21 Maggio 2019 – Palermo – Girando per il centro storico di Palermo si rimane molto colpiti dalla presenza di uomini e donne che con i loro vestiti etnici ci fanno comprendere che la città diventa sempre più cosmopolita. Ciò è molto evidente anche nelle scuole primarie frequentate dai i figli dei “nuovi italiani”. I loro figli sono circa 25.000 e frequentano le nostre scuole insieme ai figli degli autoctoni. Il MIUR attesta al 9% la presenza degli alunni con cittadinanza non italiana. E’ una presenza sempre più crescente a causa dello squilibrio tra i tanti Sud del mondo, dove vivono i due terzi dell’umanità che debbono vivere con meno di due dollari al giorno ed i Paesi industrializzati.
L’impegno delle istituzioni e di molte associazioni non va nella direzione della costruzione di muri di gomma o di porti chiusi, ma piuttosto verso la costruzione di una cittadinanza plurale in linea con la storia della nostra isola che vanta monumenti, storia e cultura che nel tempo hanno stratificato l’esistenza e la vita di un popolo. Fenici, romani normanni, arabi, spagnoli, francesi, etc. ciascuno ha lasciato qualcosa nella vita della nostra città e della nostra isola.
Guardare al futuro avendo presente il passato ci aiuta a vivere questo trapasso epocale e ad essere costruttori di un futuro dove popoli e culture sono sempre più interconnesse ed interdipendenti. E ciò avviene a livello planetario ed a livello locale. Costruire il locale con l’orizzonte del globale è impegno differenziato nella politica (quella cerca il bene comune), nell’educazione, nell’economia, nell’urbanistica etc.
Il progetto della “Festa dei popoli” a Palermo, giunto alla terza edizione, vuole sottolineare questa prospettiva glocale (globale e locale) che si realizza nel medesimo territorio, coinvolgendo molte persone ed aggregazioni positive e propositive. Mentre altrove si realizzano muri e barriere di ogni tipo, a Palermo crediamo che sia possibile attraversare percorsi di convivenza, investendo su nuovi modelli di integrazione. Così, questo appuntamento – voluto dalla diocesi di Palermo, sostenuto da Comune, scuole, realtà di volontariato e associative e comunità di migranti – vuole essere anche un contributo perché la Capitale della cultura 2018 si colori ancora di più della bellezza e della ricchezza della diversità.
Il programma della festa prevede per sabato 8 giugno un giro in una barca di canottaggio nella piaggia di Mondello (zona Charleston) mentre la festa si svolgerà al Foro Italico di Palermo il 9 giugno nella passeggiata a mare, sotto gli alberi e nei prati attorno. Tra le attività previste una mostra degli elaborati pittorici, grafici e scultorici degli alunni del liceo artistico “E. Catalano” che esprimono la loro solidarietà con la scuola di Quetafine in Guinea Bissau; alcuni giochi e poi degustazione di prodotti etnici a cura delle diverse comunità etniche presenti in città dal titolo “I sapori dei popoli”. Un’opportunità, questa, per conoscere altri popoli e culture attraverso la cucina, foto, tessuti.
Nel pomeriggio attraverso il gioco della pallavolo e del cricket si intende contribuire a invertire la tendenza di considerare l’altro come un concorrente o qualcuno da dominare, ma piuttosto un compagno di viaggio. E poi ancora la ludoteca all’aperto ispirata a giochi che si fanno nei 5 continenti. L’animazione è assicurata da persone di culture diverse. Alle 17 concerto speciale con canti, danze, coreografie che daranno un ulteriore senso alla festa dei popoli. Il programma completo su www.arcobalenodipopoli.it (Sergio Natoli)