Un murales per l’integrazione

22 Luglio 2019 – Massa Carrara – Le piacciono gli orizzonti, specialmente quelli sul mare e i papaveri e allora  ha creato un paesaggio di campi sullo sfondo di un orizzonte marino ed ha lasciato tutto intorno tracce di papaveri per tener unito il filo che conduce alla sua opera: il nuovissimo murales interno al piano terra dell’Hotel Dora di Ilaria Melis,  che è stato inaugurato ieri che ha segnato l’inizio del nuovo percorso che l’Associazione Casa Betania vuole dare alla struttura. Sul murales di Ilaria Melis, pittrice e muralista sarda, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Carrara sono spuntati i fiori realizzati dai ragazzi  richiedenti asilo ospitati da Casa Betania in una parte della struttura del Dora. Si tratta di un progetto finanziato dalla Fondazione Migrantes che la pittrice sarda ha coordinato con Casa Betania che si inserisce nel restyling del piano terra dell’albergo, nel quale si trovano un bar e un ristorante.

“Ognuno ha progettato proprio fiore e poi dipinto dentro il murales perché il messaggio che volevo dare è che ognuno ha diritto di piantare il proprio fiore nella terra. La  terra è di tutti, l’Italia è  di tutti”: ha detto la Melis: “ho deciso di realizzare il murales  nel salotto in una zona dove non c’è luce e sembrava senza vita. Mi hanno aiutato una decina di ragazzi ospiti di Casa Betania provenienti da paesi e culture diverse. Hanno realizzato il progetto del fiore e poi lo hanno dipinto nel murales. Alcuni all’inizio erano impacciati ma poi  hanno capito che non aveva importanza che il fiore fosse perfetto e che l’importante è la potenza della diversità di tutti i fiori insieme. Per me è stato molto significativo collaborare con  questi ragazzi che sono quasi tutti miei coetanei e mi ha permesso di instaurare nuovi rapporti di amicizia e scambio culturale”.

“Si Tratta di un progetto artistico sociale in parte finanziato da Migrantes che ha coinvolto italiani e stranieri   – ha spiegato Sara Vatteroni di Casa Betania – e  che è nato dalla condivisione della passione per gli orizzonti che  ci ha avvicinato ad Ilaria Melis. I nostri orizzonti ovviamente spaziano nel sociale e puntano ad ampliare la prospettiva di una struttura come il Dora che è inserita in un contesto sociale tutt’altro che facile. L’hotel è posto ad un crocevia strategico lungo le strade che da un lato salgono ai monti dall’altro scendono al mare e si trova lungo il fiume quasi come un luogo d’approdo. Al terzo piano della struttura abbiamo circa una ventina di richiedenti asilo che gestiamo in accordo con la Prefettura e con un servizio di controllo diurno e notturno. Il numero dei rifugiati, tuttavia,  tenderà a diminuire date le nuove leggi ma quegli spazi potrebbero essere destinati agli studenti dell’Accademia. Al secondo piano ci sono invece una decina di camere con le quali a settembre faremo ripartire l’attività alberghiera. A piano terra  c’è il bar che riaprirà a breve con la particolarità del alcolfree  che vorremmo diventasse un luogo d’incontro e di divulgazione di cultura. Attiveremo il servizio di bookcrossing e ospiteremo presentazioni di libri e letture pubbliche. La zona in cui si trova l’hotel Dora è problematica da sempre ma il nostro progetto punta a diventare  uno  spazio dove si genera qualcos’altro di artistico e culturale. Vogliamo rappresentare una risorsa e non un problema per il quartiere”.

“Ci sarà anche un aspetto ambientale nel servizio del bar del Dora – ha aggiunto Giulia Severi di Casa Betania – abbiamo scelto di accettare la plastica raccolta in giro per destinarla allo smaltimento differenziato in cambio di libri da leggere. Sarà possibile scambiare i libri ed anche disporre di libri in lingua perché molti dei ragazzi sono anglofoni o francofoni”.

 

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