Summit Diaspore: un incontro sulla stampa multietnica

2 Luglio 2019 – Roma – In incontro-confronto sul tema della stampa multietnica quello di oggi pomeriggio presso la sede dell’agenzia Dire sul tema “L’informazione che cambia. Notizie dall’Italia plurale”, promosso dal Summit nazionale delle Diaspore.

“Non chiamiamola stampa multietnica, bensì interculturale, per favorire il senso di parità”, ha detto Ahmad Ejaz, giornalista pachistano della rivista “Azad”, rivolta alla sua comunità di origine in Italia. Secondo Ejaz oggi è importante partire dal lessico per costruire una nuova cultura e un nuovo linguaggio. “Io – ha detto – provengo dal mondo islamico e mi fa strano leggere sui giornali, in caso di attentati, la parola ‘kamikaze’, che è giapponese. Io scrivo invece ‘attacco suicida’, anche per ricordare che secondo l’islam, il suicidio è vietato da Dio”. Ma per migliorare questa situazione, “gli ‘aborigeni italiani’ devono aiutarci, insieme agli stranieri e alle seconde generazioni”.

Per Raffaele Iaria, redattore di Migrantesonline.it, “bisogna insistere sui dati di una presenza attiva delle comunità straniere in Italia per smentire stereotipi o una linea informativa che porta spesso a nascondere il ruolo svolto nella società italiana da cinque milioni di persone presenti in Italia”. Per questo – ha detto Iaria – occorre dar “conoscere” le tante iniziative positive, le storie e i progetti di integrazione. Ad introdurre i lavori il direttore dell’agenzia Dire che ha evidenziato l’importanza di conoscere per costruire.

Tra gli interventi quello di Lucia Joana Metazama, presidente dell’Associazione delle donne mozambicane in Italia, di Oles Horodetskyy, giornalista di origine ucraina, di Zakariya Mohamed Ali di origine sudanese e di Stephen Ogongo, giornalista keniano, fondatore della testata ‘Cara Italia’, il quale incoraggia anche un giornalismo “che spinga le persone a pensare, investendo nella formazione dei professionisti della comunicazione”.

 

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