Contigliano: la sfida dei catechisti contro i pregiudizi

27 Febbraio 2020 – Rieti – Nella parrocchia di San Michele Arcangelo a Contigliano, monsignor Ercole La Pietra e i catechisti hanno organizzato per i gruppi di ragazze e ragazzi che si preparano a ricevere il sacramento della Cresima.

Presso il Centro Pastorale Diocesano, un incontro di catechismo con la responsabile del Servizio Diocesano Migrantes di Rieti, suor Luisella Maino, sul tema “ Migranti, pregiudizio, paura” con la finalità di promuovere una catechesi legata al vissuto esistenziale e alla vita concreta, capace di abbattere i muri dell’indifferenza , del pregiudizio, del razzismo.

Suor Luisella, con semplicità di linguaggio e chiarezza concettuale, ha animato l’incontro accompagnando i ragazzi, momento dopo momento, attraverso domande e interrogativi, nella riflessione sulle differenze di significato tra migrante, profugo, rifugiato. Un pomeriggio volto ad analizzare la parola pregiudizio in riferimento al proprio vissuto individuale, per poi spronare i ragazzi alla ricerca della causa della paura verso il diverso da sé.

Attraverso la lettura di un brano in cui è stata descritta, in termini realistici, la condizione degli italiani immigrati in paesi stranieri, si è voluto invitare i presenti ad assumere uno sguardo diverso verso l’immigrazione. I ragazzi si sono sentiti coinvolti e protagonisti dell’incontro, intervenendo con domande spontanee, dialogando, talvolta persino cantando.

La chitarra e la voce di suor Piera Cori hanno creato un momento di condivisione e allegria, e anche i brani prescelti non hanno esulato dal tema: sono state infatti eseguite canzoni dedicate all’accoglienza dei migranti, alla solidarietà, e alla condivisione francescana.

La testimonianza più toccante, quella che ha fatto scendere una cortina di silenzio tra i ragazzi, è stata quella di due giovani rifugiati accompagnati dalle operatrici del Progetto Sprar. Uno arrivato dal Gambia e l’altro dall’Afghanistan, i due ragazzi hanno raccontato con umiltà e delicatezza il loro drammatico viaggio per arrivare in Italia e le difficoltà incontrate nel processo di integrazione aggravato anche dalla povertà di mezzi e di risorse.

A conclusione, un caldo ringraziamento di don Ercole a tutti i partecipanti, grato per una catechesi che ha legato la Parola, il Sacramento e la Testimonianza.

“Questo incontro nel segno dell’ascolto, dell’accoglienza, del dialogo e della solidarietà, se da una parte ci rasserena, dall’altra ci deve lasciare un sano tormento – ha detto il sacerdote – in modo che possiamo interrogarci sul significato dell’essere cristiano oggi”. (Frontiera)

 

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