamo il crocifisso, troviamo questo amore. Il crocifisso – ha detto papa Francesco – è proprio il grande libro dell’amore di Dio. Non è un oggetto da mettere qui o da mettere là” ma “l’espressione dell’amore di Dio. Dio ci ha amato così: ha inviato suo Figlio, [che] si è annientato fino alla morte di croce per amore. Tanto ha amato il mondo, Dio, da dare il suo Figlio”. E davanti al crocifisso i cristiani “lì trovano tutto, perché hanno capito, lo Spirito Santo ha fatto capire loro che lì c’è tutta la scienza, tutto l’amore di Dio, tutta la saggezza cristiana”. Papa Francesco invita a guardare la luce: “c’è gente – anche noi, tante volte – che non possono vivere nella luce perché sono abituati alle tenebre. La luce li abbaglia, sono incapaci di vedere. Sono dei pipistrelli umani: soltanto sanno muoversi nella notte. E anche noi, quando siamo nel peccato, siamo in questo stato: non tolleriamo la luce. È più comodo per noi vivere nelle tenebre; la luce ci schiaffeggia, ci fa vedere quello che noi non vogliamo vedere. Ma il peggio è che gli occhi, gli occhi dell’anima dal tanto vivere nelle tenebre si abituano a tal punto che finiscono per ignorare cosa sia la luce. Perdere il senso della luce perché mi abituo più alle tenebre. E tanti scandali umani, tante corruzioni ci segnalano questo. I corrotti non sanno cosa sia la luce, non conoscono. Anche noi, quando siamo in stato di peccato, in stato di allontanamento dal Signore, diventiamo ciechi e ci sentiamo meglio nelle tenebre e andiamo così, senza vedere, come i ciechi, muovendoci come possiamo”. “Io cammino nella luce o cammino nelle tenebre?”, è stata, quindi la domanda per oggi del Papa.
R.Iaria


