22 Luglio 2019 –
Asti – Il senso dell’iniziativa sta tutto nel nome della manifestazione: “Prendiamoci cura della nostra città”. L’hanno promossa l’associazione Senegalo- Italiana di Asti e l’associazione Gambiani Asti insieme al Comune, al centro provinciale istruzione adulti (Cpia), all’associazione Ananse, alla cooperativa sociale “Fa Servizi” con il supporto della municipalizzata per i servizi pubblici e la promozione di diversi consiglieri, dedicandola a Isac Dieng, senegalese scomparso di recente. Così, dopo un dibattito dedicato al progetto, qualche giorno fa con sacchi, scope, ramazze e palette alla mano, una ventina di giovani si sono impegnati a ridare decoro a corso Matteotti e alla piazza antistante la stazione ferroviaria: luoghi dalla forte presenza multietnica in cui la condizione di degrado iniziava a essere intollerabile, tanto da innescare segnalazioni e reazioni dei residenti. Il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, l’ha presentata come “un esempio di buona cittadinanza da parte di cittadini, che siano nati qui o altrove non importa” e questo è stata.
Idrissa Gueye, presidente dell’associazione Senegalo- Italiana di Asti, ha ricordato che al suo arrivo in città, vent’anni fa, viveva proprio in corso Matteotti. “Ormai mi sento astigiano, mando i miei figli nelle scuole locali e come chiunque viva la città devo pensare al suo decoro. Questo è quello che dico ai miei connazionali: non è bello per nessuno vedere dei luoghi pieni di giovani che non fanno nulla, bevono e sporcano. È comprensibile poi che ci sia razzismo, perché la gente ci ritiene responsabili del degrado”. “La situazione di corso Matteotti non è rosea – ha spiegato ancora Gueye –. Dispiace pensare che molte attività siano sull’orlo della chiusura, negozianti italiani e stranieri che si sono magari spaccati la schiena per ritagliarsi un proprio spazio. Chi vive in questa zona deve sentirsi tranquillo. Non siamo solo noi a sporcare e disturbare ma capiamo di apparire come i responsabili di questo senso di insicurezza. Si lamentano anche gli stranieri e a ragione. Arrivare ad Asti e vedere la zona della stazione così ridotta è un brutto biglietto da visita per la città. Oggi le nazionalità si mescolano, noi come comunità senegalese ci stiamo dando delle regole per normare le scelte della nostra gente. Se ogni gruppo curasse una parte, queste zone sarebbero tranquille e pulite”. “Ho accolto con felicità questo progetto nato dal basso – ha detto il sindaco –. Dall’inizio del mio mandato ho conferito personalmente più di 200 cittadinanze a nuovi italiani e tutti erano orgogliosi di essere arrivati a un passo di integrazione così importante. Questo passo prevede diritti, perché siamo tutti uguali e nessuno può limitarli, ma anche doveri dettati dalla legislazione e dalla morale. La nostra città ha conosciuto prima l’immigrazione nazionale e di recente quella straniera. Questo esempio è un segnale che certifica la presenza di tanti amici che vogliono integrarsi. Sono molto orgoglioso di essere il sindaco di questo territorio, speriamo anche di esportare l’iniziativa”. (Marianna Natale)


