Africani Francofoni in Italia: il pellegrinaggio a Loreto

18 Giugno 2019 – Roma – Il primo sabato e domenica di giugno, una lunga onda festante di pellegrini invadeva il piazzale della basilica di Loreto. Erano… gli ambasciatori dell’Africa di lingua francese in Italia. Erano, tutti migranti. Cioè le comunità africane da ogni angolo dell’Italia, da città come Padova, Bologna, Bergamo, Roma, Napoli… Erano quasi trecento. Vestiti sgargianti, entusiasmo del sentirsi vivi e di venire da lontano, ritmo di tamburi tradizionali, fede forte imparata da piccoli: tutto diceva di una festa dell’incontro. Erano volti d’Africa, fieri delle loro origini, ma anche del loro cammino di emigrazione. Nel costruire la società del domani. In cui ogni cultura, ogni tradizione sa incontrare l’altro e i suoi valori, nella pace. Sì, la pace era il tema di questo pellegrinaggio annuale presso la Casa della Madonna di Loreto, chiamata anche Madonna Nera. “Beati gli operatori di Pace, saranno chiamati figli di Dio.”
La pace è il dono speciale che il Signore consegna agli apostoli la sera della sua risurrezione. Primo valore, ancor prima dell’amore, della misericordia o di altro ancora… A rifletterci bene, senza la pace non è possibile fare nulla. Neanche gustare l’amore seminato in noi. Senza la pace l’uomo non dorme, è disturbato, deve fuggire perfino il suo luogo di vita, il suo paese, il suo continente. La pace è preziosa. Senza la pace nessun Paese può svilupparsi. La pace manca tanto in Africa e in Medio-Oriente. Ecco perché questi Paesi non raggiungono il loro sviluppo. Oggi la grande tribolazione nel mondo riguarda la pace. Ma cos’è la pace?
È quel sentimento interiore di serenità con noi stessi, con gli altri e con Dio. La pace è un valore divino offerto da Dio. La pace è anche riconciliazione con l’altro, tra le famiglie, tra le nazioni. La pace è il rispetto dell’altro come persona, come famiglia, come nazione, e come continente. All’inizio, durante e alla fine dell’Eucaristia la si invoca. Incessantemente. La pace sia con voi. Concedi la pace ai nostri giorni. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Datevi un segno di pace. Andate in pace. Questo dono di Dio attraversa tutta la celebrazione dell’Eucaristia, perché è fondamentale. Nelle nazioni quando manca la pace, la gente prende purtroppo la strada dell’emigrazione…
Beati gli operatori di pace, saranno chiamati figli di Dio, si afferma. Ma allora chi non è operatore di pace è figlio di chi? Gli autori di guerre e di divisione sono figli di chi…? I venditori di armi sono figli di chi? A Loreto incontriamo la Madre Maria, un modello per chi opera la pace. Ci rifugiamo ai suoi piedi per supplicare il dono e la forza della pace per noi, per le nostre famiglie e i nostri Paesi in Africa. Così, la messa celebrata all’altare maggiore della Basilica di Loreto è stata il culmine del pellegrinaggio, in cui abbiamo vissuto questa pace. Il saluto caloroso del Rettore del santuario ha riscaldato il cuore di ognuno. L’incontro finale del vescovo Fabio Dal Cin, arrivato di corsa da Padova, proprio per salutarci al momento della partenza ha riempito tutti di gioia come per un miracolo. “Siate costruttori di una cultura di pace, là dove vivete.” “Siate alberi che fioriscono là dove sono piantati, in terra di emigrazione.” È stato il suo augurio più bello. Ma ora anche il nostro impegno più grande. (don Mathieu Malick Faye – Coordinatore nazionale comunità africane francofone in Italia)

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